Negli ultimi mesi ho letto diversi comunicati e dichiarazioni riguardo all’ormai famoso Accordo di Associazione che San Marino, insieme a Monaco e Andorra, sta negoziando con l’Unione Europea.
I contenuti alquanto bizzarri di tali comunicati recitano davvero troppe inesattezze, quando non addirittura complete falsità e desideravo da un po’ avere la possibilità di scrivere brevemente sull’argomento, per tentare di mettere un po’ di ordine in tutta questa confusione.
Non che mi voglia arrogare il diritto si salire in cattedra e fare la maestrina, ma dato che ho speso un anno in Belgio a studiare Relazioni Esterne dell’UE e dato che ho scritto la mia tesi finale proprio sull’Accordo di Associazione tra San Marino, Monaco, Andorra e l’Unione Europea, qualcosina sull’argomento credo di poterla dire. Sperando che serva al lettore che si trova di fronte contenuti così discordanti a riguardo, per chiarirsi un po’ le idee.
Iniziamo dal rapporto con l’Italia.
In alcuni slogan elettorali si legge di procedere prima con un rinnovato e completo accordo con l’Italia e solo poi passare a quello con l’Europa perché, a detta di alcune forze politiche, “solo tale relazione privilegiata (con l’Italia) ci consentirebbe eventualmente di sedere poi con tutt’altra forza al tavolo con l’Unione Europea, con lo scopo di negoziare condizioni vantaggiose per il nostro Paese”. Chi vi dice questo, e lo devo proprio dire con molta chiarezza, sta descrivendo una situazione completamente irrealizzabile e fasulla.
Perché non è possibile concludere un accordo bilaterale onnicomprensivo con l’Italia, senza prima aver concluso e firmato l’Accordo di Associazione con l’Unione Europea?
L’Italia, in quanto Stato membro dell’Unione Europea, deve sottostare ai vincoli derivatigli dal Trattato di Lisbona, che stabilisce, tra le altre cose, quali siano le competenze esclusive dell’Unione Europea. Nelle materie in cui l’Unione Europea ha una competenza esclusiva, solo quest’ultima può legiferare e adottare atti giuridicamente vincolanti, come accade nel caso della conclusione di accordi con Stati terzi il cui contenuto riguardi ad esempio la politica commerciale, la politica monetaria, l’unione doganale.
Alla luce di ciò è molto semplice capire che l’Italia NON PUO’ concludere di sua iniziativa accordi con Stati terzi, che abbiano per oggetto determinate materie. Per questo è necessario e auspicabile che San Marino concluda l’Accordo di Associazione con l’Unione Europea, atto che permetterebbe la regolarizzazione della situazione della nostra Repubblica anche nei confronti della vicina Italia, che si è già espressa più volte pienamente favorevole al rinnovo della Convenzione di amicizia e buon vicinato del 1939, una volta che l’accordo con l’UE venisse concluso.
Secondo punto che proverei brevemente a trattare è la differenza tra ‘associazione’ e ‘adesione’ e che cosa comporterebbe la conclusione di un Accordo di Associazione con l’Unione Europea, perché anche su questo argomento si percepisce molta confusione e si leggono frasi fuorvianti come “la cittadinanza si era già espressa nel 2013, mediante referendum, riguardo ad un percorso di avvicinamento all’Unione Europea, che trasformandosi da ‘adesione’ ad ‘associazione’ è stato sostanzialmente aggirato”.
Perché ‘associazione’ e non ‘adesione’? Qual è la differenza?
I negoziati per l’Accordo di Associazione tra l’Unione Europea e San Marino, Andorra e Monaco sono iniziati dopo un percorso di approfondimento e analisi durato diversi anni. La necessità per San Marino di una maggiore integrazione con l’Unione europea si è consolidata con la crisi economica che ha fortemente colpito il paese a partire dal 2008 e con il contestuale cambiamento dell’assetto mondiale che ha visto mutare profondamente certi paradigmi economici. Con la crisi è diventato impellente per San Marino aprirsi ed integrarsi in un mercato più grande al fine di offrire maggiori possibilità di sviluppo alle imprese e ai cittadini.
L’’adesione’ all’Unione Europea non è un’opzione al momento contemplata né dal nostro Stato (anche perché in questo caso la cittadinanza sarebbe chiamata ad esprimersi), né tantomeno dall’UE, perché non sarebbe possibile gestire l’ingresso di microstati quali San Marino, Monaco e Andorra, senza prima modificare l’impianto normativo stesso dell’Unione. Per questa ragione l’Unione Europea ha proposto la negoziazione di uno o più Accordi di Associazione che permetterebbero ai tre microstati di raggiungere un più alto livello di integrazione pur mantenendo lo status di ‘Stato terzo’.
Che cosa significherebbe la conclusione dell’Accordo di Associazione?
L’Accordo sarebbe lo strumento giuridico che consentirebbe l’accesso di San Marino al mercato interno europeo permettendo a merci, servizi, capitali e persone di circolare liberamente. Tutto questo avverrebbe rigorosamente nel rispetto delle specificità della nostra Repubblica, come previsto dalla Dichiarazione n. 3 all’articolo 8 del Trattato di Lisbona. Il che significa che quando qualcuno scrive che l’accordo minerebbe la sovranità e le specificità del nostro Paese, questo è totalmente falso. La Dichiarazione n. 3 all’articolo 8 infatti, specifica che nella conclusione di accordi “l’Unione terrà conto della situazione particolare dei paesi di piccole dimensioni territoriali che intrattengono con [essa] specifiche relazioni di prossimità”. E’ quindi presente una precisa cornice legale che ci permette di concludere un accordo privilegiato con l’UE tutelando le specificità legate alla nostra ‘piccola taglia’, alla posizione geografica e alla nostra identità nazionale!
Certamente la Repubblica di San Marino, così come Monaco e Andorra, sarebbero soggetti agli obblighi derivanti dalla legislazione europea nelle materie oggetto dell’Accordo, ed è proprio per limitare il più possibile l’impatto di questi obblighi che i tecnici competenti e gli Ambasciatori stanno portando avanti il negoziato.
Ma quello che dobbiamo tenere ben presente, è l’impatto notevole dal punto di vista economico che aprirsi al mercato unico europeo, l’area senza barriere più grande al mondo con 500 milioni di cittadini e un PIL di circa 13 trilioni di euro, avrebbe su San Marino.
Sara Conti