Siamo preoccupati rispetto a quanto sta accadendo e anche le voci che si rincorrono rispetto a vendette interne, capi servizio che assumono la qualifica di referenti politici di forze di governo bypassando le catene gerarchiche, sembrano essere confermate dal caos in cui sta piombando l’Azienda.
Repubblica Futura chiede alla maggioranza un atto di serietà e trasparenza. Siamo stati volontariamente esclusi da ogni organo di gestione dell’AASS e di questo non ne facciamo una questione, ma rispetto allo stato di incertezza totale sulla sua gestione ci preme manifestare preoccupazione e stigmatizzare come l’autonomia statutaria dell’ente sia sistematicamente calpestata.
Le leggi devono essere rispettate e se un’azienda è autonomo rispetto al governo questa condizione deve essere preservata; se c’è una concezione diversa le norme vanno modificate e non furbescamente aggirate. TLC, rifiuti, trasporti scolastici, bilancio, sono alcuni temi sui quali, ci pare, l’autonomia dell’AASS stabilita dalle leggi è stata aggirata. Il costo delle materie prime aumenta a doppia cifra? Ordine all’AASS di adottare la politica dello struzzo. Il bilancio perde quasi 24 milioni di euro? Niente paura, si rifà il bilancio e si riduce la perdita monstre a 5 milioni di euro. Il CdA delibera di rinnovare l’incarico al direttore? Il Congresso di Stato si fa di nebbia, vuole un’Azienda filoguidata dalle sedi dei partiti della maggioranza, eterodiretta da qualche Rasputin che da dentro manda le coordinate per l’autodistruzione.
Sono finiti i tempi in cui qualche forza di governo faceva piovere interpellanze a pioggia e ogni atto dell’ente era sotto inchiesta per ingerenze del governo o tacciato di favorire qualcuno. A chi sta facendo favori l’AASS non aumentando le tariffe? Oltre ai cittadini ci sono anche le imprese, grandi imprese che in questi mesi stanno pagando l’energia a prezzi da saldo. Non è che qualche buontempone abbia occhi di riguardo? Solleviamo pubblicamente la domanda poiché qualcuno in passato avrebbe già presentato denunce in Tribunale o chiesto commissioni d’inchiesta sul “bollettegate”. Altroché le TLC, qui siamo di fronte a un danno effettivo di decine di milioni di euro e a un danno potenziale che entro il 2022 potrebbe bruciare tutte le riserve AASS e ridurre l’ente sul lastrico entro il 2023.
RF ha chiesto un’audizione urgente del CdA e della Direzione. Pensiamo sia utile per i cittadini sapere cosa stia accadendo e capire se esista un piano aziendale per uscire da questa crisi. Parimenti RF auspica ci sia al più presto un incontro di tutte le forze consiliari con l’Autorità di Regolazione per i servizi pubblici e l’energia per chiarire quali orientamenti si intendano portare avanti in tema di tariffe.
In ultimo RF ricorda come Consiglio di Amministrazione, Collegio Sindacale e Autorità di regolazione per i servizi pubblici siano nominati dal Consiglio Grande e Generale e a questo organo istituzionale devono rispondere. Comprendiamo le relazioni con il governo e i rapporti con la maggioranza del momento – non siamo degli alieni – ma i fatti di questi ultimi mesi impongono una seria riflessione. I conti dei disastri li paghiamo tutti e qui purtroppo ci si sta avvitando col bollettegate in un vortice molto pericoloso per tutti.
Cosa sta accadendo nell’A.A.S.S.?
Cosa sta accadendo nell’A.A.S.S.?
Dopo l’ISS tocca all’AASS? Può sembrare un banale gioco di parole ma abbiamo l’impressione, da quanto sta accadendo, che il governo, dopo avere messo l’ISS sul baratro in preda alla confusione, stia spostando la sua attenzione distruttiva sull’Azienda Autonoma di Stato per i Servizi. In realtà, a ben guardare, le attenzioni del Governo si sono appuntate anche sull’Azienda per i Lavori Pubblici (con epurazioni varie e e qualche disservizio) e sull’informazione (con l’ultimo atto delle dimissioni in blocco dell’autorità garante). Venendo all’AASS, le dimissioni del dottor Rodolfo Valli dal CdA con una lettera esplosiva, le delibere del CdA fatte e poi annullate (non è la prima volta), i segreti di Pulcinella legati all’aumento delle tariffe e il trading energetico inceppato, sono la spia di una forte difficoltà in cui sta scivolando l’ente pubblico che di fatto sostiene – o almeno sosteneva – il bilancio dello Stato.
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