La U.O.C. di Pediatria, come è pubblicamente noto, ormai da diversi anni convive con alcune difficoltà quali ad esempio il reperimento di nuovi professionisti e il niente affatto trascurabile avvicendamento degli stessi (dal 2011 hanno lasciato l’Ospedale di Stato 12 pediatri, di cui 9 per dimissioni).
Mai come in pediatria risulta fondamentale, sia per la effettiva qualità della prestazione erogata sia per il buon outcome della qualità percepita dai genitori dei piccoli pazienti, la continuità delle cure (fatte salve, è ovvio, le prestazioni in regime di urgenza); la possibilità cioè di poter essere assistiti sempre dal medesimo specialista. Di ciò sono prova le frequenti raccolte di firme da parte dei cittadini-genitori, volte a chiedere la risoluzione delle annose criticità.
Repubblica Futura è consapevole che il problema si inscriva in un contesto dal panorama ben più ampio e noto, che comprende il difficile reperimento di specialisti pediatri anche e soprattutto negli ospedali italiani (non per niente il bando di concorso internazionale recentemente emesso presso il nostro ospedale è andato deserto) e che il lavoro della competente Segreteria di Stato e del Comitato Esecutivo ISS sia volto nella direzione della risoluzione del problema. La legge-medici in seconda lettura nel prossimo Consiglio e la creazione di nuovi ambulatori sono sforzi e impegni che riconosciamo e apprezziamo.
Pur tuttavia i problemi della UOC Pediatria purtroppo non si risolvono con i questionari né con il parametro dei minimi reclami all’URP (ufficio relazioni col pubblico) immaginando che a dei genitori in visita col loro piccolo ammalato, magari febbricitante, poco importi di scendere in un ufficio per compilare fogli e burocrazie.
Ai dati statistici grezzi va dato l’adeguato peso e valore nelle sedi opportune, ad esempio in termini di linee di indirizzo sanitarie, obiettivi di risultato e di budget; occorre ripartire dall’ascolto delle criticità esposte dai genitori e dai cittadini, adoperandosi per attirare e mantenere all’interno del nostro ospedale un team stanziale di professionisti con contratti a tempo indeterminato vantaggiosi ma equi e trasparenti, concorrenziali con la confinante Italia, con adeguato regime pensionistico e con la possibilità di una libera professione opportunamente regolamentata. Che di fatto è l’obiettivo che la legge-medici si prefigge per contrastare una tendenza aggravata, nel nostro Paese, dai referendum sulla libera professione e sul tetto degli stipendi pubblici.
Seppure talora possa ingolosire la pubblicazione di qualche dato, non si riduca tutto a qualche crocetta o a qualche percentile.
Non si cada nell’errore, come spesso può accadere in Medicina, di concentrarsi a curare “il foglio delle analisi o i referti delle lastre”, quanto piuttosto ci si rivolga al piccolo (in questo caso) paziente.
Emmanuel Gasperoni
Consigliere RF