Debito senza riforme

Debito senza riforme

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Un articolo dell’Informazione di ieri, facilmente confermato peraltro da chiunque abbia la possibilità di accedere ai documenti che vengono presentati agli investitori sui mercati, ha dato al Paese informazioni precise su come sarà utilizzato il debito pubblico che il governo ha appena deciso di mettere sulla testa dei sammarinesi.
Il fatto che i bond siano stati collocati è un segnale positivo per San Marino e significa che l’attuale governo non ha ereditato un paese in ginocchio come voleva fare credere. Repubblica Futura era d’accordo sulla necessità di trovare un finanziamento – come ha dimostrato votando l’odg consiliare del 23 aprile dello scorso anno – ma non con queste modalità e finalità. Ci attendevamo un utilizzo produttivo, capace di generare un ritorno economico che ci aiutasse a ripagare il debito stesso: invece, quello che emerge dai documenti presentati agli investitori, è piuttosto tragico.
Circa 150 milioni saranno utilizzati, da un lato, per rimborsare un titolo zero coupon detenuto da Carisp (93 milioni circa); e, dall’altro, per rimborsare i 55 milioni di euro di prestito dato da Banca Centrale.
Altri 150 milioni (almeno) saranno invece destinati in parte al rimborso del prestito Cargill e, per un’altra parte non meglio definita, a non meglio precisati “progetti di sviluppo a San Marino”.
L’altra parte del prestito Cargill sarà rimborsata, afferma sempre il governo, “tramite entrate fiscali”: considerato che non ne abbiamo a sufficienza, visto il buco di bilancio che generiamo ogni anno, c’è da temere un prossimo aumento delle tasse per ripagare una parte del debito Cargill?
Quale che sia la risposta a questa domanda, emerge che, presumibilmente, poco meno di 300 milioni di euro dei 340 milioni che abbiamo preso a prestito saranno con tutta probabilità letteralmente buttati via, destinati a rimborso di prestiti pregressi senza alcun ritorno economico. Anzi, aumenteremo il costo che pagheremo per gli interessi (visto che tutti i prestiti che rimborseremo erano in essere a tassi inferiori al 3,25% prevista dall’emissione dei bond).
Quello che rimarrà dei 340 milioni, con molta facilità, dovrà essere usato per coprire il tremendo buco di bilancio che produrremo nel 2021 (70 milioni almeno, che di sicuro aumenteranno per effetto dell’incremento della spesa sanitaria). E probabilmente neppure basterà.
Ecco perché il governo ha dovuto accorciare così tanto la durata del bond (3 anni) e garantire un rendimento così elevato (3,25%), altrimenti con questo tipo di approccio di utilizzo del debito sarebbe stato impossibile essere credibili ed ottenere finanziamenti a lungo termine.
A noi come sammarinesi, però, importa poco del pensiero degli investitori che, giustamente, fanno i loro conti e cercano disperatamente (oggi più che mai) titoli che abbiano un qualche rendimento.
Importa invece capire come farà il Paese a ripagare il debito, fra soli 3 anni, avendo sancito che butterà via dalla finestra i soldi che entreranno.
E, prima ancora, come farà a pagare gli interessi su questo debito (11 milioni all’anno) avendo un deficit enorme la cui riduzione è un tema che non viene minimamente affrontato da questo governo.
Noi siamo estremamente preoccupati per la sostenibilità del nostro Stato.
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