Abbiamo appreso, da alcuni articoli pubblicati sulla stampa locale, che la Direzione Generale della Funzione pubblica il 17 Settembre scorso ha inviato ai Dirigenti e Direttori del Settore Pubblico allargato una comunicazione a mezzo e mail, con la quale li convocava per il lunedì successivo (3 giorni dopo e col weekend in mezzo) per la sottoscrizione di una nuova tipologia di contratto, senza alcuna giustificazione per una tale urgenza e per la necessità di firmare questi nuovi contratti.
Si evidenzia quindi nuovamente il verificarsi, per la Funzione Pubblica, di una ennesima ipotesi di “urgenza non motivata”, ormai un modus operandi consolidato per poter “far digerire” imposizioni e scelte senza il necessario contraddittorio e ledendo i diritti degli interessati, contrariamente a quanto è invece previsto dall’art 14 comma 2 della Dichiarazione dei Diritti.
Si gioca forse sull’effetto sorpresa? Si vogliono procrastinare le giustificazioni del proprio operato come strategia per mettere in difficoltà l’interlocutore, per lasciar passare un po’ d’acqua sotto il ponte e continuare a navigare a vista? O, peggio, per raggiungere obiettivi che altrimenti sarebbero preclusi?
La trasparenza e la tutela dell’immagine dell’azione amministrativa imporrebbero ben altre strategie che non l’omissione, l’abuso o le forzature come strategia manageriale.
Forse sarebbe opportuno che proprio gli “alti” dirigenti della Dgfp frequentassero il nuovo Master in pratiche manageriali, che tanto tempo e denaro ha impegnato sia per i partecipanti che per l’amministrazione, che purtroppo si rivelerà un ennesimo flop di questo governo dal momento che i concorsi per i posti dirigenziali vacanti sono stati banditi in tutta fretta prima della conclusione del Master stesso.
Sicuramente però, ne siamo certi, alcuni vincitori dei bandi avranno una attenta preparazione politica, dal momento che hanno recentemente lavorato in diverse Segreterie di Stato, ma non possiamo sapere se vi sia una analoga preparazione manageriale.
Anche in quest’ultimo caso, comunque, l’operato della DGFP si distingue per il consueto rifiuto di dialogo con i diretti interessati, costretti a firmare un contratto senza averne potuto prenderne adeguatamente visione e formulare controproposte ed osservazioni, non rendendosi conto del fatto che un contratto è l’incontro tra due volontà e non una imposizione dall’alto.
Alla luce di tutto ciò, Repubblica Futura ha presentato una interrogazione al Governo per avere spiegazioni su quanto accaduto e conoscere le ragioni che motivano l’urgenza di questa convocazione, considerato anche il fatto che per la maggior parte dei dirigenti/direttori esiste già un contratto.
Inoltre abbiamo richiesto perché, nella bozza di questo contratto, si faccia menzione unicamente di un arbitrato quale rimedio per la tutela delle controversie relative alla valutazione della prestazione dirigenziale, al recesso anticipato, al mancato rinnovo dell’incarico, alla collocazione in staff, in palese violazione dell’art. 9 comma 2 del Decreto Delegato 94/2021 che prevede la possibilità alternativa di ricorrere in tribunale. Cosa che tra l’altro crea una evidente disparità di trattamento tra dirigenti a contratto soggetti all’arbitrato, alla rinuncia preventiva ad azioni e tutele, alla valutazione degli obiettivi e dirigenti in ruolo che non sono soggetti alle medesime pattuizioni.
Sempre sullo stesso filone, vogliamo sapere le ragioni per le quali sia stata introdotta nel contratto una clausola di rinuncia preventiva alla tutela giurisdizionale dei diritti e delle eventuali azioni degli interessati, in palese violazione dell’art. 15 comma 1 della Dichiarazione dei Diritti.
Al di là di questo, siamo sempre più sconcertati da questo modo di lavorare della Dgfp e del suo Direttore, e ribadiamo la necessità di giungere quanto prima ad un avvicendamento in questo ruolo. Stupisce, ma neppure troppo oramai, il silenzio totale del fantasma della Parva Domus Elena Tonnini, la quale si limita a leggere in Consiglio Grande e Generale le risposte e le relazioni preparate dallo stesso Direttore della Dgfp senza metterci mai nulla di suo, una linea politica, una visione, nulla di nulla. È sempre più palese che il vero Segretario di Stato è Canti…