CGG di maggio: cosa è successo dentro l’aula

CGG di maggio: cosa è successo dentro l’aula

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Le parole hanno un peso specifico e un valore. Seppure questa sia diventata l’epoca delle parole senza valore, la cultura dei social network dove è permesso dire tutto e il giorno dopo dire il suo contrario, senza il minimo problema o scrupolo, noi rimarchiamo con forza che le parole e i comportamenti, specie da parte di chi rappresenta le istituzioni, devono essere misurate.

Ciò che è accaduto in CGG e contemporaneamente accadeva nel CdA di Carisp denota una precisa regia e una precisa volontà.

Un consigliere di Democrazia in Movimento ha deliberatamente mancato di rispetto alle Loro Eccellenze, contravvenendo alle regole e alle ripetute richieste della Reggenza. Si è rifiutato di partecipare all’UdP che ne è seguito, ha aggredito verbalmente e fisicamente membri del congresso e consiglieri. Tanto che la Reggenza ha dovuto abbandonare l’aula.

Altri due consiglieri di DiM hanno continuato urlando insulti pesanti agli altri Consiglieri e al Congresso di Stato. L’intera coalizione DiM infine, nonostante l’appello delle LLEE ha contravvenuto al rispetto degli accordi presi nell’UdP della sera prima.
Contestualmente a tutto questo accadeva un blitz, come i giornali lo hanno definito, durante il cda di Carisp, di un consigliere di Rete e di un sostenitore ricoprendo di insulti e minacce i membri dello stesso cda. I quali hanno verbalizzato tutto l’accaduto firmando il documento all’unanimità.

RF intende innanzitutto esprimere la propria solidarietà alle Loro Eccellenze per l’accaduto e rimarcare con forza il proprio sostegno.

Stigmatizziamo e censuriamo atti del genere. Noi procederemo con serena fermezza senza cedere a provocazioni ma anche senza cedere alla paura che gli atteggiamenti di questi giorni fanno presagire.

La violenza, verbale o fisica (non c’è poi tanta differenza), non è lo strumento per fare valere le proprie ragioni politiche: non si può, e non si deve, rispondere ad un’eventuale irregolarità con un sopruso maggiore. Non è questa la strada.

RF e la maggioranza tutta non si farà intimidire da certi atti violenti, anzi perseguirà i propri progetti politici nonostante gli ormai innumerevoli tentativi di rallentare per non dire piantare ogni progetto da parte di alcuna opposizione.
Dialogando solo con chi, ad oggi, sarà davvero disponibile a farlo. Non più tardi di qualche giorno fa lo sciopero indetto dalle OOSS ha richiesto dialogo, più dialogo. E nessuno si è tirato indietro.

Però i fondamentali del confronto prevedono il rispetto, la legittimazione la volontà di non sfociare in provocazione e prevaricazione: dialogare difatti non significa accettare in blocco necessariamente ciò che viene detto o modificare la propria idea qualora non fosse uguale.

Numerosi sono gli attacchi gli insulti e le provocazioni che dopo l’accaduto e ancora oggi continuano su Facebook da parte degli stessi consiglieri di DiM o loro candidati.

L’invito è quello di arrotondare i toni, ovattare le parole, abbassare l’asticella dei modi e dei contenuti. Per l’aula e per i concittadini.

Spettacoli del genere non sono d’aiuto per nessuno e non devono più accadere. Chi si comporta in questo modo non è amico della Repubblica e dei sammarinesi. Atteggiamenti del genere contribuiscono solo a esasperare gli animi e incitare all’odio e anche la violenza anche e soprattutto fuori dall’aula, che invece non deve essere avallata in alcun modo.

Non rispettando le LLEE o i Segretari di Stato o i Consiglieri non si manca di rispetto alle singole persone, ma a ciò che loro rappresentano in quel momento: cioè le istituzioni.

Tutti apparteniamo alle istituzioni e il CGG è forse l’istituzione più importante. Anche i consiglieri di opposizione sono un’istituzione. Togliendo rispetto al consiglio tolgono rispetto a loro stessi alla storia di San Marino ai valori e a tutti i cittadini. Compresi i loro stessi elettori.

Un appello quindi anche al resto delle opposizioni: a quella frangia di opposizione che non si rivede in questo fanatismo ingiurioso, in questo integralismo squadrista paramilitare e oltranzista. Un invito a prendere pubblicamente le distanze da questo tipo di comportamenti. Iniziamo a scendere ciascuno dalle torri in cui siamo arroccati. Si inizi una volta per tutte con l’ascolto, anziché con l’insulto.

Rinnoviamo ancora una volta la disponibilità a ripartire col confronto. L’intera coalizione Democrazia in Movimento faccia un passo indietro in merito all’accaduto e si assuma le proprie responsabilità una volta per tutte. E ripartiamo da qui.

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