Ieri abbiamo discusso della prima, nefasta, opera della neonata “Segreteria per il Contrasto alle Attività Economiche”, capitanata dal trio Ciavatta – Lonfernini – Righi (quest’ultimo con le attenuanti già esposte ieri): la nuova configurazione del lavoro per gli amministratori, che ne aumenta in maniera spropositata i costi (sia che vengano inquadrati come dipendenti sia che vengano inquadrati come amministratori operatori) e rende in molti casi antieconomico aprire (o mantenere) una società.
Anche gli ordini professionali e le associazioni di categoria hanno giustamente denunciato questa “innovazione” ed i suoi rischi, auspichiamo davvero che, attraverso l’approvazione degli emendamenti di Repubblica Futura in finanziaria, si possa velocemente cassare.
Oggi vorremmo parlare del secondo intervento della “Segreteria per il Contrasto alle Attività Economiche”: l’aumento delle tariffe di energia elettrica e gas.
Di recente, infatti, l’AASS (col placet del Segretario Lonfernini) ha chiesto (e ottenuto) un ulteriore aumento delle tariffe del gas e dell’energia: nel primo caso, un ulteriore +30% mentre, nel secondo caso, si è passati a tariffa variabile in base al mercato (eliminando la logica degli scaglioni tariffari prima presenti, che vedevano aumentare la tariffa in base ai consumi).
L’aumento della tariffa del gas è totalmente inutile, serve solo a garantire liquidità (ed utile) all’ AASS a spese di famiglie e imprese: infatti, come emerso chiaramente nel corso delle ultime settimane, l’AASS sostiene un costo medio di approvvigionamento di circa 76-77 centesimi di euro al metro cubo (tenendo conto che ha firmato, per 6 anni, un contratto di copertura finanziaria che fissa il prezzo del gas stesso), mentre ha deciso di “caricare” sulle famiglie una tariffa di oltre 1€ al metro cubo. In pratica, una nuova tassa su imprese e famiglie a beneficio dell’AASS.
L’aumento della tariffa dell’energia elettrica viene invece realizzata in una maniera incredibile, portando al paradosso che chi consuma di meno (tra cui le imprese più piccole e le famiglie meno abbienti, oltre che chi ha comportamenti risparmiosi) subisce aumenti 3 volte superiori a chi consuma di più. Una cosa incredibile e inconcepibile, che non ha ancora avuto rimedio.
Quello che infatti stupisce di più è la totale inerzia del Governo sull’argomento: sembrano disinteressati, sembrano non rendersi conto dei rischi, dei potenziali effetti, dell’impatto che queste scelte hanno su imprese e famiglie. RF da mesi sta cercando in tutti i modi possibili a stimolare questi interventi, finora senza esito: il Governo sembra più impegnato a usare i (pochi) soldi a disposizione per spese inutili o comunque rinviabili (dai robot chirurgici agli asfalti, dall’acquisto di immobili alle consulenze) piuttosto che per aiutare l’economia e le persone.
Anche ANIS è, di recente, dovuta intervenire ricordando invece i provvedimenti presi in Italia e denunciando che, ad oggi, i costi energetici a San Marino finiscono per essere significativamente superiori a quelli italiani, facendo perdere grande competitività al Paese.
Fino a quando la maggioranza lascerà agire la Segreteria per il Contrasto alle Attività Economiche senza dire nulla?
Contrasto alle attività economiche – seconda parte
Contrasto alle attività economiche – seconda parte
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