Era da un po’ di tempo che non avevamo notizie di Banca Centrale. Silenzio sul fatto che da novembre manchi un membro del Consiglio Direttivo; silenzio sul Memorandum con Banca d’Italia; derubricati gli impegni sulla riforma dell’Istituto.
Improvvisamente lo stato di torpore viene squarciato dalla irruzione sulla scena del Presidente Catia Tomasetti, non nuova, peraltro, ai colpi di teatro che hanno contraddistinto il suo operato in cinque anni, impalpabile dal punto di vista dei risultati ma molto attivo sotto il profilo politico-giudiziario.
Le cronache di questi giorni, relative ad uno dei tanti processi collegati al racconto mainstream sull’epilogo della scorsa legislatura, hanno portato alla luce un nuovo aspetto della presidente multitasking.
La Mata Hari in salsa romagnola, dopo essersi vantata di aver conferito con un capo dei servizi segreti italiani (un suo amico, così ha fatto sapere) – e, nonostante questo, riconfermata a voce alla presidenza dell’ente da tutte le forze politiche ad eccezione di Repubblica Futura (salvo poi, nel segreto dell’urna, totalizzare 32 miseri voti se non ricordiamo male) – pare essere, lo scopriamo oggi, anche una informatrice della Guardia di Finanza.
Usiamo volutamente l’aggettivo “informatrice” perché, da quanto si evince dalle cronache giudiziarie, la presidente – fra i mille impegni che la assillano nel mondo – ha avuto il tempo, e aggiungiamo la voglia, di avere conversazioni telefoniche con un alto ufficiale della Guardia di Finanza.
Un atto dovuto, si dirà, per una cittadina italiana residente in Italia che collabora con le autorità italiane per una indagine su un cittadino sammarinese rimasto impigliato nel pruriginoso caso mascherine.
La domanda sorge spontanea. E’ normale, lecito e legittimo un comportamento del genere?
Rientrerebbe nella normalità, facciamo un esempio, che Ignazio Visco facesse conversazioni con la polizia tedesca per raccontare di presunti movimenti bancari di un cittadino italiano coinvolto in una indagine in Germania? Magari su WhatsApp, con l’illusione di una maggiore sicurezza, per raccontare presunzioni su movimentazioni bancarie?
Chissà se questa attività è stata svolta in coordinamento con il Congresso di Stato, con il CLO, con AIF, la Guardia di Rocca, la Gendarmeria, la Polizia Civile e se sono stati edotti il Coordinamento della Vigilanza e il Consiglio Direttivo di BCSM?
L’attività di informazione o di intelligence sarà un punto da tenere in considerazione nella prossima riforma di BCSM così da strutturare una importante attività a carico della presidenza che, ci stiamo rendendo conto, sta diventando il “core business” della nostra Banca Centrale.
Sorge anche spontanea la riflessione se tale attività sia continuativa e sia estesa, magari, ad altre indagini italiane con eco mediatico-politica che hanno riguardato San Marino, come i casi Siri e Pivetti o ad altre piccole, grandi vicende di natura finanziaria.
Con un quadro del genere si capisce come i memorandum siano inutili, come ha detto anche recentemente il Segretario di Stato per le Finanze. Si alza la cornetta, anzi WhatsApp, e il gioco è fatto, si trasmettono informazioni all’estero.
Repubblica Futura è allibita rispetto a comportamenti del genere, irrituali, inusuali soprattutto da parte di una figura che non ha un ruolo in ambito di vigilanza bancaria, non risiede nella Repubblica di San Marino e ha anche dimostrato di non conoscere come è articolata l’attività istituzionale del nostro Paese, come nel caso dei verbali del Congresso di Stato.
Repubblica Futura ritiene che la fedeltà alla Repubblica sia un valore imprescindibile per chi ricopre ruoli apicali a San Marino, a prescindere da un giuramento o da una cittadinanza non sammarinese.
Per chiarire questi fatti, di una gravità inaudita e mai avvenuti nella nostra storia, avvieremo nei prossimi giorni una serie di attività istituzionali affinché sia fatta chiarezza e si blocchi la deriva di una istituzione che al suo massimo livello pare ormai una dependance di servizi di intelligence e di polizia di uno Stato estero.
I colpi di teatro del presidente di Banca Centrale
I colpi di teatro del presidente di Banca Centrale
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