Il 29 settembre si celebra per la seconda volta la giornata mondiale contro lo spreco alimentare. Giornata istituita grazie all’approvazione della prima risoluzione che San Marino e Andorra hanno presentato all’Assemblea Generale delle Nazioni il 26 novembre 2019.
Sappiamo infatti che le perdite di cibo ancora buono lungo tutta la filiera arrivano al 30%, sappiamo che nel mondo un miliardo di persone non hanno cibo sufficiente, sappiamo che si giustificano certe pratiche produttive distruttive degli ecosistemi col pretesto che il cibo non sia sufficiente per tutti, mentre è oramai chiaro che il cibo sia fondamentalmente sprecato e mal distribuito. Non banale appare dunque l’iniziativa, base solida per la soluzione di minacce globali cui occorre senza meno dare concretezza.
Cosa è stato fatto nel nostro Paese in questi due anni in concreto perchè ad un’iniziativa con un riconoscimento così prestigioso seguano azioni coerenti?
Attivazione last minute market?
Programmi di educazione domestica?
Filiere virtuose di recupero di scarti e eccedenze?
Etichette intelligenti con doppia scadenza?
Programmi di formazione per gli operatori professionali che integrassero anche la riduzione dello scarto?
Altro?