In una recente conferenza stampa il Congresso di Stato ha stigmatizzato il continuo attacco a funzionari pubblici, come il Direttore della Funzione Pubblica, che sta facendo egregiamente il suo lavoro. “Questi continui attacchi da parte di Repubblica Futura ci dispiacciono perché possiamo accettare attacchi politici rivolti a noi, ma meno quando vengono rivolti ai funzionari dello Stato”.
Ci preme sottolineare che le critiche mosse all’attuale Direttore della DGFP rientrano pienamente nel compito di una forza di opposizione, visto che la gestione del Settore Pubblico Allargato è un tema di interesse generale e, quindi, di natura assolutamente politica, tanto più che la stessa nomina della Direzione della Funzione Pubblica spetta alla politica nella persona del Congresso di Stato. Peraltro le critiche mosse da RF ai vertici dell’amministrazione o a dirigenti pubblici sono limitatissime, circoscritte a casi di conclamata urgenza nel dover prendere una posizione. E il fatto che i casi siano molto ridotti la dice lunga anche sulle professionalità che fortunatamente, nonostante il Governo in carica e l’attuale vertice della DGFP, sono presenti nella PA.
Nel concreto, ecco cosa a nostro avviso non ha funzionato nella condotta della DGFP:
- i tagli, in via anticipata, che ha disposto con alcune sue circolari (!) agli stipendi dei pubblici dipendenti durante il lockdown di marzo-maggio 2020, in totale spregio dei principi costituzionali fondanti di qualunque stato di diritto;
- i disastri combinati nella gestione dei concorsi pubblici (si veda, ad es., quello di Dirigente dell’Ufficio Stato Civile su cui pende un ricorso in Tribunale, per non parlare dei vari errata corrige apportati ai bandi dopo la loro pubblicazione);
- gli eventi “formativi” organizzati all’ultimo minuto di cui per primi i dipendenti coinvolti hanno segnalato l’inutilità;
- gli accorpamenti sconclusionati fra Uffici (quali, ad es., quello tra Appalti & Privacy) e le continue e assurde modifiche alla normativa in materia di appalti pubblici, che hanno gettato nel caos un settore così delicato, alla faccia della trasparenza e del contrasto alla corruzione;
- i continui stravolgimenti della legge in tema di modello organizzativo della PA (Legge 188/2011) che, a colpi di Decreti Delegati, è stata sovvertita nei suoi principi ispiratori e nella sue norme fondanti (si veda, ad es., quanto fatto in tema di mobilità intra-interdipartimentale dei dipendenti; oppure della cancellazione della figura dei Responsabili dell’Unità Operativa per sostituirli con le ridicole Posizioni Organizzative che dovrebbero fare lo stesso lavoro ma con minori diritti, come se la gente fosse scema e per qualche euro in più fosse disponibile a sobbarcarsi compiti e oneri di natura dirigenziale);
- la normativa in tema di valutazione dei dirigenti, vero e proprio cappio col quale ricattarli al fine di annullarne ogni autonomia, per poi, qualora anche superassero ogni valutazione, mandarli comunque via magari chiudendogli l’Ufficio con un accorpamento fantasioso, nonché dei nuovi modelli di contratti dirigenziali, zeppi di clausole vessatorie e che, con una sortita mal riuscita, “l’Egregio” Mega Direttore aveva cercato di far firmare ai dirigenti;
- il secondo fabbisogno del Settore Pubblico Allargato, partorito dalla DFGP in assenza di qualunque confronto (o comunque non particolarmente efficace) con i Dirigenti degli Uffici e le parti sociali;
- il fallimento del progetto di informatizzazione della PA tramite il nuovo sistema DocSuite, che la stessa DFGP ha dovuto bloccare in fretta e furia.
Da ultimo ma non per importanza, abbiamo adesso il recente disastro colossale della redazione delle graduatorie degli insegnanti, in cui “l’Egregio” Mega Direttore, come al solito, anziché stare zitto, si è cimentato in un irrituale comunicato per difendere il guaio combinato, arrivando ad asserire che “è assolutamente fisiologico ed ordinario che le graduatorie – si rimarca, provvisorie – oggetto delle contestazioni e dei rilievi diffusi e pubblicati sui media possano essere affette da errori meramente materiali ovvero da vizi sostanziali”, costringendo i diretti interessati a fare i ricorsi del caso.
Eh no, che non è naturale! Significa che è successo qualcosa di assai grave (sarebbe doveroso capire che cosa è successo e perché!), e che – considerato che l’UO coinvolta nell’errore afferisce al Dipartimento Funzione Pubblica – rende direttamente responsabile anche il Capo Dipartimento che è proprio il Direttore della DFGP!
Fa, però, piacere che adesso il Congresso di Stato avochi a sé la responsabilità per l’operato del maldestro ma “Egregio” Mega Direttore, con ciò confermando che la responsabilità dello sfacelo della PA è totalmente imputabile al Governo, cosa di cui i dipendenti pubblici e gli utenti della PA si ricorderanno certamente alle prossime elezioni.