La seduta consiliare di oggi è stata interamente dedicata al riferimento del Governo sull’attuale situazione di CARISP e sulle recenti questioni relative al nuovo CdA.
Il primo intervento del dibattito successivo al riferimento del Segretario Celli, è stato quello del nostro Lorenzo Lonfernini, intervento che pubblichiamo di seguito.
Signor Segretario,
ho ascoltato con attenzione la sua relazione, una relazione che non ha deluso le mie attese e che ho molto apprezzato, e proprio partendo dall’incipit di questo dibattito desidero svolgere qualche considerazione in merito alla vicenda Cassa di Risparmio, limito il mio raggio d’azione agli ultimi accadimenti in ordine temporale perché come tutti sanno e come anche il Segretario ha ricordato le vicissitudini che hanno interessato il nostro principale istituto di credito sono in continua e, purtroppo, costante negativa involuzione ormai da anni nonostante l’impegno ampiamente profuso, nelle ultime settimane, da parte di tutte le forze di opposizione per fare apparire il contrario.
Uno sforzo, comprensibile dal punto di vista politico dato che evidentemente esiste un più che legittimo progetto che accomuna le opposizioni, ma è uno sforzo che rimane comunque confinato nel difficile campo di chi parte lancia in testa e si avventura nei terreni inesplorati della logica per dimostrare una verità che verità purtroppo non è. Dico purtroppo perché tutti saremmo stati più contenti e sollevati se effettivamente la salute della Cassa di Risparmio fosse andata migliorando nel corso dell’ultimo lustro ma sia i bilanci societari che le raccomandazioni degli organismi di controllo interni ed internazionali, ancorché scritte nel linguaggio felpato della diplomazia ci dicono, esprimendo “apertis verbis” una notevole preoccupazione, esattamente il contrario.
Qui non si tratta, come qualcuno va dicendo, di fare terrorismo allo scopo di svendere sottocosto una florida realtà bancaria, qui si tratta di dover rendere conto di soldi pubblici investiti e di altri denari sempre pubblici che probabilmente in futuro dovranno essere investiti per rilanciare una realtà bancaria in difficoltà, e quando si parla di denaro pubblico non si scherza occorre essere chiari e fare capire a tutti i cittadini di cosa stiamo parlando e occorre che i cittadini comprendano.
Signor Segretario non esprimo certo compiacimento per quello che lei stesso ha definito “un incidente di percorso” nelle nomine della settimana scorsa. Le faccio notare che l’incidente di percorso ha generato ulteriore fibrillazione sull’Istituto di Credito che certamente non ne aveva bisogno.
Non esprimo compiacimento anzi stigmatizzo l’errore – perché di errore si è trattato – ma al tempo stesso comprendo e condivido la volontà di portare avanti senza indugio il progetto che come maggioranza abbiamo originariamente approvato ed appoggiato ossia quello di dare una governance che abbia le caratteristiche di esperienza, di competenza e di ferma volontà per ristrutturare Cassa di Risparmio, per stabilizzarla e rilanciarla facendo in modo che torni a brevissimo a reggersi con le proprie forze senza drenare ulteriori risorse economiche ad un bilancio pubblico che in questa fase non ha più nulla da dare.
Questo, al netto di tutte le polemiche e le strumentalizzazioni, è l’obiettivo che ci siamo dati, su questo, come maggioranza, rimaniamo ottimamente fermi e le chiediamo di continuare a lavorare con la correttezza e la grande energia che senza dubbio le devono essere riconosciute.
In questi giorni ne abbiamo udite e viste di tutti colori, c’era da aspettarselo, la politica è anche questo e non di rado le situazioni nei momenti topici vengono tirate alle estreme conseguenze con l’obiettivo unico ed evidente di creare dei cunei nella maggioranza mettendola in difficoltà. Tutto questo fa parte del gioco democratico e lo dobbiamo certamente accettare senza stracciarci le vesti ne scandalizzarci ma abbiamo anche il dovere di non farci intimidire, di controbattere serenamente con la forza della nostra buona fede ed ancor più con la forza della verità.
Diciamo allora, chiaramente, che in maggioranza non esistono i burattinai e 35 utili idioti, diciamo che tutti in maggioranza abbiamo ben chiaro che questo passaggio su Cassa di Risparmio era ed è necessario e non abbiamo certo goduto nel constatare che si è dovuti arrivare a prendere decisioni unilaterali.
Diciamo chiaramente che noi come maggioranza non abbiamo nessuna sete di rivalsa, nessuna voglia di caccia alle streghe, nessun sentimento negativo, niente di tutto questo. Conosco personalmente e stimo professionisti che hanno esercitato ruoli in Cassa di Risparmio negli ultimi anni. Abbiamo semplicemente dovuto prendere atto che i risultati fino ad ora perseguiti non sono sufficienti e che il trend degli ultimi anni unito allo stato di salute attuale dell’istituto richiede una governance con altre caratteristiche che sono quelle di una marcata attitudine alla ristrutturazione e al rilancio bancario perché è esattamente di questo di cui adesso c’è bisogno.
Le nomine sono figlie di questo ragionamento che scusatemi se lo sottolineo platealmente ma è un ragionamento sacrosanto anzi è un ragionamento che colpevolmente (da un punto di vista politico) si è scientificamente evitato negli ultimi mesi/anni.
Dove è la vergogna in tutto ciò? Dove è lo scandalo?
Sono mesi, anzi anni che questo passaggio andava fatto, che il Consiglio Grande e Generale aveva deliberato di farlo, sono anni che gli organismi internazionali ci chiedono questo, quasi mendicandolo.
E adesso noi dovremmo vergognarci? Ma di cosa? Noi auguriamo buon lavoro al nuovo CdA ma vogliamo anche dirgli che li aspetta un compito non facile e vogliamo fargli sapere che dovremo essere molto esigenti con loro.
Avevamo il dovere di farlo, altro che vergogna, ma avevamo il dovere non con sentimenti punitivi che, credetemi non esistono, ma avevamo il dovere pensando ai risparmiatori che devono continuare ad avere un rapporto di piena fiducia con Cassa di Risparmio, avevamo il dovere pensando a coloro che in Cassa ci lavorano affinché anche la loro occupazione possa essere il più possibile tutelata pur non nascondendo che difficoltà ci saranno, avevamo il dovere nei confronti dei cittadini perché in Cassa di Risparmio in questi anni sono stati messi molti, moltissimi soldi pubblici e quindi denaro di tutti i concittadini.
Cari Consiglieri dell’opposizione voi in questi giorni nel Paese sugli organi d’informazione state ponendo la domanda sbagliata all’interlocutore sbagliato, non dovete chiedere a noi perché il governo abbia adottato certi atti così in fretta, dovete chiedere a voi stessi perché tali atti non siano stati adottati già nella scorsa legislatura; ed oltre a chiedervelo, e a trovare possibilmente una risposta plausibile, avreste anche il dovere di spiegarlo alla cittadinanza perché tutti sappiamo che la variabile tempo nella missione già da anni individuata di trasformare e riconvertire il nostro sistema bancario e finanziario è una variabile fondamentale che può determinarne il successo o l’insuccesso.
Questi ritardi si pagano, certo non voi ma il sistema li paga anzi li sta già pagando.
Perché dunque questo ritardo? Perché questa inspiegabile inedia nei confronti di decisioni chiare, inequivocabili come quella del cambio di governance di Cassa di Risparmio o della revisione degli assetti proprietari deliberate da un Consiglio nel quale – non scordiamolo mai – molti di voi sedevano sui banchi della maggioranza? Se avrete la gentilezza di darci qualche risposta precisa invece di continuare a menare il cane per l’aia ve ne saremo grati.
Io di tutto quanto riguarda il mondo bancario o finanziario capisco ben poco, nella vita faccio altro, negli studi ho approfondito altre discipline. E’ evidente che al cospetto di luminari quali quelli che siedono (o sedevano) in quest’aula e che da anni sono al capezzale del grande malato mi sento profondamente inadeguato.
Anche se i risultati, purtroppo, sono stati modesti e il malato non sta affatto bene. Una cosa però penso di averla compresa. Le strade che abbiamo davanti sono solo due. Non ne esistono altre.
O noi saremo capaci di indurre in tempi rapidissimi, nel pieno rispetto delle norme, delle procedure, delle proprietà la consapevolezza in tutti gli attori del nostro sistema bancario che è necessario addivenire ad una sua rapida ed equa ristrutturazione o riorganizzazione o semplificazione che dir si voglia oppure pagheremo come Paese un prezzo molto salato che si abbatterà purtroppo su tutta la cittadinanza e su tutto il tessuto economico e sociale.
La politica, tutta la politica, non può sottrarsi a questa responsabilità che è una responsabilità grave, gravissima, da non dormire la notte e non sottrarsi alla responsabilità significa agire senza tergiversare.
Ci sono situazioni che consentono confronti e trattative estenuanti da cui ognuno può ottenere un certo grado di soddisfazione, ci sono situazioni che per loro stessa natura (o più precisamente perché le si sono trascinate oltre il tempo massimo) richiedono decisioni rapide e tempestive anche con il rischio di scontentare qualcuno o anche con il rischio di commettere qualche errore e noi, per il motivo che ho accennato poco fa, siamo esattamente in questa situazione.
Il Governo ha agito risolutamente perché posto di fronte alla grave opzione non poteva che scegliere quella dalla quale ci attendiamo frutti benefici per il Paese, aveva il dovere di farlo! Aggiungo inoltre che, dal mio punto di vista, ha avuto la libertà di farlo non esistendo legami di altro genere che ne potessero limitare le azioni che riteneva giuste ed opportune e lo ha fatto. E questo in un Paese come il nostro non è cosa di poco conto.
Questi sono i motivi che ci hanno indotto ad agire e a farlo in fretta; non i fantomatici piani di occupazione straniera, non l’arroganza del potere, non la volontà di svendere per pochi euro l’istituto, anche i bambini sanno che è e rimarrà pubblico.
Si poteva fare meglio, non lo so, sicuramente come ho ricordato al Segretario Celli si potevano evitare degli errori che non hanno facilitato la strada. Certamente come maggioranza abbiamo sempre il dovere di ascoltare tutti gli attori in causa – e non mi riferisco in questo caso agli attori politici – anche se non ci amano e hanno visioni diverse dalla nostra e questo non sempre lo abbiamo fatto e io non penso che sia stata una buona idea.
Certamente abbiamo il dovere cogente di pretendere indicazioni più precise sull’idea che Banca Centrale ha del futuro del nostro sistema bancario perché gli elementi a loro disposizione cominciano ad essere importanti e perché le linee le deve dettare la politica ma una volta che sia stata pienamente resa edotta dello stato dell’arte.
Sicuramente dobbiamo pretendere da Banca Centrale un maggiore supporto alla semplificazione burocratica che i nostri Istituti di Credito chiedono perché si rendono conto, nel rapporto con la clientela, che siamo arrivati a livelli di complicazione intollerabili se paragonati con quelli della vicina Italia e di altri Paese Europei.
A questo proposito chiedo a tutti voi di non dimenticare mai che l’unica risorsa che le banche hanno sono i loro clienti, i loro correntisti i loro depositanti ed allora al netto di tutte le tutele normative per la trasparenza, contro il riciclaggio, contro il malaffare, occorre tenere anche presente che le banche hanno a che fare con dei clienti e il cliente esige sempre rispetto, chiarezza di rapporto, semplicità.
Però chiedo alle opposizioni ed anche a qualche sindacalista molto organico ai partiti politici di opposizione, più occupato a fare comizi contro il Governo che a preoccuparsi dei lavoratori del settore che stanno purtroppo perdendo la loro occupazione; qual è la vostra proposta per Cassa di Risparmio? Avete per caso delle idee concrete da suggerirci che non siano quella di aspettare ancora, con calma, magari un altro anno oppure che non sia banalmente quella di imbastire una teoria delle coincidenze per dimostrare che siamo tutti nelle mani del grande burattinaio? Se le avete fateci la cortesia di esplicitarle le ascoltiamo volentieri e magari le condividiamo anche, non abbiamo pregiudizi.
D’altro canto come ha più volte ricordato il Partito Socialista nei giorni scorsi siamo una maggioranza priva di esperienza e di conseguenza propensa all’errore molto pericolosa per il Paese, sull’inesperienza un fondo di verità ci potrà anche essere, sul pericolo per il Paese mi limito a constatare che la predica non viene da un pulpito molto qualificato e quindi rispediamo al mittente, però consigliere Mancini sappiamo distinguere un’opposizione che ci fornisce proposte e soluzioni magari diverse dalle nostre ma sulle quali possiamo ragionare da un’opposizione che mette in atto una mera strategia dilatoria con il solo obiettivo di non farci fare nulla e di fare incancrenire i molti problemi che gravano sul Paese. A capire questo, nonostante l’inesperienza, ci arriviamo.
Ecco fino ad ora abbiamo visto un’unica grande opposizione che con storie, sigle, stili, metodi artificiosamente differenziati persegue in realtà, anche sul tema Cassa di Risparmio, l’unica strategia della dilazione. Lo abbiamo visto in Commissione Finanze (comma comunicazioni seduta pubblica) con una sfilza di interventi fotocopia più che leciti e democratici, ci mancherebbe, ma tutti uguali tirati, spesso anche forzatamente, fino all’ultimo secondo del tempo disponibile con una prosopopea stile Tribuno della Plebe della Roma Repubblicana, lo abbiamo visto con i comunicati sincronizzati che escono dalle segreterie dei partiti e dei movimenti con precisione svizzera e che hanno tutti lo stesso filo conduttore solitamente nell’imminenza di passaggi politici importanti.
Tutto lecito, tutto grandemente democratico ma, mi consentirete, tutto anche criticabile ed opinabile. Altre opposizioni per ora non ne abbiamo viste, speriamo però si facciano avanti perché un errore che non commetteremo e di questo ne sono certo, sarà quello di rimanere aggrappati inermi alle nostre posizioni inchiodati in una inedia impostaci dall’esterno.
Abbiamo vinto le elezioni su una promessa di cambiamento, i risultati saranno il metro di giudizio, se non arriveranno quelli state tranquilli che lasceremo il passo. Prima però vogliamo provarci. Non siamo certamente infallibili e dobbiamo fare esercizio di umiltà, dai nostri errori dobbiamo e possiamo imparare e dobbiamo anche ascoltare la lezione che ci viene dalle parti avverse quando questa è giustificata e soprattutto quando chi ce la impartisce ha le carte in regole a livello di credibilità e di coerenza.
Guarda il video dell’intervento di Lorenzo Lonfernini: