Non ci vuole molto per capire che la lunga corsa verso le elezioni politiche del 20 novembre 2016 è partita con largo anticipo, soprattutto da parte di chi da posizioni di governo dovrebbe gestire il Paese durante questi mesi di transizione.
Il 31 agosto, giorno antecedente alla promulgazione del decreto di scioglimento del Consiglio Grande e Generale, è sceso in campo il Segretario di Stato per la Sanità, affiancato dal Comitato Esecutivo per lanciare il piano strategico ISS.
Parole importanti, magari suggerite da un esperto di comunicazione, con concetti come “gestione autonoma”, “ottica manageriale” in bella evidenza e l’affondo finale sul personale:
“per l’aspetto della gestione del personale, nel Piano si specifica che l’ISS deve diventare autonomo e svincolarsi da logiche esclusivamente politiche.”
Peccato che il Segretario Mussoni abbia dato in questi anni un pessimo esempio al riguardo, tentando di giustificare ogni critica alla sua gestione – anche quelle che provenivano dai professionisti della sanità – come strumentalizzazione politica.
Peccato anche che ogni iniziativa di questi ultimi anni, comprese quelle di carattere meramente tecnico come la riorganizzazione della Medicina di Base, sia stata accompagnata dalle sue avventurose esternazioni propagandistiche su argomenti di cui non capiva assolutamente nulla.
E’ strano che nella conferenza stampa sul piano strategico ISS, in cui si è parlato di tutto, il responsabile politico della sanità non ha fatto menzione se il Governo, ancora nella pienezza dei poteri, avesse avviato il percorso di selezione del nuovo Direttore Generale dell’Istituto.
Se c’è stato tempo e volontà di rinnovare l’accordo per il GP di Misano, perché non sono state attivate le procedure per individuare il nuovo Direttore Generale ISS, fatto che dovrebbe essere in cima alle priorità di un Governo appena appena normale?
Da oggi al 20 novembre a quante altre conferenze stampa, inaugurazioni, annunci, proclami dovremo assistere nel tentativo goffo e fuori misura di proiettare un’immagine della sanità molto diversa da quella presente?
L’Istituto ha celebrato nel 2015 il cinquantesimo anniversario dalla sua fondazione. Centinaia di professionisti, soprattutto sammarinesi, hanno costruito in mezzo secolo un modello di sanità originale e di qualità che ha dato risposte eccellenti all’utenza e risposto alla domanda di sanità anche del circondario.
Oggi qualcuno ci vuole fare credere che nulla sia esistito prima del suo arrivo.
Tenta di scardinare equilibri e assetti faticosamente costruiti in decenni di lavoro, ottimizza ogni decisione del Segretario di Stato per la Sanità adattandola alle realtà ISS, paga profumatamente consulenti nominati dall’attuale Direttore Generale che fanno gli interessi delle aree sanitarie limitrofe di cui sono dipendenti.
E, fra le iniziative più strombazzate, come non ricordare la delibera del Comitato Esecutivo sugli esami alle urine dei consiglieri? Ci chiediamo: il caso è stato esaminato dalla SDA Bocconi per costruire il piano strategico e varare le linee di autonomia ISS rispetto al potere politico?
Repubblicafutura ha idee molto diverse sul futuro dell’ ISS.
- Autonomia è un concetto a cui dare sostanza con una riforma legislativa che coinvolga gli organismi di gestione dell’Istituto.
- Serve co-partecipazione alle scelte da parte dei dipendenti, è necessario reperire le figure dirigenziali a San Marino e avviare progetti affinché gli operatori del settore sanitario sammarinesi tornino a esercitare la professione presso le nostre strutture.
- Occorre pianificare affinché siano attivati percorsi di lungo periodo, in sinergia con le istituzioni universitarie estere, affinché ci siano giovani che contribuiscano al turn over nelle professioni mediche. E’ necessario comprendere che San Marino è uno Stato e non un semplice distretto amministrativo delle realtà sanitarie limitrofe.
- Serve anche trasparenza e divisione nei ruoli. Ha ancora senso che la Segreteria di Stato abbia sede in ospedale? Ospedale in cui ha sede anche la Direzione Generale e l’Authority e tutti gli organismi che gravitano intorno all’Istituto?
Repubblica Futura ritiene che la fase di transizione che porterà il Paese verso un nuovo Governo sia molto delicata e soprattutto sarà caratterizzata da elementi di straordinarietà non rinvenibili nella nostra storia recente.
Per questo pensiamo che il Consiglio Grande e Generale dovrebbe avere la capacità e l’autorevolezza di esprimere, per il semestre 1° ottobre 2016 – 1° aprile 2017, una Reggenza in grado di garantire cittadini e forze politiche.
Non intendiamo lanciare formule. Molto più semplicemente riteniamo che sarebbe sensato per l’ex maggioranza e l’ex opposizione esprimere insieme una coppia di candidati che sintetizzi le sensibilità presenti in Consiglio Grande e Generale per rappresentare una garanzia vera in un momento molto complesso.
Sappiamo che ci sono già nomi e cognomi per la prossima Reggenza ma la fase politica che stiamo vivendo chiede un’assunzione di responsabilità che vada al di là delle classiche logiche di parte, affinché la suprema magistratura sia un elemento di garanzia reale e non un incarico da assegnare a seguito di patti politici.
Repubblica Futura è disponibile a costruire un progetto di condivisione sul tema. La stessa articolazione della cerimonia di nomina della Reggenza rappresenta un segnale di come il Consiglio Grande e Generale dovrebbe porsi di fronte a un argomento così importante, anche alla luce del richiamo lanciato dal Vescovo durante l’omelia del 3 settembre in cui si è fatto appello alla riconciliazione.