Repubblica Futura esprime tutta la sua vicinanza a Nicola Renzi, che apprendiamo, dallo stesso blogger, essere stato denunciato dal Signor Marco Severini. Parimenti esprimiamo vicinanza e solidarietà a tutte le persone che nel tempo sono state oggetto del “metodo Severini”.
In questo caso però siamo costretti ad intervenire, perché riteniamo sia davvero a rischio il nostro sistema di democrazia parlamentare e dello stato di diritto.
Nicola Renzi si è recato in Tribunale per rilasciare una testimonianza. Era suo dovere e lo ho fatto puntualmente. Ha detto la verità. Dal giorno seguente, guarda caso solo sul sito di Severini, si è scatenato un inferno. Di quasi quattro ore di deposizione Severini ha deciso che l’unica cosa importante da comunicare ai suoi lettori fosse far passare il messaggio di rapporti stretti o vicinanze tra Nicola Renzi e il Commissario Buriani, cose ovviamente non vere. Ma basta ripetere una cosa per tante volte e diventa vera. C’è di peggio: dopo un intervento in Consiglio di Nicola Renzi di pochi giorni fa, Severini ha deciso addirittura di denunciarlo, perché il nostro Consigliere ha annunciato che si sarebbe adoperato per difendere la propria dignità.
L’intimidazione continua. Un consigliere non può più sentirsi libero neppure di esprimere una opinione, di dire la verità e di pretendere che essa sia udita dai microfoni del Consiglio. Pensate a che grado di paura si vuole ridurre ogni cittadino, che vedesse addirittura le istituzioni del suo paese tremare davanti a delle querele.
E qualcuno si stupirebbe se durante l’esame in commissione della legge sull’informazione il noto blogger si fosse affannato a far passare la propria visione con vari consiglieri e/o Segretari di Stato? Questo sarebbe accettabile? Ci piacerebbe conoscere il tenore di quelle eventuali interlocuzioni. Le attenzioni riservate dal suo sito, dopo l’approvazione della legge, a qualche parlamentare e Membro del Congresso di Stato pare alquanto significativa di un metodo che a noi non piace.
In una società piccola come la nostra cosa c’è di più importante della dignità, della rispettabilità e dell’onorabilità? Nulla, probabilmente, e qualcuno lo sa così bene da pensare di poter sfruttare questi valori, magari mettendoli in discussione. Basta insinuare il dubbio.
Noi non tremiamo e non abbiamo paura. Continueremo la nostra battaglia di libertà. Sappiamo che ci costerà tanto, costerà caro alle nostre famiglie, ai nostri cari, ma siamo convinti che valga la pena combattere per questo. Per il bene di tutti. Ogni consigliere deve sentirsi libero di poter esprimere le proprie idee. Ogni cittadino, soprattutto, deve poter sentirsi libero di farlo.
Non saranno macchine del fango o denunce varie a intimidirci. Speriamo che su questa via, per questa battaglia di civiltà, vi sia, anche a livello politico, il consenso più ampio.
Speriamo anche che – almeno per una volta – qualcuno possa sentire l’impulso di dissociarsi dalla convenienza del gioco al massacro dell’avversario politico di turno e possa comprendere che non è solo la dignità personale di Renzi ad essere offesa, ma il complesso di regole civili e democratiche di una repubblica degna di questo nome.