Riforma di Banca Centrale

Riforma di Banca Centrale

“Pesi e contrappesi” è una delle espressioni contenuta nella lettera con la quale il dott. Giacomo Volpinari ha comunicato al Consiglio Grande e Generale la volontà di dimettersi dal Consiglio Direttivo di Banca Centrale.
Un concetto semplice che esprime in modo diretto l’opinione di chi ha vissuto, in BCSM dal 2018, un periodo complicato in cui vicende bancarie, politiche e giudiziarie si sono intrecciate in un vortice turbinoso.
Il dibattito conseguente alle dimissioni, sulle quali auspichiamo che il dott. Volpinari possa avere un ripensamento, è stato pacato e non ha mostrato particolari divaricazioni su alcuni concetti di fondo fra maggioranza, opposizione e all’interno della stessa opposizione.
BCSM ha necessità di una riforma, Repubblica Futura lo pensa e lo dice da tempo e non solo in questa legislatura. Può un organismo pensato nel 2005 – quando il sistema finanziario era in crescita fino a toccare quasi 16 miliardi di raccolta, 12 banche, 80 finanziarie, 2 società di assicurazioni – funzionare ancora? Da allora il sistema finanziario si è rattrappito, la raccolta è di 5 miliardi di euro, le finanziarie sono quasi scomparse ma BCSM è sempre la stessa. Anzi, nell’ultimo decennio è sempre stata al centro delle polemiche, delle crisi politiche e bancarie, con forti critiche da parte dell’opinione pubblica mentre Stato ha fatto fronte alle difficoltà del settore mettendo a disposizione centinaia di milioni.
Repubblica Futura non intende fare polemica, ogni forza politica ha le proprie certezze e qualcuno su un racconto mainstream – avvallato dai vertici di via del Voltone – si è costruito la propria fortuna politica e l’accesso al governo.
E’ evidente però che le dimissioni di Volpinari, coraggiose nel contenuto, abbiano acceso i riflettori sulla situazione di Banca Centrale, per altro conosciuta da tutti.
La riforma di questo istituto, chiesta in tempi non sospetti anche dal Fondo Monetario Internazionale, riteniamo debba essere un obiettivo prioritario in questa parte finale della legislatura. Riforma e non auto riforma, facciamo questo inciso poiché in passato chi chiedeva alla politica di intervenire – RF era fra questi – era bollato come eretico, pericoloso per il sistema, destabilizzante per la guida “illuminata”, autoreferenziale di BCSM, incoronatasi al di sopra del governo e della politica.
A nostro parere servono prospettive, e le migliori risorse nazionali, per costruire una istituzione moderna che non sia solo vigilanza ma anche sostegno e promozione del sistema finanziario nazionale, condizione indispensabile per attirare capitali e investimenti, difendere i posti di lavoro e magari crearne di nuovi. A tutt’oggi, invece, non è stato nemmeno firmato alcun Memorandum con Banca d’Italia.
L’attuale presidenza di BCSM, che chiuderà il proprio mandato la prossima primavera, si può considerare, purtroppo, in stretta continuità con le precedenti e si chiuderà senza sostanziali novità nel rapporto italo-sammarinese. Siamo il vicino piccolo e povero al quale dare ogni tanto una pacca sulla spalla ma non degno di avere un rapporto paritario, almeno per quello che riguarda le autorità di vigilanza dei due paesi.
RF quindi, come già ha avuto modo di esprimere nel dibattito consiliare, manifesta la propria disponibilità ad affrontare il tema della riforma di BCSM in modo costruttivo, iniziando a gettare le prime pietre nella sessione consiliare di dicembre in cui auspichiamo, fra l’altro, che si chiuda finalmente la vacanza nella direzione di BCSM, voluta per quattro lunghi anni dall’attuale Presidente.
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