La sanità è un valore che appartiene a tutti i cittadini, senza distinzione di colore politico.
Partendo da questa semplice considerazione, in tanti sono rimasti sorpresi di fronte alla cerimonia che il Comitato Esecutivo e alcuni dirigenti hanno organizzato in onore del Segretario di Stato per la Sanità dopo l’approvazione da parte del Consiglio Grande e Generale dell’Atto organizzativo dell’ISS.
Cosa ci sia da festeggiare con tanto di mazzo di fiori stile Corea del Nord – con una messa in scena degna di Pyongyang più che di Cailungo – francamente ci sfugge. Il Comitato Esecutivo, di fatto, ha già il preavviso di licenziamento da parte della maggioranza, con Libera che ha come punto politico imprescindibile la rimozione del Direttore Generale.
Per quanto riguarda l’Atto organizzativo, il percorso per la sua definizione e approvazione è stato a dir poco tortuoso con pesanti critiche e mal di pancia diffusi nella stessa maggioranza, soprattutto per alcune scelte discutibili e clientelari sull’organizzazione di una UOC. In tutto ciò una figura innominabile che aleggiava nell’aria durante la discussione consiliare, non ha certo favorito un clima positivo al dibattito.
Repubblica Futura ha con lealtà dato disponibilità al confronto con il governo e ha presentato numerosi emendamenti per migliorare il provvedimento, affinché il nostro sistema sanitario possa uscire dallo stallo organizzativo e gestionale nel quale è sprofondato.
La politicizzazione dell’ISS, sancita purtroppo anche dall’Atto organizzativo votato, è molto lontana da uno Stato moderno che intende confrontarsi con l’Unione Europea. Il lungo ed articolato dibattito è stato la dimostrazione delle divisioni fra i partiti di maggioranza sulle prospettive dell’ISS e sulla sua organizzazione operativa di vertice.
Repubblica Futura terrà alta l’attenzione sul tema poiché la sanità non è di qualche capetto politicizzato all’interno dell’ISS o del Segretario di Stato pro tempore ma è di tutti i cittadini che hanno diritto a cure di qualità, erogate con servizi efficienti e in tempi accettabili, senza privilegi politici.
In questo cogliamo con senso costruttivo l’appello lanciato dalla mozione finale del Congresso del PDCS che fa riferimento al “dialogo e apertura politica, alla volontà di collaborare con altre forze politiche per affrontare le sfide del Paese e promuovere un’unità coesa”.
RF è pronta con lealtà e trasparenza al dialogo e l’auspicio è di estendere tale condizione a tutti i settori della vita pubblica. Fiori e inchini per i politici lascino spazio a un approccio moderno e rispettoso dei cittadini e di tutti i professionisti che operano nelle strutture pubbliche.
Pyongyang come Cailungo: fiori e inchini al leader ma la sanità è di tutti
Pyongyang come Cailungo: fiori e inchini al leader ma la sanità è di tutti
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