Fabrizio Perotto sul PdL adeguamento Convenzione di Instanbul

Fabrizio Perotto sul PdL adeguamento Convenzione di Instanbul

Fabrizio Perotto

Pubblichiamo l’intervento di Fabrizio Perotto sul comma relativo alle Norme di adeguamento dell’ordinamento sammarinese riguardo alle disposizioni della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica.

 


 

Nello scorso mese di febbraio, in Commissione I – Affari interni, è stata affrontata la discussione in merito al presente progetto di legge. Intervengo per contribuire al dibattito in comma evidenziando non tanto per il valore in essere del progetto ma quanto per la sua validità essenziale.

Il presente PdL è una revisione del nostro ordinamento penale per alcuni dettami emanati dal Consiglio d’Europa, in merito alla Convenzione di Istanbul, ma il suo valore di difesa dei diritti civili e primari, di cui le donne dovrebbero essere e sono portatrici e tutelate.

Nel corso degli ultimi vent’anni si sono portati avanti, nel nostro paese, e non solo, la parità giuridica della donna nella nostra società. Oltre ai diritti politici degli anni sessanta e settanta, voto attivo e passivo, si è arrivati a ruoli apicali nella società ed ai vertici della politica.

L’emancipazione della donna nel nostro paese è stata evidente, anche se ancora molto si potrebbe fare e si dovrebbe fare. Purtroppo negli ultimi anni, una degenerazione sociale e valoriale ha portato eccidi all’interno della società italiana, all’interno delle famiglie, all’interno di nuclei familiari anche vicino a noi.

 

Episodi cruenti, violenza del vicino di casa, magari da parte del convivente, della persona amata, proveniente magari da una difficoltà emotiva non riconosciuta, magari degenerate da situazioni culturali ed economiche difficoltose.

Episodi che devono far riflettere non solo la politica ma la società, la nostra istituzione formativa e scolastica sammarinese ed europea. Figli che sopprimono anziane madri, giovani uomini che non accettano la separazione ed eliminano fisicamente la madre dei loro figli.

Uomini accecati dalla gelosia che vedono bene di uccidere la donna della loro vita. Quali saranno le politiche inclusive e di prospettiche del nostro paese in ambito sociale?

Nelle vicina Italia, questi eccidi sono all’ordine del giorno, ne sono pieni di telegiornali, rimbalzano sui social network, la cittadinanza rimane sempre più basita e preoccupata perché la sicurezza nelle città viene sempre meno.

Altro tema che mi preme sottolineare, che viene anche ripreso nell’articolato ossia quello dell’infibulazione. Una piaga sociale e culturale che per noi europei è una condizione lontana, lontanissima.

Addirittura le nostre figlie e le nostre bambine non sanno neppure il significato della parole, per loro fortuna, ma certamente non lontana da realtà culturali di questo mondo.

In Africa le bambine, afferenti soprattutto a culture sociali più agresti, sono vittime, ieri come oggi, della violenza dei propri organi genitali femminili.

 

Nell’Africa sub-sahariana, l’infibulazione è una pratica odierna ed attuale. Esseri umani che hanno l’unica responsabilità di nascere donne.

Bambine violate nella loro sessualità, perché essere donna non può dove può invece l’uomo. Pratiche barbare, che con operazioni al limite dei sistemi sanitari minimi, violano l’intimità di queste piccole cittadine del mondo, lasciando queste in un lago di sangue e di tormenti interiori e personali.

Torture che non lasciano solo segni temporali, ma definirei definitivi; conseguenze che rimango permanenti per tutta la vita. Pratiche culturali difficile da estirpare, dove solo l’emancipazione e la sensibilizzazione può essere foriero di sviluppo culturale.

Repubblica Futura è  da sempre stata attenta, nella salvaguardia delle persone ed ha cercato di diffondere la cultura umanitaria di sensibilizzazione sulla tematica.

Il 7  marzo 2017 ha invitato la cittadinanza, in  occasione della festa della donna, ad una conferenza con il dottor Omar Hussein. Il medico italo/somalo è impegnato dal oltre trent’anni per la salvaguardia della nuova generazione di bambine somale; è delegato per l’Usl toscana per l’accoglienza delle donne africane per la prevenzione del tumore del collo dell’utero.

In definitiva sosteniamo questo pdl che integra il nostro codice penale di tutte quelle normative in tutela della donna, vero pilastro della nostra società non solo europea, ma mondiale.

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