Una catastrofe nel sistema finanziario di San Marino, come detto da parte di qualcuno? Forse no, ma una situazione seria si.
Tutti i paesi europei hanno questi problemi, anche noi nel nostro piccolo con delle fragilità in più proprio per il nostro status di microstato. Fra le varie questioni all’ordine del giorno, sicuramente il nostro sistema bancario e finanziario è una delle più urgenti.
Potrebbe sembrare strano, leggendo la lunga sequenza di comunicati trionfali delle varie banche sammarinesi che si sono susseguiti negli ultimi mesi. Al di là dei guai, veri o presunti di questa o quella banca, se qualcuno si preoccupasse di guardare l’insieme del sistema bancario finanziario sammarinese si accorgerebbe che vi sono problemi reali e seri, che vanno risolti a livello di sistema.
Dopo l’ubriacatura di benessere dei famigerati anni novanta e oltre, semplicemente preso a prestito dalle future generazioni, ora ci viene presentato l’ennesimo conto. I capisaldi degli anni novanta, ora giustamente e forzatamente accantonati, avevano come corollario anche un sistema bancario con pochi controlli e poco trasparente. Nella legislatura precedente a questa ci siamo, quasi miracolosamente, tirati fuori dal buco nero della mancanza di credibilità internazionale in cui eravamo finiti. Abbiamo smesso un sistema economico non più sostenibile né presentabile, purtroppo nel bel mezzo di una delle peggiori crisi economiche internazionali dell’ultimo mezzo secolo.
Abbiamo ora l’assetto legislativo e giuridico di Paese moderno e pienamente inserito nella comunità internazionale. Non è stato frutto del caso, ma conseguenza di un forte impegno.
Rimangono molte scorie finanziarie di un’epoca che ha funzionato con presupposti di alta irresponsabilità. I cosiddetti NPL, che sono i crediti difficilmente recuperabili delle banche, insieme con altri elementi sono la misura di questa brutta eredità.
Come uscirne? Non esiste la bacchetta magica ricorrente nei film di Harry Potter ma ci sono le possibilità di risolvere i problemi, purché si sia chiari su alcuni punti.
Il primo luogo occorre convincersi del fatto che la narrativa delle banche “brutte e cattive” è certamente molto popolare ma poco utile. Senza le banche, in grado di svolgere il proprio mestiere, non può funzionare nessuna economia moderna. Non sono imprese come le altre perché sono anche crocevia della credibilità complessiva dell’economia Sammarinese.
In secondo luogo rilanciare il nostro sistema bancario e finanziario significa trovare soluzioni complessive, guardando il sistema. Occorre pensare in prospettiva dei prossimi lustri e non di quello che succede dopodomani.
In terzo luogo occorre trovare ampie convergenze sugli interventi da fare, non solo a livello politico ma coinvolgendo l’insieme della società sammarinese poiché lo sviluppo futuro del nostro Paese è interesse di tutti. Come è avvenuto, con qualche piccola eccezione, per il percorso di uscita dall’epoca della blacklist.
In quarto luogo è importante tenere conto dell’aspetto occupazionale. Questo settore ha fornito molte opportunità di lavoro qualificato nel corso degli anni. Qualsiasi scelta non può prescindere dalla necessità di salvaguardare, per quanto possibile, le molte risorse professionali presenti.
Infine, nel voltare quest’ultima pagina della nostra storia sammarinese, è molto importante fare chiarezza sulle responsabilità di chi ha gestito il sistema finanziario in questi lunghi anni. In questo ambito è più che mai necessaria la trasparenza, soprattutto se occorre mettere in campo l’intervento dello Stato, che potrebbe dover essere consistente.
Il Governo uscente, per via di varie resistenze di chi non voleva rinunciare a rendite di posizione, era palesemente non in grado di affrontare questo problema. Occorre, invece, fare qualcosa di meglio e di più. Le soluzioni tecniche possono essere le più diverse e sono alla portata del nostro Paese. Teorizzare improbabili complotti non è utile, soprattutto se questo serve a distogliere l’attenzione dai veri problemi. L’importante è fare scelte consapevoli, senza deleghe in bianco ad alcuno ma con il rispetto dei vari ruoli istituzionali. La sovranità del nostro Paese va ribadita anche in questo ambito, senza accettare interferenze indebite ma nel rispetto dei nostri impegni internazionali.
L’obiettivo deve essere quello di tutelare i risparmiatori e assicurare solide prospettive per il futuro del nostro Paese, nell’interesse generale di tutti i Sammarinesi.
San Marino, 15 settembre 2016
Roberto Giorgetti
Repubblica Futura