Dispiace rilevare come il ministro “indigeno” si sia “rabiato” per le considerazioni di Repubblica Futura. Ci siamo limitati a commentare una conferenza stampa che entrerà nell’antologia della comunicazione politica mondiale.
Conveniamo con alcune considerazioni del ministro Pedini Amati – a lui piace essere chiamato cosi – come quelle non certo positive riferite al suo governo, ma ci permetta di dire che i destini politici di Repubblica Futura li decidono i cittadini e gli aderenti del movimento.
Se, come dice, 500.000 euro sono troppi per un bagno pubblico, egli stesso può bloccarne la costruzione e destinare i denari al suo ufficio. Non sappiamo poi se andare in affitto a 35.000 euro più spese sarà un buon affare per lo Stato visto che è proprietario di decine di immobili.
Così come ci permettiamo di segnalare a chi ha provato una scarica di adrenalina e di soddisfazione dopo la conferenza stampa, che Pedini Amati siede nella stanza dei bottoni e non è chiaro se in tre anni di governo si è distratto, era sempre in trasferta o ha ricoperto e ricopre il ruolo di arredo politico.
Se non si ha l’umiltà di comprendere che amministrare lo Stato è una cosa seria e che, al netto del dramma del ministro senza sede, i cittadini sono leggermente preoccupati per quanto sta accadendo dentro e fuori San Marino, iniziamo a pensare che qualcuno non sia più con i piedi per terra.
Il temporaneo blackout istituzionale con l’Italia in attesa del nuovo governo; gasdotti che esplodono e nuvole di gas che sorvolano l’Italia; prezzi dell’energia impazziti, tassi d’interesse in aumento e inflazione a due cifre:
piccole cose, dettagli per chi vive il ruolo istituzionale come una proprietà e un privilegio personale ed è impegnato in uno show permanente in cui alza sempre più l’asticella dei fuochi d’artificio.
Alla delegazione del FMI in visita in questo momento a San Marino diciamo, visto che nessuno ha smentito il ministro “indigeno”: state tranquilli, le scuole da noi sono sicure, le banche non sono un colabrodo e prima o poi San Marino farà anche la cartolarizzazione, la riforma delle pensioni e dell’IGR. Pedini Amati, signori del Fondo Monetario, era solo “rabiato” con i colleghi e con un Capitano Reggente. Lunedì passerà tutto con altri 35.000 euro più le spese.
Un ultimo suggerimento al ministro “indigeno”: perché non ha pensato di trasferirsi momentaneamente al nido del falco? Siccome un noto investitore, forse dopo aver avuto a che fare con lui, ha ben pensato di fuggire a gambe levate, la struttura è vuota e a disposizione.
Infine: per insegnare un po’ di umiltà a chi ormai pare aver perso il contatto con il Paese – e dal momento che i suoi colleghi non hanno voglia di farlo – ci impegneremo a chiedere dettagliatamente conto a Pedini Amati di ogni trasferta, ogni rimborso, ogni viaggetto ed ogni spesa effettuata nei suoi tre anni di gestione “turistica”. Chissà che non ne vedremo delle belle!