Se c’è una cosa in cui eccelle il governo è quella di massacrare progetti, utilizzando se possibile qualche esposto in tribunale, per giustificare la sua inconsistenza politica e una cronica mancanza di idee.
Le telecomunicazioni sono la terra promessa per raccontare un nuovo romanzo criminale e vivacizzare l’asfittica estate sammarinese.
Un OdG del Consiglio Grande e Generale, un CdA (di AASS) riprogrammato con la legge spoil system per eseguire gli ordini del governo, un altro CdA (di NetCo) che, nella splendida solitudine della maggioranza, governa la società verso la chisura del bilancio 2020 con un deficit monster e la messa in liquidazione. Questa la storia.
Una storia in cui si innesta l’ennesimo esposto di Roberto Ciavatta, uomo che – fra denunce subite ed esposti presentati – ha ormai messo le tende ai tavolucci e ha basato la sua fortuna politica sulle polpette avvelenate.
Trasparenza sulle scelte quando si parla di denari pubblici sarebbe auspicabile, così come guardare in prospettiva ai progetti infrastrutturali per il Paese.
Avere una rete di telefonia mobile moderna, efficiente, aperta a tutti gli operatori era l’obiettivo che si intendeva perseguire con Public NetCo SpA. Un progetto, lo ricordiamo agli smemorati, già iniziato nelle legislatura 2012-2016 quando Emanuele Valli, direttore AASS, era il grande manovratore delle TLC nazionali, varando prima il faraonico progetto fibra FTTH, poi lanciando AASS nel settore della telefonia mobile, quindi mettendo in atto una inutile competizione con l’unico player esistente a San Marino.
Una storia mai raccontata all’apice della quale l’AASS di Valli, nella primavera 2016, pareva quasi lanciata all’acquisizione della società privata nel settore delle TLC a San Marino.
Poi qualcosa cambia e proprio Valli – insieme a un dipendente di AASS anch’egli al centro delle attività delle TCL di AASS almeno fino al 2019 – diventa l’inquisitore sulle attività di NetCo, licenziando una misteriosa relazione secretata e nascota all’opinone pubblica.
L’idea di base del precedente governo era di avere una infrastruttura pubblica di proprietà dello stato per le TLC fissa, come accade per la rete FTTH, e mobile. Lo stesso concetto delle rete idriche ed energetiche.
La scelta poteva non piacere ed eravamo pronti a valutare eventuali alternative purché presentate con chiarezza. Invece assistiamo alla demolizione di un progetto solo perché appartiene a un altro governo e senza fare nulla per risolvere i problemi della telefonia mobile.
Repubblica Futura è molto preoccupata: non di Public NetCo SpA, società già morta de facto dal gennaio 2020, ma dei destini dell’Azienda Autonoma di Stato per i Servizi Pubblici. Il CdA di AASS sta dimostrando – nella gestione del dossier TLC – autonomia nulla rispetto all’esecutivo, idee zero su come assicurare i servizi, opacità totale nella nomina dei membri del CdA di Public NetCo. Non è dato sapere come AASS intenda gestire le perdite di esercizio e la liquidazione della società; come AASS pensi di tutelare l’ente rispetto ad azioni politico-giudiziarie di membri di governo in cerca di notorietà; come il maggior Ente dello Stato per patrimonio e attività voglia tutelarsi rispetto ad azioni legali e ad oneri di risarcimento danni.
Ci saremmo aspettati dal CdA di AASS, visto che non è espressione del governo ma del Consiglio Grande e Generale, che riferisse su quanto stava avvenendo e, nel legittimo rispetto dei ruoli fra maggioranza e opposizione, informasse le istituzioni rispetto a dinamiche che avranno un onere ecomomico per lo Stato.
Putroppo così non è stato e il 30 giugno AASS, socio unico di Public NetCo, approverà il bilancio e ragionevolmente, da quanto ha già detto il governo, metterà in liquidazione la società attivando effetti economici sull’ente non quantificabili.
RF auspica che il CdA e il collegio sindacale dell’Azienda siano edotti rispetto alle resposabilità che si stanno assumendo con azioni portate avanti nell’ombra e con la prospettiva che la legittima attività dell’organo giudiziario – resa di fatto pubblica dai verbali dell’assemblea dei soci Pubic NetCo maldestramente pubblicati con tanto di allegato decreto del giudice – possa aumentare il danno economico diretto per l’Azienda e bloccare ogni implementazione della rete di telefonia mobile a San Marino.
Il risultato finale è questo: all’uscita della pandemia e con un accordo appena firmato con Amazon sull’innovazione tecnologica, abbiamo una rete di telefonia mobile ferma almeno al 2015 e una partnership strategica e tecnologica – firmata con uno dei tre player mondiali del settore – buttata nel bidone senza un piano B.
AASS è un ente pubblico e non una riserva di caccia di alcuni esponenti politici: perciò restiamo fortemente perplessi di fronte a quanto accaduto in questi mesi, portato avanti da chi chiedeva (giustamente) trasparenza nella gestione dell’Azienda e poi, appena l’ha presa sotto la propria ala politica, ha cambiato totalmente atteggiamento.