Sono sempre più dell’idea che l’Ufficio di Presidenza farebbe una grande atto di verità se cambiasse finalmente la terminologia che viene usata nell’ordine del giorno, lo dico perché in aula abbiamo dei sacerdoti molto rigorosi sui formalismi istituzionali.
Propongo quindi che il comma numero uno venga denominato Comizi e Comunicazioni perché, senza voler generalizzare, dato che abbiamo udito anche ad interventi di sostanza e con contenuti di assoluto rilievo, assistiamo tutte le volte a dei veri e propri comizi elettorali di una campagna elettorale che sembra non essersi conclusa il 4 dicembre 2016 ma che pare debba proseguire all’infinito.
Il Consiglio Grande e Generale è così impegnato, mediamente, per 1 giorno intero ad ogni sessione nel Comma Comizi e Comunicazioni nell’ambito del quale assistiamo al paradosso di Consiglieri, solitamente i principali interpreti dei comizi, che si lamentano perché le decisioni importanti vengono spesso prese ad ore impossibili, in piena notte, o al termine di estenuanti sedute fiume quasi fosse una volontà della maggioranza e non una diretta conseguenza dell’uso che viene fatto del comma.
Cosa voglio dire con questa osservazione, che bisogna tarpare le ali al dibattito democratico o porre un limite alla libertà di espressione del singolo consigliere? Assolutamente no!
Voglio solo sommessamente segnalare che non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca e se entriamo tutte le volte nel terreno del comizio elettorale allora è evidente che siamo nel comma dei comizi e delle comunicazioni, basta saperlo e ci regoliamo tutti di conseguenza!! Dopo però è inutile lamentarsi se le sessioni consiliari durano intere settimane o se i costi che gravano sul fondo del Consiglio Grande e Generale aumentano in maniera esorbitante – nei mesi scorsi abbiamo assistito a polemiche anche su questo – anche perché ritengo sarebbe possibile da parte di tutti i gruppi consiliari esprimere le proprie posizioni politiche in maniera esaustiva chiara e molto incisiva anche senza parlare per ore ore e ore ribadendo spesso concetti triti e ritriti.
Sulla questione dei titoli di Banca Centrale, non ne abbiamo già parlato miriadi di volte?
Non c’è un indagine penale in corso? Mi sembra di si quindi attendiamo le risultanze dell’indagine e poi tireremo le somme, però fa un po’ specie udire oggi che vengono presi per oro colato memoriali redatti da personaggi ai quali fino all’altro ieri ci si è rivolti con epiteti irripetibili additandoli come il peggior prodotto della specie umana. L’importante è che si faccia luce una volta per tutte sulla vicenda ma, lo dico per l’ennesima volta, l’unica cosa certa è che ciò non possa avvenire in quest’aula nella quale facciamo tutti politica,
politica di parte perché non mi risulta ne esista di altra natura.
Così come gli attacchi personali verso attuali membri del C.D.A. di Carisp, ivi compreso il Presidente, mi sembrano attacchi gratuiti dal momento in cui si chiamano in causa in maniera molto forzata e poco onesta dal punto di vista intellettuale, presunti conflitti d’interesse per il fatto che egli stesso presiede, in quanto presidente di Carisp, anche una società da Cassa di Risparmio controllata sempre nell’ambito del recupero dei crediti Delta.
Stiamo vicini al C.D.A. di Cassa di Risparmio! A tutto il C.D.A., al Collegio Sindacale, membri di maggioranza, di opposizione e membri indicati dalla Fondazione, perché sta affrontando passaggi delicatissimi che sono solo l’epilogo di problematiche che hanno radici antiche, come tutti sappiamo, stiamogli vicino, al suo interno ci sono professionalità ed esperienze importanti quasi tutte sammarinesi che non possiamo gettare alle ortiche, sarebbe sciocco e autolesionista. Il miliardo di euro purtroppo, per usare un termine colorito coniato nei giorni scorsi, ce lo hanno “ciulato” qualche anno fa in un clima di generale rassegnazione – quello si difficile da comprendere – che contagiò implacabilmente anche qualche tardivo manifestante di oggi.
Per la verità ci hanno “ciulato” ben più di un miliardo perché da quanto so io il danno patrimoniale che ha subito Cassa di Risparmio in tutti questi anni ammonta a cifre ben superiori. E qui vorrei dire al Consigliere Ciavatta che anche io ho sentito molte storie diverse sulla genesi di Delta, di solito la trama, i protagonisti e il ruolo del cattivo cambiano a seconda del narratore. Sarei curioso di sapere quindi, visto che sono vicende che ne io e ne lei abbiamo vissuto in prima persona, chi è il suo narratore o forse sarebbe meglio dire il suo suggeritore, anche se riconosco che avendo lei partecipato a una commissione d’inchiesta che indagò sulla vicenda ed avendone sottoscritto la relazione finale probabilmente ha più informazioni di me.
Vengono mosse molte critiche alla maggioranza e al governo e ciò è naturale, oserei dire dovuto, ma mi spingo oltre, in alcuni casi anche meritato, fra le tante ve ne è una quantomeno singolare, il consigliere Bucci ma anche il consigliere Ciavatta ci rimproverano di avere restaurato i metodi della cosiddetta vecchia politica: l’opacità, il favorire gli amici, il clientelismo, la disonestà. Bene. Tutto ciò non mi scandalizza anche se ovviamente mi dispiace, il paradosso dove sta, sta certamente nel fatto che queste accuse ci vengono mosse all’unisono da chi avrebbe i titoli per farlo e da chi invece non ce li ha nella maniera più assoluta.
Le critiche ci vengono mosse in realtà – e qua dissento fortemente dal Consigliere Giuseppe Morganti – da un’entità politica nella quale è ormai praticamente impossibile distinguere dove finisce Rete, dove inizia la Democrazia Cristiana o il Partito Socialista, o il P.S.D. e questo non lo dico banalmente per gli atteggiamenti esteriori che vediamo palesarsi qua in Aula ma perché mi sembra di cogliere sempre più nelle posizioni pubbliche e meno pubbliche di questo costituendo fronte politico la difesa ormai palese di un sottobosco molto ancorato ad un conservatorismo che in passato ha privilegiato – in maniera lecita per carità – ben determinati interessi economici. Questo lo dico con grande rispetto ma è una cosa di cui sono piuttosto convinto.
Eppure io rimango dell’idea che un “modus vivendi” dobbiamo trovarlo in quest’aula e non lo dico per un buonismo di facciata ma lo dico perché sono tante e tanto grandi e tanto complesse le problematiche che dobbiamo affrontare che anche il vituperato, da parte di molti, Fondo Monetario Internazionale ha scritto nel suo report che occorre un clima di grande collaborazione per raggiungere il risultato, lo dico poi, in secondo luogo, perché in alcuni interventi anche pesantemente critici – ne cito uno su tutti quello del Consigliere Mussoni – da parte di consiglieri di opposizione si può comunque evincere una disponibilità in tal senso che deve essere sottolineata e colta.
Così come, ad esempio, non è sfuggito un passaggio sulla riforma pensionistica scaturito dal tavolo che le opposizioni hanno allestito con le forze sociali nel quale si fa riferimento al fatto che la riforma deve scaturire da un patto fra generazioni che è anche ciò che noi come maggioranza sosteniamo e che però ha un significato ben preciso ossia che non esistono posizioni intangibili o diritti acquisiti intangibili perché i diritti che diamo per acquisiti toglieranno inevitabilmente diritti basilari per le generazioni più giovani.
Così come mi piacerebbe sviluppare un ragionamento sereno – con il supporto di dati e numeri reali sull’andamento del gettito fiscale – con tutta l’aula sugli effetti della riforma tributaria del 2013, sull’introduzione della “Smac Fiscale” per comprendere, a cinque anni di distanza dalla sua entrata in vigore, se ha effettivamente portato i risultati sperati o se va rivista o se, ancora peggio, è una strada che non sta portando cose positive.