Vi pare possibile che il nostro Paese finisca monitorato dal Consiglio d’Europa per le questioni della Giustizia e dal Governo, dalle istituzioni, nessuno dica una parola? Eppure è così. Apprendiamo dalla stampa – ma in effetti basterebbe consultare il sito del Consiglio d’Europa – che il Comitato di monitoraggio del COE ha deciso, dopo un voto, di effettuare un rapporto di esame periodico su San Marino.
Avremmo preferito ricevere questa notizia dal Segretario di Stato alla Giustizia o dal Presidente della Commissione per gli Affari di Giustizia, ma, a quanto pare, non se ne stanno preoccupando molto.
In effetti di cose da indagare ce ne sono non poche. A partire dalla lettera che vari Magistrati del Tribunale avevano inviato proprio all’attenzione del Consiglio d’Europa nell’anno passato, prima che un buon numero di essi fosse cacciato dal ruolo.
Consigli Giudiziari Ordinari non convocati, o nei quali è stato impedito ai magistrati di esprimersi con un voto; leggi retroattive, dalla incerta applicazione; magistrati allontanati dai propri ruoli con un voto politico, altri rimessi in sella con le stesse modalità; arbitrii e prevaricazioni della politica sulla magistratura. Uno spettacolo agghiacciante sul quale, evidentemente, il Consiglio d’Europa continua a volerci vedere chiaro.
Interessante che, nella passata legislatura, fosse stato proprio un consigliere di opposizione, oggi addirittura Segretario di Stato, a cercare di attivare questa procedura contro San Marino. Allora la proposta fu ovviamente bocciata e San Marino non entrò nel novero dei paesi da “controllare”. Oggi però le cose sono cambiate, segno che anche in questo campo l’attuale Governo e l’attuale maggioranza sono riusciti nell’intento di attirare l’attenzione del più importante organismo multilaterale nel campo della salvaguardia dello stato di diritto e dei diritti umani, che – questa volta si! – ha deciso che in Repubblica ci sia qualcosa che proprio non convince.
Oggi qualcuno vorrebbe cancellare con un colpo di spugna tutti quei fatti. Come se non fossero pendenti cause in tribunale, come se le ripercussioni di quei fatti non si sentissero ancora oggi.
Repubblica Futura spera sinceramente che il nuovo Dirigente del Tribunale possa riuscire a far funzionare il comparto della giustizia nel nostro Paese. Abbiamo dimostrato apertura e volontà di confronto. Certamente non potremo mai dimenticare quello che, ben prima che il nuovo Dirigente arrivasse a San Marino, è stato fatto, qualcosa che – lo abbiamo già scritto – ha il significato di atti totalmente contrari allo stato di diritto ed al principio della separazione dei poteri.
San Marino, 11 febbraio 2021