- “il rafforzamento della capacità del sistema giudiziario penale di ridurre il numero di casi che cadono in prescrizione”
- “la conduzione di uno studio per valutare l’impatto dei termini di prescrizione applicabili ai reati di violenza contro le donne e l’adozione di misure per garantire che non costituiscano un ostacolo indebito all’accesso delle vittime alla giustizia”
- “la raccolta di statistiche amministrative e giudiziarie per permettere una valutazione e un’analisi adeguata della risposta giudiziaria alla violenza contro le donne, compresi i tassi di condanna, al fine di identificare e affrontare qualsiasi fattore che riduca l’accesso delle vittime alla giustizia”
queste sono le 3 raccomandazioni finali che il Grevio, nel suo rapporto del settembre 2020, ritiene per San Marino “necessarie a garantire che tutti gli atti di violenza contro le donne contemplati dalla Convenzione di Istanbul siano perseguiti e sanzionati rapidamente”. Queste sono le 3 raccomandazioni che, oggi, un gruppo di istanti aveva chiesto al Consiglio di recepire con una apposita istanza d’Arengo.
Nessuno potrebbe avere dubbi sull’accoglimento di queste richieste, che anzi dovrebbero essere rapidamente attuate.
Nessuno, tranne la maggioranza e il Governo. Che, attaccandosi ad un passaggio del report del Grevio riportato nell’Istanza (“i professionisti legali hanno richiamato l’attenzione del GREVIO sul fatto che un numero stimato di 545 casi è caduto in prescrizione nel 2017, molti dei quali erano casi di violenza domestica”) hanno messo su una imbarazzante corrida che ha dato loro la scusa non solo per bocciare l’Istanza stessa ma anche per approvare un indegno ordine del giorno finale che dà mandato alla Segreteria alla Giustizia e al Congresso di Stato di agitare, come sempre, la clava della minaccia giudiziaria verso chi ha osato dare dati che loro ritengono falsi.
L’ordine del giorno approvato, infatti, chiede che venga svolto “un accertamento finalizzato ad individuare l’identità di coloro che eventualmente avrebbero fornito false informazioni al GREVIO, adottando tutte le iniziative utili e necessarie alla tutela dell’immagine della Repubblica, nonché al fine di valutare l’eventuale commissione di reato”.
Ora, alcuni ragionamenti sono d’obbligo:
1) se c’è un colpevole di quanto contenuto nel report, ammesso che sia davvero falso, questo colpevole è il Segretario Ugolini, che evidentemente nel Settembre 2020 era troppo impegnato a pensare a come ribaltare il Tribunale e non ha avuto voglia di leggersi il report. Altrimenti, avrebbe semplicemente dovuto contattare tempestivamente il GREVIO e chiedere una nota di precisazione sui dati. Invece no, ha evidentemente omesso di svolgere il suo compito, e oggi fa approvare un ordine del giorno per agitare la clava giudiziaria contro i professionisti legali;
2) da dove vengono quei dati? Non sarà che derivano dalle relazioni fatte dall’allora ex Magistrato Dirigente, l’innominata infallibile che, per questa maggioranza, non sbaglia mai? Più facile minacciare i professionisti legali che non chiedere conto a chi di dovere;
3) gli organismi internazionali vanno presi in considerazione solo quando scrivono cose gradite a maggioranza e Governo? Se il Grevio ha ritenuto di riportare quelle considerazioni di professionisti legali nello statement finale, evidentemente ne avrà verificata la consistenza e la solidità (altrimenti, evidentemente, non avrebbero trovato posto). E invece, anziché approfondire quei dati, si preferisce minacciare chi li ha forniti;
4) chiedere l’identità di chi fornisce le informazioni agli organismi internazionali è molto grave, e mina l’attività stessa e la funzione degli organismi internazionali che basano anche su colloqui riservati l’efficacia della loro raccolta di informazioni;
5) dire in un ordine del giorno che, in pratica, un organismo come il GREVIO riporta le cose senza approfondirle, fa fare bella figura al nostro Paese?
6) non avere, di fatto, accolto le 3 raccomandazioni finali del GREVIO, data la bocciatura dell’Istanza, fa fare bella figura al nostro Paese?
Molti della maggioranza, persino firmatari dell’ordine del giorno, hanno capito rapidamente l’errore e si sono dissociati dalle loro stesse firme, alcuni dicendolo anche al microfono (ma poi, alla prova del voto, evitando di votare apertamente contro). Non c’è stato comunque il tempo di rivedere il testo finale, i falchi della maggioranza hanno voluto procedere alla votazione rapidamente e l’ordine del giorno è passato con 20 favorevoli e 15 contrari (tra cui 2 consiglieri di Rete, oltre all’opposizione).
L’ennesima pagina nera, nerissima, di una maggioranza sempre più imbarazzante e inqualificabile nei modi e negli approcci.