Alta tensione e Cogenerazione industriale, lavori già pagati ma non ancora partiti

Alta tensione e Cogenerazione industriale, lavori già pagati ma non ancora partiti

Durante la sessione consigliare ancora in corso sono stati ratificati due importanti Decreti Delegati, sulle disposizioni relative alle reti in Alta Tensione e sulla Cogenerazione industriale.

Il primo Decreto attribuisce al proprietario di reti in alta tensione sul territorio della Repubblica di San Marino la qualifica di Concessionario al fine di regolamentare le attività di posa e manutenzione. Repubblica Futura ha proposto emendamenti che, a costo zero e senza aggravio dei tempi, avrebbero assicurato, nel rapporto col monopolista, maggiori garanzie per lo Stato. Purtroppo tale intento pare non essere stato compreso dal Governo che non ha accolto i nostri suggerimenti, equivocando la generalità della norma col caso particolare dell’interramento dei cavi in località Cailungo. L’Esecutivo ha posto il Decreto come condizione necessaria per l’avvio di quell’opera, per la quale RF si è da tempo schierata, ma i chiarimenti richiesti nel merito dai nostri Consiglieri non sono arrivati: per quale motivo, a fronte di un contratto milionario già pagato, i lavori non sono partiti quando avrebbero potuto, ovvero nel 2021, e l’esercente, che da decenni opera sul territorio della Repubblica, solo ora pare pretendere una norma ad hoc? Perché, se il decreto era l’ultimo ostacolo all’avvio dei lavori, questi non sono partiti nell’aprile di quest’anno, cioè dopo l’adozione del decreto delegato 29 marzo 2024 n. 79, che era immediatamente produttivo di effetti?  E soprattutto l’approvazione del Decreto è condizione necessaria all’interramento dei cavi di alta tensione a Cailungo, oppure occorrerà addirittura un accordo fra San Marino e l’Italia per avviare i lavori? Le risposte purtroppo non sono arrivate; la narrazione celebrativa dell’operato dello scorso Governo ha solo dimostrato come l’ingerenza della politica in questioni tecnico-amministrative abbia portato al mancato avvio dei lavori e al raffreddamento dei rapporti con l’esercente italiano; quest’ultimo, dato lo “stop” della politica a quel progetto, pare ora pretendere maggiori garanzie e l’interramento dei cavi pare tutt’altro che prossimo. Dal canto suo RF rimarrà vigile affinché quell’opera, già pagata dai Sammarinesi e così sensibile per quanto riguarda la salute pubblica, possa essere realizzata quanto prima.

Il secondo Decreto ha normato la Cogenerazione in ambito industriale, ovvero la possibilità di produrre energia elettrica per autoconsumo contestualmente alla generazione del calore necessario a fini produttivi. Tale pratica consente un notevole risparmio rispetto alla produzione separata ed è annoverata, in tutte le normative nazionali, fra le pratiche virtuose ai fini del contenimento dei gas serra. La ratifica del Decreto ha visto il contributo trasversale, grazie alla disponibilità del Governo, di pressoché tutte le forze politiche ed il Decreto in fase di ratifica è stato sensibilmente migliorato. RF ha contribuito in maniera decisiva sulle garanzie relative all’alto rendimento degli impianti, fugando ogni dubbio sulla possibilità di mantenere in esercizio impianti non aventi tali caratteristiche, e sulla chiusura degli impianti che non rispettino i limiti imposti dalla norma. Queste garanzie, insieme a quelle sui limiti delle emissioni e del rumore, che dovranno essere rispettati senza deroghe, incontrano le legittime preoccupazioni degli abitanti di Gualdicciolo, espresse recentemente in una lettera aperta a tutti i Consiglieri avente ad oggetto la possibilità che la Cartiera Ciacci si doti di un cogeneratore. Il risultato, ottenuto in un clima di collaborazione, è stato quello di non privare il Paese di un importante strumento senza dare adito alcuno a “casi particolari” che dovranno senza eccezione attenersi alle più stringenti e garantiste norme approvate.

Tuttavia questo felice ed isolato episodio non consente trionfalismi in ambito energetico e di transizione ecologica, per il quale San Marino permane gravemente arretrato a causa dell’immobilismo riscontrato in particolare nella scorsa legislatura: il Piano Energetico Nazionale (PEN), ovvero il principale strumento di analisi e programmazione in ambito energetico da rinnovare ogni tre anni, è scaduto dal 2021; significativi interventi di efficientamento energetico di edifici pubblici non si sono visti; il Piano di Gestione e Tutela delle Acque, previsto dal “Codice Ambientale” del 2012, non ha mai visto la luce; la zonizzazione acustica non è stata realizzata; il “Catasto Energetico” proposto dall’ultimo PEN è rimasto sulla carta.

Repubblica Futura, col contributo fornito in occasione della ratifica dei Decreti Delegati, ha smentito con i fatti chi, anche in occasione della recente discussione dell’Assestamento di Bilancio, l’ha strumentalmente descritta come una forza politica incline solo allo sterile ostruzionismo; pur nel rispetto dei ruoli il nostro partito continuerà invece, ogni qualvolta gli sarà consentito, a fare la propria parte nel perseguimento di un modello di Paese virtuoso e al passo coi tempi.

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