GIUSTIZIA: rivedere l’ordinamento giudiziario, tempi celeri nei processi, riti alternativi
Il sistema giudiziario viene sempre più spesso visto come un elemento centrale nelle politiche di sviluppo di un Paese. Non a caso diversi organismi internazionali incentivano i singoli Stati a rendere considerevolmente più efficiente la gestione del contenzioso civile ed a diminuire i tempi del processo penale e civile.
San Marino negli ultimi decenni ha tentato di implementare il proprio sistema giudiziario, lasciando però immutato il proprio assetto istituzionale, che oggi mostra diverse problematiche.
Nel corso della prossima legislatura dovrà essere rivista la legge che regolamenta l’ordinamento giudiziario, al fine di evitare l’innescarsi di potenziali conflitti di interessi all’interno del Consiglio Giudiziario. E’ necessario introdurre poche, ma ferme incompatibilità per i componenti laici dell’organismo di governo della magistratura, in modo da prevenire possibili conflitti di interesse fra chi giudica e chi invece deve essere giudicato, aderendo in questo senso alle indicazioni del Consiglio d’Europa. E’ da valutare, inoltre, l’opportunità che i membri togati del Consiglio Giudiziario non siano giudici in servizio attivo nel Tribunale di San Marino, ma esperti di chiarissima fama da loro designati.
E’ necessario, inoltre, prevedere uffici e carriere differenti per i magistrati inquirenti e quelli decidenti, al fine di garantire una ulteriore maggiore specializzazione di chi coordina le indagini e di chi invece decide.
Nell’ottica di un sempre maggiore controllo in merito all’aderenza delle norme alla Dichiarazione dei Diritti, occorre inoltre facilitare l’accesso al Collegio Garante, prevedendo il solo criterio della rilevanza in giudizio della questione di costituzionalità sollevata e lasciando al Collegio Garante ogni decisione in merito alla fondatezza. Va, altresì, semplificato l’accesso diretto allo stesso organismo da parte dei gruppi consiliari, dei Consiglieri in genere o dei singoli cittadini, in modo da introdurre dei contrappesi istituzionali alle singole maggioranze ed ai diversi governi.
E’ necessario promuovere una legislazione che sia volta ad accelerare i tempi del processo civile, introducendo in particolare riti alternativi per materie delicate come quelle relative al diritto di famiglia. Allo stesso tempo è indispensabile individuare un tempo massimo per la definizione di un contenzioso con l’introduzione di conseguenti meccanismi risarcitori per chi si ritrovi a dover subire una causa per un tempo troppo lungo.
In questo senso, infatti, anche nella prospettiva dell’accordo di associazione con l’UE si dovrà dare particolare rilievo ai tempi del processo civile, che assume una connotazione determinante anche per l’attrazione di nuovi investimenti.
Indispensabile inoltre è l’informatizzazione del processo civile, previa sua revisione, in modo da renderlo più efficiente e meno farraginoso.
È prioritario varare un nuovo codice di procedura penale. Quello attualmente in vigore, infatti, nonostante le tante riforme, non è più attuale ed ha mostrato tutti i suoi limiti, in particolare nella celebrazione di processi particolarmente complessi.
Il nuovo codice dovrà prevedere la creazione di un vero e proprio ufficio del giudice inquirente – separato da quello del magistrato decidente – che dovrà sostenere l’accusa anche nel giudizio. In questo modo si potrà garantire una sempre maggior preparazione di chi coordina le indagini, anche in considerazione della crescente complessità dovuta alla difficoltà nel contrastare crimini finanziari o informatici.
Per ridurre i tempi del processo è poi opportuno individuare dei riti alternativi che permettano allo stesso tempo di valorizzare le indagini e di garantire appieno i diritti dell’imputato.
L’impianto del nuovo codice dovrà riaffermare ed ampliare tutte le garanzie difensive già contenute nella legge sul giusto processo, rendendo effettivo il termine massimo per la conclusione delle indagini e la concreta partecipazione delle parti alla fase istruttoria, introducendo anche lo strumento delle indagini difensive al fine di fornire maggiori garanzie alle parti.
In un sistema dove il diritto comune è ancora centrale, è indispensabile promuovere e facilitare la conoscenza delle materie giuridiche, anche per coltivare le peculiarità del sistema sammarinese ed evitare che questo venga poi di fatto sostituito con la dottrina e la giurisprudenza di altri Paesi.
In questo senso si dovrà potenziare il ruolo dell’Istituto Giuridico, che dovrà curare e mettere a disposizione della collettività la raccolta della giurisprudenza e favorire lo sviluppo e la ricerca nelle materie giuridiche.