11 aprile 2025
Carissimi Aderenti, gentilissimi Ospiti, Delegazioni delle Forze politiche, Rappresentanti delle Associazioni, delle Categorie Economiche, delle Organizzazioni Sindacali, Autorità, Signor Ambasciatore d’Italia, benvenuti.
Buonasera a tutti e grazie per essere qui. Un momento fondamentale per il nostro Movimento che -ci tengo a dire da subito- è sempre più unito e sempre più numeroso. Unico merito che voglio ascrivermi ed anzi rivendicare forse con un po’ di immodestia, ma con grande orgoglio. É qui, infatti, nella bellezza e nella forza dei singoli che si uniscono in una comunità -come è Repubblica Futura- che sta lo stimolo profondo del mio impegno politico. Il primo grande grazie lo voglio dire quindi a tutti gli Aderenti, i Simpatizzanti, gli Amici di Repubblica Futura per aver contribuito, ciascuno di Voi, a creare la nostra realtà, un sogno, una scommessa ambiziosa, che nell’ultima tornata elettorale ha avuto una nuova consacrazione raggiungendo il record dei consensi e ben 8 Consiglieri.
Poi certamente voglio ringraziare tutti voi presenti in sala. Delegazioni delle Forze Politiche, Rappresentanti delle Associazioni Sindacali e Datoriali, delle Associazioni di Volontariato del territorio, i singoli Cittadini. Un Congresso non è solo un rito -pur importantissimo- ma anche un modo per riflettere sulla strada percorsa e per tracciare nuove prospettive. Mi piace pensare che queste traiettorie saranno scritte non nell’autoreferenzialità, ma nella piena disponibilità all’ascolto dei messaggi e delle sollecitazioni che vorrete farci pervenire. Per questo ringrazio ancora una volta tutte quelle associazioni che già nei giorni appena passati, proprio in vista del nostro Congresso, hanno dato disponibilità ad incontrarci e ad avere proficui scambi di idee e di visioni sul futuro del Paese.
Un grazie sincero poi lo voglio dire a tutta la dirigenza uscente di Repubblica Futura: Roberto Giorgetti, il nostro Presidente, Federico Bascucci e Fabrizio Perotto, i Vice Coordinatori, tutti i Responsabili dei nostri numerosi gruppi di lavoro, e tutti i Volontari che quotidianamente lavorano per tenere viva ed attiva la nostra sede, per l’organizzazione dei nostri eventi ed anche per questo congresso. Un grazie anche al nostro Presidente Onorario Mario Venturini per il suo continuo generoso apporto.
Infine, e non per ultimi ovviamente, grazie a tutti i nostri Consiglieri, guidati dal nostro Capogruppo Nicola Renzi… Siete la nostra falange, lasciatemelo dire. Seguiamo le vostre battaglie in Consiglio -le nostre battaglie!- e siamo certi, perché sono anche gli altri gruppi a riconoscerlo, che il vostro contributo è sempre di assoluto valore. Quindi, dalle new entries, dai più giovani ai più esperti, ai veterani, grazie davvero per tenere alta in parlamento la bandiera e le idee di Repubblica Futura. Ed insieme a voi che ora così numerosi sedete in Consiglio, voglio ringraziare anche tutti coloro che hanno rappresentato in passato, nelle legislature trascorse, il nostro Movimento e che ancora sono protagonisti nella nostra comunità per sostenere le nostre idee.
Ci accingiamo a svolgere questa nostra Assemblea Congressuale in un momento difficilissimo, non solo per il nostro Paese ma per il mondo. Le guerre, quelle armate e quelle commerciali, la crisi profonda del multilateralismo, la promozione di differenti nazionalistiche volontà di potenza, una spaventosa crisi economica, profondi travagli valoriali, non possono che preoccuparci profondamente. L’orizzonte di riferimento nel quale per molti anni ci siamo naturalmente identificati: quello dei rapporti privilegiati con l’Italia, con l’Unione europea e con l’altra sponda dell’Atlantico sembra sempre più sfocato e a tratti confuso. E noi dobbiamo trovare la forza di riaffermarlo. Questa è la prima sfida cui dobbiamo attendere con intelligenza e coraggio: comprendere il nostro posto nel mondo e concorrere a definirlo. Ecco perché voglio ribadire -anche da questa platea- che la nostra collocazione non può prescindere da una sincera fraterna amicizia con l’Italia e dalla volontà di condividere un orizzonte europeo. Per questo speriamo che l’accordo di associazione cui tanto abbiamo lavorato e contribuito possa arrivare alla fine, o meglio ad un nuovo inizio: quello della sua applicazione.
Credo questo sia uno degli esempi più fulgidi di cosa è Repubblica Futura e di quale è lo spessore delle sue donne e dei suoi uomini. Abbiamo collaborato per giungere all’accordo di associazione, lo hanno fatto prima Antonella Mularoni, poi Nicola Renzi -da Segretari di Stato per gli Affari Esteri- e certamente vari Aderenti e Simpatizzanti del nostro movimento ai vari livelli. Lo abbiamo fatto nell’interesse del Paese e dei Sammarinesi, senza chiedere riconoscimenti e con la volontà concreta di fare squadra e collaborare. Certi che questo è un obiettivo che si può raggiungere solamente con l’unità degli intenti e con una cooperazione leale. Per questo abbiamo riconosciuto i contributi dati dalle altre forze politiche e dai singoli loro esponenti e, sia nella passata che nella presente legislatura, non ci siamo mai sottratti dalla collaborazione con il Segretario Beccari.
Nessuno può mettere in discussione la nostra coerenza e la nostra generosità su argomenti che rappresentano il bene del Paese. Allo stesso modo -lo sappiamo- la nostra cifra è la franchezza e la determinazione nel rappresentare chiaramente cosa non condividiamo e cosa crediamo addirittura pericoloso.
Nessuno si stupirà allora per la battaglia che abbiamo fatto contro il micidiale progetto delle residenze fiscali non domiciliate e contro il Des. Lo crediamo davvero pericoloso per il Paese e per la sua reputazione. Ugualmente abbiamo osteggiato l’approccio culturale e politico del “va tutto bene”. Purtroppo crediamo che questo approccio, che dura ormai da troppi anni, rischi davvero di farci sbattere contro un muro, senza neppure che la nostra popolazione possa essersi allacciata le cinture di sicurezza.
Un dato pubblicato poco fa da una organizzazione sindacale, la CSDL -che ringraziamo- rappresenta chiaramente come dal 2021 al 2024 il numero dei dipendenti pubblici sia cresciuto di oltre 400 unità. Sia ben chiaro: questo non è un dato negativo o positivo in sé, è però il segno di una politica che da un solo messaggio: possiamo spendere, dobbiamo spendere, non temete! Sono lontani i messaggi di oculatezza e attenzione alle uscite che solo fino a 6-7 anni fa erano sostenuti anche da forze politiche oggi al Governo.
Mentre facciamo debito estero, aumentiamo la spesa corrente. Da chi e come vengono gestiti il nostro debito e la sua costante ricollocazione? Purtroppo una cortina di fumo è calata su questo tema. La stessa cortina che permane anche sul progetto di cartolarizzazione sul quale avremmo voluto capire e sapere molto di più. Continuiamo a sentire che il nostro sistema bancario e finanziario è sanissimo, poi basta parlare con qualche operatore del settore, o vedere quali difficili scelte dovranno essere valutate domani da un istituto di credito, e non ci vuole molto ad aprire gli occhi e tornare alla realtà.
Intanto i costi per le famiglie, per i singoli, per le imprese stanno lievitando: i servizi, anche quelli bancari, sono sempre più cari ed accendere un mutuo sempre più complicato ed oneroso. L’emergenza salariale è pressante. Il paradosso è che alcune buste paga, come ad esempio quelle del pubblico impiego, sono rimaste ferme per oltre 15 anni ed oggi, anche a fronte di aumenti contrattuali, dato il combinato disposto dell’inflazione e di altre iniziative -come la riforma previdenziale- sono più basse di prima.
La stessa cosa succede anche in altri settori. Ecco allora che la difesa del potere d’acquisto è per noi un tema fondamentale. Per tutti ed ancor più per i giovani e le famiglie, perché -lo voglio dire con chiarezza- noi crediamo che il calo demografico sia anche causa dell’incertezza per il futuro, della precarietà lavorativa e di una irrisolta questione economica. Poi certo ci saranno anche questioni culturali e sociali, cambi di paradigmi etologici, ma saremmo ipocriti se non annoverassimo tra le sue cause anche le questioni salariali.
Su questo tema come Repubblica Futura, così come sull’emergenza casa e sugli aiuti e sostegni alla famiglia, abbiamo fatto tante proposte nel nostro programma elettorale, molte altre le abbiamo attualizzate in emendamenti, nella legge “omnibus” o ancora nella legge sull’”emergenza casa”. Purtroppo solo pochi, pochissimi di questi spunti sono stati accolti.
La politica di questo governo e di questa maggioranza, ve lo diciamo con la nostra franchezza, è un misto della già menzionata vague del “va tutto bene” tutta social-democristiana, con quella degli slogan, più caratteristica di qualche protagonista di Libera. Ma ahimè non basta depositare un progetto di legge infinite ed infinite volte per farsi riprendere da telecamere, giornali e blog compiacenti per risolvere un problema.
Per risolvere i problemi dei cittadini e dare loro nuove prospettive ed opportunità servono studio, dedizione, volontà di confronto e spesso anche coraggio, assai più che finte promesse.
Allora dobbiamo interrogarci profondamente su quanto sta diventando una regola nel nostro sistema democratico: la formazione di maggioranze abnormi, sempre superiori ai due terzi dei membri del Consiglio e casualmente per ben due legislature di 44 componenti. Questa -credo- sia una aberrazione ed una patologia del nostro sistema democratico. Dare vita a maggioranze sconnesse, sfilacciate, in cui il potere di interdizione, come anche quello di proposta sono fortemente ridimensionati a vantaggio della forza politica più consistente, ma a detrimento della vera facoltà di incidere, di decidere, di fare, non è una cosa buona.
Siamo purtroppo da troppi anni fermi in una palude in cui le vere scelte paiono prese al di fuori del Consiglio, in circoli ristretti, forse addirittura portatori di interessi particolari e non collettivi. Questo non è accettabile. Così come non sono accettabili perdite di tempo o teatrini politici che possano danneggiare la democrazia rappresentativa.
Dunque ben venga una riflessione seria sulle riforme istituzionali. Ci piace dire che l’intuizione che questo fosse un tema cruciale RF l’aveva già avuta con la sua nascita vari anni fa. Il tema delle riforme istituzionali era infatti nei dieci punti fondativi del nostro Movimento. Oggi siamo lieti di poter avere l’onore della copresidenza di una commissione parlamentare dalla quale ci aspettiamo tanto. Sarà questa anche l’occasione per confermare l’identità e la storia della Repubblica e certamente collaboreremo con lealtà con tutte le forze politiche e con la nostra cittadinanza per raggiungere importanti risultati.
Carissimi ospiti, carissimi amici, un congresso è anche una occasione per riflettere su noi stessi per capire e ribadire per cosa vogliamo lottare e per definire sempre meglio chi siamo. Il nostro posizionamento nell’ALDE, la famiglia dei liberali e democratici europei sta dando i suoi frutti. Grazie a tutte le Persone, a tutti i nostri Aderenti che nel tempo si sono impegnati per tenere vivo questo rapporto e per averlo fatto crescere sempre più!
Le sfide che abbiamo davanti sono enormi, fino a mettere in discussione la stessa sopravvivenza della nostra realtà statuale. Per questo crediamo che non sia più tempo di traccheggiare e di continuare con i teatrini della politica e con maggioranze che a parole fanno le riforme e nei fatti non fanno nulla tranne spendere e spandere.
Ecco perché crediamo che il compito della classe politica sarebbe quello di formare una maggioranza coesa, coerente e coraggiosa, che sappia dire la verità ai Cittadini e che sappia guidarli verso la meta di un rilancio e di un nuovo sviluppo.
Primo pilastro di questo progetto sono i servizi essenziali: l’istruzione, la scuola. Non potremo mai tollerare o avallare riforme improvvisate che mettano in discussione lo status sociale e la libertà dei docenti. Se dobbiamo competere con il mondo, ciò significa che dalla nostra scuola, dal nostro sistema dell’istruzione dobbiamo pretendere più di quello che offrono altri paesi. Le nostre dimensioni statuali richiedono maggiori sforzi e maggiori sacrifici per formare nuove classi dirigenti, nuovi quadri amministrativi, nuovi imprenditori, nuovi professionisti, nuovi lavoratori che possano tenere alto e competitivo il nome di San Marino.
La sanità, svilita negli ultimi anni, necessita di un cambio radicale, che possa garantirne la gratuità e la tempestività d’intervento. Per questo non ci siamo mai scandalizzati per proposte come quella della libera professione medica, perché siamo convinti che è nella ricerca dell’eccellenza e dell’appetibilità dall’esterno che possono arrivare i migliori contributi al rilancio della nostra sanità. Dobbiamo valorizzare le professionalità presenti nell’Istituto ed attrarne altre, scegliendo il merito e la competenza, per ricreare nicchie di cura e terapia che siano appetibili anche da fuori territorio.
La sicurezza: già a livelli importanti, può essere sicuramente migliorata e deve restare uno dei nostri asset principali. Se sapremo continuare ad investire nel suo miglioramento non ne trarranno beneficio solo cittadini e residenti, ma l’intero tessuto sociale, anche a noi circostante.
Le piccole e medie imprese -e nella nostra realtà piccole può significare davvero piccole- sono la spina dorsale del nostro sistema produttivo: continueremo a proporre interventi che possano sostenere sia le piccole imprese che le aziende ed i liberi professionisti.
Per garantire tutto questo -lo ripeto ancora una volta- solo l’orizzonte dell’accordo di associazione può dare risposte precise e sicure. La sua applicazione sarà una enorme sfida per noi, ma anche la più grande opportunità dal secondo dopoguerra: disegnerà certamente una San Marino diversa, migliore -credo- che consentirà il mantenimento di alti standard di qualità della vita ed assicurerà, se saremo accorti e coraggiosi, un nuovo benessere.
Le sfide e le opportunità date dalle scoperte tecnologiche sono altrettanto rilevanti e crediamo che San Marino debba prepararsi a queste sfide ed a queste opportunità; da esse dipenderà sempre più anche la tenuta del nostro sistema democratico
Il tema più cruciale continua comunque ad essere: riusciremo a tenere sotto controllo il debito? In questo non possiamo permetterci passi falsi e non possiamo permetterci -chiunque governi- di dare informazioni scorrette o parziali ai Cittadini. La risposta a questa domanda ha certamente a che fare anche con la sfida energetica ed ambientale. Come paese di piccole dimensioni non possiamo mai esimerci dal ricordare agli altri, ai grandi, quanto la terra, il pianeta, sia sempre più un bene finito ed unico, da maneggiare con sempre più cura. Ciò impone di non avere tabù nella ricerca di nuove forme di energia, siano esse le rinnovabili o quelle che derivano dal nucleare. Anche San Marino può e deve fare la propria parte.
In definitiva, comunque, per Repubblica Futura la parola chiave, il principio fondamentale, cui mai si può derogare è solo uno: libertà. Per questo continueremo ad alzarci e a gridare ogni volta che vedremo un giornalista perseguito per aver dato una notizia, un cittadino per aver espresso una opinione -seppure fallace e discutibile- un uomo, chiunque, per aver avuto il coraggio delle sue idee. Non possiamo tollerare l’incertezza del diritto, le invenzioni giurisprudenziali e procedurali che inventano gradi di giudizio a piacimento, novazione recente che dovrà essere corretta ed estirpata.
Noi difendiamo la libertà ed i diritti, che poi sono per prima cosa doveri. Di essere ciò che siamo, di poter aspirare a vivere davvero la pienezza delle nostre esistenze, da singoli, negli affetti, nella comunità. Questo vuol essere Repubblica Futura: una comunità di persone libere che, proprio perché hanno a cuore per prima cosa la libertà, sanno che essa si costruisce e si preserva ogni istante attraverso l’assunzione coraggiosa e volontaria di doveri.
Carissimi amici, lasciatemi dire, allora, che il nostro progetto sta riuscendo. Quando ho assunto il ruolo di coordinatore, insieme ai dirigenti di RF, ho avuto due compiti fondamentali, assegnatici dalla mozione conclusiva: creare una casa comune dei liberali e dei riformisti da un lato e riaprire il dialogo con tutte le forze politiche dall’altro. Circa quest’ultimo obiettivo credo che questa serata dimostri che siamo sulla buona strada, e vi ringrazio! Circa il primo, voglio dire con orgoglio che, anche grazie alla sincera, costruttiva, leale collaborazione con gli amici di Area Democratica, Repubblica Futura è diventata davvero qualcosa di più grande e più forte. E la nostra capacità di collaborare è stata ed è tale che ormai non ci sono più differenze tra noi nell’affrontare i problemi, nel compiere le scelte: grazie cari amici per la vostra generosità, il vostro coraggio, la vostra competenza, la vostra lealtà.
Ora non dobbiamo fermarci, come ha proposto il nostro Nicola Renzi in una recente intervista: “forti della nostra matrice liberale e riformista, possiamo avere l’ambizione di creare la grande famiglia del buon governo, accogliendo le migliori esperienze e tradizioni politiche, le persone per bene e volenterose, e prepararci così a governare di nuovo il Paese”. Condivido appieno questa aspirazione e dico che, se anche non dovesse essere la via del Governo quella che alla fine imboccheremo, certamente riusciremo a costruire una forza così importante che, in qualunque collocazione parlamentare, riuscirà ad essere determinante; per la portata delle proprie idee, il valore delle persone, la determinazione dell’azione.
Giungo ora ad analizzare i nostri rapporti con le altre forze politiche. Ci tengo per prima cosa a chiarire che non voglio certo dare voti. Non spetta a me o a noi esprimere giudizi di valore sugli altri partiti, sui loro singoli componenti; è doveroso invece, con lealtà e trasparenza, esprimere apprezzamenti o critiche per gli atti o le posture politiche assunte e, in definitiva, sulle interrelazioni ed i rapporti, vigenti, possibili, futuri o nulli tra RF e le altre formazioni politiche. Questo perché ogni rapporto di alleanza futura si potrà costruire solo su solide basi di confronto proficuo, così come ogni posizione antagonista o di critica va espressa -crediamo- con chiarezza, senza sotterfugi.
Vorrei partire allora da Demos. É stato uno stupore per me il non raggiungimento del quorum da parte vostra. Non credo però sia stato un fallimento, se sarete capaci di mantenere vivo un gruppo ed una unità di intenti credo proprio che sarà utile confrontarci. Non partiamo da zero: alcuni vostri componenti già nella passata legislatura avevano manifestato volontà di dialogo parlamentare con noi. La nostra porta per un franco confronto sarà sempre aperta.
Al Consigliere indipendente Giovanna Cecchetti il nostro Gruppo consiliare ha fin da subito manifestato ampia disponibilità al supporto, anche logistico. Siamo ben consapevoli di quanto sia difficile la vita consiliare, specie per chi non appartiene a nessun gruppo parlamentare. Ci spiacciono alcune prese di posizione di Giovanna Cecchetti (critiche a priori o tese solo a rivangare un passato sul quale ormai è stata fatta piena chiarezza), che ci paiono, però, più che altro la recita di un vecchio copione piuttosto che convinte prese di posizione. Speriamo quindi che esse vengano meno e che possa partire un confronto sereno nel rispetto dei ruoli. Certo non siamo mai stati dei sostenitori dei cambi di casacche, nel caso specifico, però, ci pare che l’atto compiuto dal Consigliere Cecchetti abbia un grande merito, oltre ad essere coraggioso: l’aver dimostrato la non piena riuscita di un azzardo, come quello di AR che, perdendo in poche settimane dei pezzi parlamentari, ha avallato i dubbi di chi lo ha creduto più un cartello elettorale che non un vero e proprio progetto politico.
Venendo quindi ad Alleanza Riformista, il grande endorsement ricevuto dalla Democrazia Cristiana, che vi ha voluto addirittura in coalizione, è stato probabilmente un buon aiuto per riuscire a passare la soglia di sbarramento. Oggi il confronto con il vostro membro di Governo, il Segretario Fabbri, è spesso costruttivo e lo accogliamo di buon grado. Permangono invece profonde divergenze con l’impostazione personalistica e vendicativa che alcuni vostri Consiglieri -non certo l’attuale Capitano Reggente, cui anzi rivolgiamo nuovamente gli auguri per il suo mandato- continuano a coltivare nei confronti del nostro gruppo e di singoli nostri esponenti. Così il dialogo è impossibile, ma gli elettori hanno già risposto con chiarezza a questi atteggiamenti.
Con RETE, a livello consiliare abbiamo fatto passi avanti. Oggi possiamo dirlo senza timori di smentita; la Commissione di Inchiesta sui fatti di Banca CIS -nata, non nascondiamocelo, per colpire mortalmente RF- si è rivelata invece utile perché anche i nostri più acerrimi inquisitori -quelli animati da serietà e volontà di ricerca della verità- hanno compreso la correttezza e la dirittura morale dei nostri rappresentanti nelle istituzioni. Ciò dovrebbe aver fatto cadere tanti pregiudizi e molti veti alla franca collaborazione con noi.
La stessa collocazione all’opposizione ha ampliato le possibilità di collaborazione anche con Domani Motus Liberi. Partiamo da rapporti di rispetto e di amicizia, sia a livello dei gruppi consiliari che di gruppi dirigenti. Stiamo collaborando bene su iniziative politiche che cercano di opporsi all’inerzia ed alle derive del Governo. Non ci nascondiamo che le posizioni sull’accordo di associazione sono differenti, ma certamente ci sono considerevoli spazi di dialogo e di collaborazione.
Per quanto riguarda i rapporti con il PSD dobbiamo dire con franchezza che essi sono stati altalenanti e francamente fatichiamo a capire quale valutazione gli amici del PSD diano di noi. Dobbiamo prendere per buone le ampie aperture ed attestazioni di stima che abbiamo sentito da vari esponenti consiliari che hanno condotto fino all’elezione di Milena Gasperoni alla suprema magistratura sul finire della passata legislatura, e gli importanti riconoscimenti anche pubblici del valore del gruppo consiliare di RF espressi a più riprese dai microfoni del Consiglio? Oppure dobbiamo considerare validi, invece, gli attacchi scomposti di qualche vostro esponente secondo cui l’ostacolo alla conclusione dell’accordo di associazione con la UE sarebbe RF? Cari amici del PSD, per noi resta valido quanto avevo detto al vostro Congresso: vediamo in voi una forza della sinistra con la quale sarebbe opportuno dialogare. Tuttavia, nulla ci impedisce, ed anzi la serietà politica impone, che noi critichiamo, dall’opposizione, quei comportamenti, quegli atteggiamenti, quegli abusi dei fondi pubblici e quelle iniziative che non condividiamo.
Con Libera abbiamo condiviso nella storia un governo, l’opposizione, la proposta di tornare a collaborare -formulata nella scorsa legislatura proprio da Libera- ed ora l’esperienza sui due fronti opposti: quello della maggioranza e quello dell’opposizione. Siete finalmente riusciti a raggiungere l’obiettivo del Governo. Guardiamo con attenzione alle posizioni che prenderete e, come vi abbiamo detto attraverso i nostri rappresentanti in Consiglio, guardiamo con ancora più attenzione a quali saranno le linee rosse che vorrete o riuscirete a porre. I fatti in questa legislatura dimostreranno se e come potremo trovare occasioni di confronto e magari di collaborazione in futuro.
La Democrazia Cristiana è la grande vincitrice delle elezioni: un onore -che riconosciamo- ed un grande onere, quello della gestione, con le maggiori responsabilità, del Paese. Nel mio discorso ho cercato di spiegare quali sono gli approcci che non ci piacciono e quali sono le tematiche che invece riteniamo inderogabili. Io sono profondamente convinta che le nostre forze politiche non solo possano, ma debbano dialogare. Tuttavia quando si tocca questo punto ci sentiamo dire che ci sono due nodi che impedirebbero il dialogo: le opposte visioni su Tribunale e Banca Centrale.
Francamente credo proprio sia un ritornello ormai fuori moda. Concedetemi allora di fare un breve inciso su questi due temi. Sulla Banca Centrale, sulla sua Presidente, è la storia ormai ad avere dimostrato inadeguatezza ed inutilità -per non dire nocumento- per la Repubblica. Le sue comparse sono state più quelle giudiziarie che quelle istituzionali. Di un nuovo e più stretto rapporto con la Banca d’Italia non vi sono -dopo ormai più di cinque anni, e mille annunci- neppure le avvisaglie; così come di possibili traiettorie di sviluppo per il nostro sistema bancario e finanziario. Ci pare questo non sia più un problema attuale, un’era è finita, tutti lo sanno, nessuno ha il coraggio di dirlo.
In campo di giustizia, a regnare sovrani sono le prescrizioni, i procedimenti disciplinari contro i magistrati ed il numero esorbitante di cause giunte alla corte di Strasburgo. Direi proprio che non va tutto bene! Davanti a ciò crediamo che la legge di ordinamento giudiziario andrebbe radicalmente cambiata e non con singoli interventi spot ad personam: non crediamo a demiurghi esterni!, crediamo invece che andrebbero valorizzate le competenze e le capacità sammarinesi. Anche su questo, chi può essere in disaccordo?
Ecco quindi che questi due punti non riguardano affatto e solamente il rapporto tra RF e DC, ma riguardano una analisi storica di cosa è accaduto nel Paese e la futura possibile volontà di apportare modifiche normative. Per questo speriamo francamente che ci sia una volontà comune di confrontarsi con serenità, mettendo da parte visioni aprioristiche e stereotipate anche su questi temi.
Tornando al rapporto con la Democrazia Cristiana, è evidente che la Repubblica necessita di risposte immediate, articolate, coerenti e coese. Il filo conduttore non può che essere quello dell’accordo di associazione all’Unione Europea. Seguendo questo filone e tutte le sue implicazioni ed opportunità, credo proprio che il dialogo con la DC potrà essere utile e proficuo, oltre che naturale. Certo, cari amici, guardiamo con attenzione all’azione del vostro movimento giovanile ed alla volontà di confronto espressa da vari vostri Consiglieri; per questo, qua, dal nostro congresso, vi diciamo che per creare una collaborazione che possa preludere ad una assunzione comune di responsabilità -tutt’altro che scontata, tutt’altro che impossibile- sarà necessario dialogare, aprire delle vie di confronto serie, che facciano chiarezza del passato e costruiscano una nuova fiducia. Non ci interessano inviti a tavoli già apparecchiati, profferte di strapuntini né tantomeno il ruolo di stampelle.
Insomma, spero, con questa panoramica, di aver chiarito due cose, almeno. La prima: il grande rispetto che noi abbiamo per i nostri interlocutori, siano essi presenti o meno in Consiglio, rappresentino associazioni, organizzazioni, movimenti o partiti. Potremo avere posizioni diverse ma il rispetto umano, personale, per le idee degli altri deve essere sempre la base di ogni azione. La seconda: RF non è disposta e non vuole andare al Governo ad ogni costo. Una maggioranza, questa o la prossima, che non abbia idee chiare e determinazione nel perseguirle ed attuarle, rischia davvero, in un momento così delicato per il Paese, di essere l’ultima maggioranza prima del disastro e questo non lo vogliamo assolutamente! Non è il momento dei tatticismi e di pensare a seggi, percentuali, ambizioni personali: è il momento di una comune assunzione di responsabilità, nel rispetto del ruolo che i Cittadini ci hanno affidato e ci affideranno.
Carissimi Amici, questa volta termino davvero. Ho cercato nel tempo concesso di delineare alcuni punti fondamentali che ci stanno particolarmente a cuore. Ho cercato, spero con modestia e senso della misura, di delineare la nostra collocazione nel quadro politico ed i nostri rapporti con l’intero Paese. Con grande attenzione ascolterò e ascolteremo gli interventi delle forze politiche, così come leggeremo e pubblicheremo i contributi che tutti gli altri invitati hanno voluto farci pervenire. Domani gli aderenti di RF contribuiranno a segnare la nostra strada per il futuro: con grande fiducia, con grande affetto mi rimetto a loro, che – sono certa – sapranno scegliere le strade migliori per il nostro movimento, per la nostra unica e meravigliosa comunità.