La nuova RETE

La nuova RETE

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Ne è passato di tempo da quando orgogliosamente i Consiglieri retini disdegnavano brioche e cappuccino nella buvette di Palazzo Pubblico e il posto auto: simboli della casta che volevano abbattere.

E’ superato il periodo in cui per anni – dall’inizio della presenza del movimento in Consiglio Grande e Generale – si evitava la presenza a ogni evento istituzionale come tratto distintivo.

La nuova immagine è diversa: identica agli stereotipi combattuti, lontana dal marchio di fabbrica del dark look, dei simboli dell’anarchia e delle t-shirt di lotta. Oggi si sono finalmente sdoganati fili di perle, abiti alla moda, accessori high-tech (forse per favorire il commercio sammarinese).

Non si rendicontano più le spese – altro fiore all’occhiello passato – e si è presa la tanto criticata abitudine dei Governi, verso i quali hanno fatto opposizione, di non pubblicare i documenti propedeutici alle delibere del Congresso di Stato, o quelli derivanti dalle stesse (che vengono rigorosamente sempre posti agli atti, quindi resi non visibili); mentre non si disdegna di nominare gli amici degli amici in posti strategici, anche retribuiti, o comunque di bypassare assai agevolmente (con un forte senso di libertà) i concorsi per individuare figure apicali in vari settori.

E’ in atto una lenta mutazione genetica che ieri il comunicato in difesa dei leader alla sbarra in tribunale ha formalizzato. Si è solo alzata la voce per amore del Paese, come se fosse una giustificazione plausibile per atteggiamenti non al di sopra delle righe, fuori da ogni logica di comportamento normale o naturale. Non accettabile per qualsiasi cittadino, normale per alcuni politici.

Ci piace fare questo piccolo inciso perché dopo avere vomitato per anni tonnellate di fango su partiti e persone, con attacchi sempre di natura personale e illazioni fuori da ogni logica e buon senso, i rivoluzionari, a forza di bere l’acqua del Pianello, ora mangiano le “brioche statali”, sono felici nei posteggi riservati e hanno addirittura iniziato a mostrare insofferenza e aggressività verso chi critica il loro Governo (ricordate quando il diritto di critica, che spesso travalicava nel diritto di insulto senza possibilità di replica, assurgeva a pietra miliare della democrazia parlamentare, per qualche retino doc?).

Evidentemente oggi stanno lavorando per noi a fin di bene, come prima hanno lavorato per noi con atteggiamenti definiti, con il lessico governativo al di sopra delle righe, superati, parecchie volte; ad esempio, quando agitavano i cartelli contro gli stipendi di Banca Centrale, istituzione con cui si è stretto un patto d’acciaio e che si ricompensa con una difesa degli stessi stipendi contro cui ci si scagliò.

Il nostro auspicio è che i risultati si vedano per i cittadini, risultati per uscire dall’emergenza post COVID, risultati per il sistema economico, per i pensionati e per i giovani.

Non vorremmo che in questo cambiamento genetico l’impegno sia solo per difendersi in tribunale, completare il Risiko di nomine e incarichi, declinato secondo il Manuale Cencelli, e saldare qualche debito di riconoscenza con chi li ha supportati nella corsa verso il Governo.

Ah, dimenticavamo: il comunicato di Rete, nell’elencare le nefandezze del passato, che, a detta loro, hanno combattuto, hanno dimenticato di citare il Conto Mazzini, il procedimento che ha scoperchiato (questo si) tutto il sistema malato che ha imperversato negli anni nella Repubblica.

Quello per cui una volta, con una goliardica manifestazione, portarono le arance sotto la cella che ospitava provvisoriamente uno degli imputati di quel processo. Sarà un caso che stiano facendo di tutto per bloccarlo, questo processo, assieme ai loro alleati, attaccando tutti i giudici che se ne stanno occupando?

Sarà un caso che, nel revisionismo storico di Rete, contino solo gli ultimi 3 anni, mentre le cose del passato fatte da alcuni dei loro attuali alleati possano andare in secondo piano?

Il tempo certamente, come sempre, sarà galantuomo e renderà conto a tutti del significato profondo e concreto della parola “coerenza”.

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