Giovedì scorso si è tenuta una riunione congiunta delle due Commissioni Esteri della Repubblica di San Marino e del Senato della Repubblica italiana.
Da dieci anni non avveniva una riunione parlamentare di questo tipo.
L’idea, fortemente sostenuta da Repubblica Futura, si era concretizzata con la votazione di un ordine del giorno nella commissione Esteri sammarinese.
Al netto delle tante parole spese dai partiti di maggioranza in campagna elettorale e nei primi mesi della legislatura, questa riunione ha dimostrato clamorosamente punti di vista di parlamentari italiani sul nostro paese, preoccupazioni, richieste di chiarimenti in campo di giustizia e sul nostro sistema bancario e finanziario.
Insomma ha messo in evidenza, senza appello, l’isolamento internazionale in cui Governo e maggioranza stanno conducendo la Repubblica, attraverso leggi e scelte nel campo della giustizia, delle politiche economiche e e di quelle bancarie e finanziarie.
Lungi dall’essere la sede per sensibilizzare i colleghi italiani sulle esigenze sammarinesi, e cercare di ottenere supporto per le tematiche di maggior rilievo (da un possibile sostegno finanziario alla risoluzione del caso targhe) la Commissione si è trasformata in un sostanziale attenzionamento della Repubblica.
In merito, ad esempio, alla legge n. 1 del 2020, quella appunto che cambia in maniera retroattiva il Consiglio Giudiziario Plenario: la legge che a più riprese Rf ha stigmatizzato come un tentativo bello e buono da parte della maggioranza di mettere le mani sul Tribunale.
O ancora sui temi del sistema bancario e finanziario, collegati alla relazione che BCSM nell’anno trascorso pubblicò sul proprio sito, relazione che, anche a detta del Senatore italiano intervenuto, rappresentava una situazione veramente preoccupante per il sistema-paese.
Infine, al termine della commissione congiunta, durante la prosecuzione dei lavori della sola Commissione Esteri sammarinese, comunque in seduta pubblica, alcuni consiglieri di maggioranza, per loro stessa voce, hanno sottolineato come la partecipazione italiana fosse scarsa, hanno criticato l’atteggiamento dei colleghi italiani, rilevando, a detta loro, uno scarso rispetto istituzionale.
Approcci che ci lasciano perplessi, dal momento che sarebbe dovere dei consiglieri di maggioranza, anziché criticare i colleghi italiani, adoperarsi affinché questo atteggiamento possa cambiare al più presto.
A conti fatti, quella che poteva essere una opportunità, si è trasformata:
- sia nel merito, a causa delle sciagurate politiche portate avanti dall’attuale Governo, politiche che stanno attirando l’attenzione e la preoccupazione di parlamentari non solo italiani,
- sia nel metodo delle relazioni, per una evidente incapacità da parte di alcuni membri della maggioranza di gestire questo tipo di incontri e più in generale le relazioni internazionali.
Insomma, la riunione congiunta si è trasformata in una sorta di Caporetto.
Non abbiamo nemmeno avuto risposta sul caso targhe: un senatore intervenuto, facente parte della maggioranza italiana, ci ha infatti detto che non è ancora chiaro in quale provvedimento verrà inserito il tanto atteso emendamento.
Ma non era questa maggioranza che avrebbe risolto il problema in 2 minuti?
Rf ha preso parte ai lavori della commissione attraverso i suoi membri Nicola Renzi ed Andrea Zafferani.
Lo ha fatto, anche con il riconoscimento da parte di membri della maggioranza, adottando toni costruttivi e propositivi; evitando di creare imbarazzi o problemi al Paese.