Emergenza casa: la legge non risolve il problema

Emergenza casa: la legge non risolve il problema

Dopo l’avvilente spettacolo dello scambio politico attuato da alcune forze di maggioranza fra la tutela universale del mondo animale e la mancata cancellazione della pena della riprensione per il reato di molestie sessuali, il Consiglio di aprile si è concluso con l’approvazione della norma sull’emergenza casa.

Il progetto di legge, annunciatissimo dal Segretario di Stato al Territorio che l’ha promosso, si proponeva di porre rimedio alla situazione di difficoltà nella quale versano molte famiglie sammarinesi a causa dell’impennata vertiginosa dei costi dell’abitare. Ci spiace sinceramente constatare che, dopo il passaggio in Commissione, il testo varato, atteso come uno degli interventi qualificanti la prima fase del mandato dell’intero governo, non centri minimamente l’obiettivo prefissato di mitigare lo stato di difficoltà di molti concittadini ed anzi sia anche stato impropriamente utilizzato dal Segretario Ciacci per piantare qualche bandierina politica. Ci riferiamo in particolare all’ostinata volontà di modificare in modo restrittivo tramite la legge approvata la disciplina delle residenze atipiche pensionati, non perché tale elemento non sia stato individuato da tutte le forze politiche come uno dei fattori distorsivi del mercato in particolare delle locazioni, ma perché tale norma era già in vigore dallo scorso mese di novembre disciplinata da un apposito decreto delegato la ratifica del quale avrebbe potuto già da tempo sanare la situazione senza attendere l’entrata in vigore della legge appena approvata; la smania del Segretario del primato rispetto ai colleghi di governo sul varo della norma in tema di residenze atipiche pensionati ha invece prevalso sul buon senso e sulla possibilità di legiferare in modo tempestivo e coerente. Purtroppo la restrizione su tale tipologia di residenze non mitigherà l’aspettativa delle proprietà e molti locatori continueranno ad aspettare il facoltoso pensionato residente atipico piuttosto che abbassare i prezzi dell’affitto ridando così possibilità ai sammarinesi; è forse giunto il momento di interrogarsi profondamente sull’opportunità del mantenimento di determinati istituti che, a fronte di vantaggi non significativi in termini di gettito per l’erario, hanno prodotto disastri sul tema dell’abitare e non solo. Anche sulle rimanenti direttrici di intervento vi sono elementi oggettivi che fanno dubitare dell’efficacia della legge appena approvata: fra soglie reddituali ed indici posti un po’ troppo a sentimento e senza le minime basi analitiche, i temi dell’Edilizia Sovvenzionata e del Bonus Ristrutturazioni non affrontano, per destinatari dell’intervento e per tempi di attuazione, la situazione di conclamata emergenza che si concretizza in particolare sul fronte degli affitti: chi, oberato da un canone insostenibile, non ha mezzi per acquistare una abitazione ben difficilmente godrà dell’ampliamento delle soglie di contributo statale in conto interessi per l’acquisto della casa, oppure di possibilità di modesti contributi, ancora in conto interessi, per ristrutturare una abitazione che, se posseduta, sarebbe certamente già occupata pur di sottrarsi al caro affitti. L’intervento lato locazioni, con l’introduzione del Canone Calmierato che promette benefici fiscali per i locatori che lo dovessero adottare, palesa la propria inefficacia conti alla mano: non solo la leva fiscale, per di più basata sull’imponibile e non sulle aliquote, risulta debole nel contesto sammarinese, ma visto che per qualsiasi valore di canone superiore al Calmierato la norma approvata prevede in termini di imponibile l’identità di trattamento rispetto alla situazione previgente, non si vede il motivo perché le proprietà debbano rinunciare a proventi certi dimezzando i canoni di affitto a fronte di non certi e comunque insignificanti benefici fiscali. Se gli elementi qualificanti la legge sono da ricercarsi nell’introduzione simbolica di un canone di affitto di riferimento e nel mandato agli uffici di monitorare la situazione, ci permettiamo di evidenziare che il risultato ottenuto è ben al di sotto delle aspettative e che tale obbiettivo si sarebbe potuto conseguire in tempi ben più rapidi con semplici mandati amministrativi ai competenti uffici in vece del varo di una legge. Dal canto loro le opposizioni hanno formulato proposte volte ad incidere sulla legge della domanda e dell’offerta, l’unica che possa determinare una reale svolta di mercato; Repubblica Futura in particolare ha proposto, fra l’altro, norme che tutelassero maggiormente le proprietà rispetto agli affittuari morosi, pur salvaguardando le condizioni di fragilità, affinché le numerose unità immobiliari non messe in affitto per ritrosia e timore da parte delle proprietà potessero essere locate, nella consapevolezza che in mercati comunque ristretti anche pochi numeri in più lato offerta possono fare la differenza. Come tante altre anche queste proposte sono state bocciate, e non possiamo solo compiacerci dell’approvazione di nostre proposte che hanno  qualificato questa legge, come la Coabitazione intergenerazionale Temporanea: purtroppo l’emergenza casa perdurerà malgrado la norma approvata ed il rammarico più grande è certamente nei confronti delle persone in stato di difficoltà che guardavano con speranza ai lavori dell’aula consigliare e che in questi mesi hanno invece solo assistito ad un ininterrotto quanto inutile “spot” elettorale, per di più fuori tempo massimo, da parte del Segretario di Stato al Territorio.    

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