La promulgazione del Decreto Delegato 4 aprile 2022, n. 56, dal titolo ”Disposizioni relative alla semplificazione della struttura del Dipartimento Funzione Pubblica, all’UO Ufficio Centrale di Collegamento ed a procedimenti e attività amministrativi”, offre l’occasione per alcune riflessioni sugli ultimi due anni e mezzo di gestione della Pubblica Amministrazione da parte della maggioranza e specialmente della DC, che, nell’attuale esecutivo, pare essere l’unico vero regista e attore, essendo gli alleati meri figuranti incapaci di incidere, certamente nel settore della PA ma non solo.
E’ noto il livello di sfacelo nella sanità, nella giustizia e nelle finanze pubbliche, ma non si è detto ancora abbastanza sullo stato di malessere in cui versa la Pubblica Amministrazione, oggetto di interventi ripetuti che ne hanno aggravato il funzionamento, sia nell’erogazione dei servizi all’utenza, sia nel trattamento dei suoi dipendenti.
Tolto ogni dubbio che il Segretario Tonnini, da sempre latitante, abbia partorito alcuna idea gestionale della PA (non ne è capace), l’artefice assoluto del disastro pare essere proprio l’attuale iperattivo Direttore della Funzione Pubblica, il quale si è prodigato senza sosta nel redigere delibere congressuali e norme sconclusionate, spesso revocate dallo stesso Governo.
Un veloce excursus di un così pessimo lavoro della DGFP aiuterà tutti a rinfrescarsi la memoria:
• la famigerata Circolare 6/2020 del 16 marzo 2020 con cui la DGFP decideva ciò che con un provvedimento amministrativo non era possibile fare: la decurtazione anticipata del 15% (portata, poi, al 25% con Circolare 8/2020) dello stipendio dei dipendenti statali, in assenza di una norma di legge che prevedesse tale possibilità;
• rispetto ai bandi di concorso, ha destato particolare scalpore il caso di quello per il posto di Dirigente dell’Ufficio Stato Civile, in cui il Direttore della DGFP sembra essere intervenuto a più riprese incurante di palesi o supposti conflitti di interesse;
• la predisposizione dei nuovi modelli di contratti per Dirigenti, infarciti di clausole nulle e vessatorie, su cui abbiamo depositato una interpellanza le cui risposte non sono state affatto chiarificatrici;
• a fronte di una tale sfilza di criticità, il Segretario Tonnini, anziché prendere le distanze dal maldestro mega Direttore, ne elogiava l’operato in occasione dell’approvazione del 2° Fabbisogno del Settore Pubblico Allargato, arrivando ad affermare che quest’ultimo è stato frutto di approfondito confronto con le dirigenze delle unità operative, dei dipartimenti e delle articolazioni organizzative degli Enti e delle parti sindacali. Peccato, però, che Dirigenti e Sindacati abbiano rilevato la totale assenza di concertazione nella definizione del nuovo Fabbisogno, partorito dalla DGFP in assoluta solitudine ed in maniera miope ed avulsa dalla realtà operativa degli Uffici;
• per recuperare credibilità agli occhi dei Dirigenti, l’infaticabile Direttore della DGFP ha puntato sulle attività formative ed organizzato, in fretta e furia, un esilarante “corso sulla valutazione della performance” della cui inutilità si è arrivati a parlare sui giornali locali; senza menzionare il più recente incontro formativo su “coaching e teambuilding”, dal sapore di beffa, visto che capacità di motivare e fare squadra sono proprio tra le attitudini mancanti all’attuale Direttore della DFGP, il quale si è pure arrogato il diritto di assegnare ai Dirigenti obiettivi con cadenza annuale, riservandosi la loro valutazione con l’ausilio del suo staff, bontà sua.
Ripercorse le tappe essenziali di una così brillante carriera, vanno a coronare il lavoro del mega Direttore le proposte di strampalati accorpamenti fra Uffici, il cui unico ed inevitabile effetto sarà quello di determinare l’implosione definitiva della Pubblica Amministrazione. Dopo l’aggregazione della Segreteria Esecutiva con l’Istituzionale, dopo la tentata ricollocazione del CLO all’interno dell’Ufficio Tributario, abbiamo adesso la nuova UO “Appalti Pubblici e Privacy”, che nasce dall’assemblaggio dell’Ufficio Acquisti con la neonata UO del Responsabile della Protezione dei Dati (istituita con Decreto Delegato 19 luglio 2021, n.138), accorpamento che ha destato sconcerto e indignazione dentro e fuori la PA per l’evidente demenzialità di un nuovo Ufficio il cui dirigente dovrebbe occuparsi di materie troppo diverse fra loro.
Inutile dire quanto gli ambiti della privacy e degli appalti pubblici siano complessi e delicati ed una loro aggregazione non sarebbe scorretta solo da un punto di vista formale, ma sarebbe impraticabile dal punto di vista operativo e destinata a fallimento, con il rischio di enormi danni patrimoniali per lo Stato (fra l’altro, proprio con una interpellanza abbiamo cercato di scoperchiare l’ormai noto “caso mascherine FFP2″, in cui la DGFP si è distinta per interventi imbarazzanti sui giornali, in cui, anziché chiarire l’anomalia di quella procedura di gara, ha evidenziato ingerenze inspiegabili del Congresso di Stato e varie violazioni procedurali). Magari – ma non ne siamo affatto sicuri – al prossimo incontro sulle Prospettive della PA, si potrà fare una riflessione sullo stato dell’arte e sulla necessità di un effettivo cambiamento dei vertici della Pubblica Amministrazione (cominciando dal Direttore della DGFP), coinvolgendo, questa volta davvero, tutti i dipendenti pubblici, affinché esprimano il proprio livello di soddisfazione sull’attività svolta da questa DGFP e formulino proposte di miglioramento che, ad oggi, sono completamente assenti.