Dopo la bufala del Colpo di Stato, lanciata con la leggiadria di una gita fuori porta una domenica pomeriggio del mese di Dicembre 2017, dopo aver esperito, sul piano interno, tutte le strade possibili fino a ricorrere ripetutamente al Collegio Garante di Costituzionalità delle Norme ed essere stati altrettanto ripetutamente sbugiardati, durante l’ultima seduta del Consiglio Grande e Generale abbiamo avuto la prova dell’annunciato “salto di qualità” della politica sammarinese.
Questa volta dobbiamo ringraziare il Consigliere Marco Gatti che “in gran segreto” (a quanto pare anche all’insaputa del suo stesso Partito) ha deciso di segnalare il suo Paese al Consiglio d’Europa per inaffidabilità dell’Organo Giudiziario.
Accanto a una sostanziale tranquillità, dettata dal fatto che tutti i passaggi contestati si sono svolti nel solco della correttezza e del dettato legislativo, non possiamo tacere che questo ennesimo atto produrrà delle conseguenze molto negative sull’immagine della Repubblica che inevitabilmente verrà accostata, a livello internazionale, a Paesi sottosviluppati nei quali la democrazia non è scontata e la certezza del diritto non esiste.
Ci saranno ricadute nefaste non tanto per il Governo o per la maggioranza ma per tutto il Paese, un atto che probabilmente allontanerà investitori e metterà ancor più in difficoltà l’economia della Repubblica di San Marino.
Dopo avere tentato, senza successo, di screditare la Reggenza, Suprema Garante delle Istituzioni – avvalendosi di un Istituto come quello del Sindacato volto a tutelare i cittadini da possibili prevaricazioni o inadempienze e non certo da utilizzare come strumento di lotta politica – adesso si passa al discredito nelle sedi internazionali dell’intera Repubblica dipingendola come un Paese da operetta.
Sarebbe più opportuno e utile confrontarsi su come fare crescere il Paese piuttosto che cedere alla tentazione di spostare la lotta politica su piani che non le competono; non aggiungiamo, con atti come questo, ulteriori problemi a quelli che purtroppo abbia già.
La Repubblica prima di tutto!