La montagna ha partorito un topolino!

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Dopo giorni di annunci, di rassicurazioni, di “non vi lasceremo soli”, di “a breve uscirà un Decreto che darà ossigeno alle attività economiche”, di “il Governo è al lavoro per sostenere l’economia”, di “stiamo ragionando sulle migliori misure da mettere in campo per superare questa fase”, ed altre frasi simili, è finalmente uscito il Decreto.

Peccato che contenga sostanzialmente solo una misura a sostegno dell’economia: la possibilità di vendere on line e far consegna a domicilio per le attività economiche, tra l’altro con mille prescrizioni burocratiche assolutamente insensate e non presenti ad esempio nella vicina Italia.

“Il Governo con questo intervento – sottolinea il consigliere di Repubblica Futura Andrea Zafferani – pone semplicemente rimedio ad un clamoroso errore che ha fatto col Decreto 52/2020, quando ha vietato alle imprese non già iscritte al registro e-commerce di poter vendere on line. Una scelta senza senso. Ora, nel cercare di tornare ad un approccio logico per permettere alle imprese di lavorare almeno un po’, affoga le stesse di burocrazia, moduli, disposizioni, addirittura andando a scrivere come deve essere effettuato il giro delle consegne: una scelta che si commenta da sola. Lo stesso Ufficio Attività Economiche, a cui il Decreto ha demandato definire le disposizioni applicative, le ha dovute emanare in via provvisoria, rimandando al futuro una più puntuale regolamentazione che comunque creerà altri inutili procedimenti. Manca qualunque intervento reale di sostegno ad aziende che sono da settimane alle prese con chiusure forzate, crolli della domanda e perdite, che le possa aiutare a far fronte al pagamento delle tasse, dei dipendenti, degli affitti e delle quote interessi dei mutui, obbligazioni che purtroppo vanno saldate senza pause. Se non si reperisce velocemente liquidità e non la si immette nel sistema economico, anche a fondo perduto, per permettere alle imprese di far fronte ai pagamenti e investire nella ripartenza, e se non si sospendono imposte e contributi dovuti per un congruo periodo, dal 5 maggio in poi avremo una montagna di chiusure, disoccupazione e crollo delle entrate per lo Stato”.

Il Decreto, inoltre, rateizza il Tfr dovuto per i dipendenti pubblici che, anzichè essere pagato ad Aprile, sarà pagato in 3 rate fra Aprile e Giugno: questa è la plastica dimostrazione del fallimento del Governo nel ricercare la liquidità necessaria per sostenere le esigenze dello Stato.

“Abbiamo più volte sottolineato – afferma il consigliere di Repubblica Futura Sara Conti – che occorresse lavorare alacremente a livello di politica estera e rapporti diplomatici, per ottenere finanziamenti a livello internazionale, anche sfruttando i canali multilaterali di cui San Marino fa parte (ad esempio la Bers, a cui abbiamo recentemente aderito, che ha di recente emesso dei bond per aiutare i Paesi membri ad affrontare la ripartenza post virus), ma non sappiamo se e come San Marino si stia muovendo. Sentiamo solo generiche dichiarazioni che non portano a nulla. Questo immobilismo è grave, perché oltre alle risorse interne presenti e che vanno messe in campo (ad esempio parte della liquidità di Banca Centrale e del Fondo Servizi Sociali), vanno reperiti urgentemente finanziamenti esterni che siano il più possibile a lungo termine e a basso costo. Altrimenti il futuro del Paese è nero”.

Sottolineiamo anche che il Decreto prevede la stabilizzazione del personale precario dell’Iss, ma solo per quella parte che abbia dei ricorsi amministrativi pendenti rispetto alle stabilizzazioni del 2012 e 2016.

Repubblica Futura crede, invece, che occorra emanare un provvedimento straordinario per procedere rapidamente alla stabilizzazione di tutto il personale medico e infermieristico che lavora presso l’Iss e che abbia dei minimi requisiti di servizio, perché in questo momento non possiamo rischiare assolutamente di perdere i nostri migliori professionisti, come invece purtroppo sembra stia accadendo in alcuni ambiti.

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