Ormai è del tutto evidente che, in una maggioranza allo sbando che sostiene un governo incompetente e inadeguato, il partito Rete rappresenta una sorta di ancella sempre più confusa e senza alcuna credibilità. L’ulteriore conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, arriva dall’ultimo comunicato di Rete. Invece di dare risposte agli innumerevoli problemi all’ordine del giorno, a cominciare da un sistema sanitario sempre più in crisi, fa uno stanco elenco di vecchi cavalli di battaglia, del tempo in cui faceva prediche dall’opposizione.
Naturalmente omettendo alcune cosucce imbarazzanti come le responsabilità dei suoi attuali alleati nella degenerazione del sistema bancario (vedi relazione della Commissione d’Inchiesta), le rilevanti esposizioni bancarie – di cui si deve tacere – di qualche consigliere di maggioranza, le consulenze milionarie di Carisp a favore di politici amici di Rete, per finire alla mancata presa di distanza dalle vicende del Conto Mazzini e del Centro Uffici che coinvolgono personaggi dei partiti alleati di Rete. Quanto alla solita recita del disegno criminale con la complicità del governo di adesso.sm, peccato che non sia mai emerso uno straccio di prova a sostegno di questa complicità.
Considerato il non trascurabile aspetto che Rete governa e deve rendere conto del suo operato, sarebbe ora che cominciasse a rispondere nel merito. Invece, nell’ultimo comunicato, non una parola sulla cialtronata delle finte dimissioni “non confermo e non smentisco” del Segretario alla Sanità Roberto Ciavatta. Non una parola sugli infiniti disagi dei sammarinesi quando devono rapportarsi con l’Ospedale di Stato o la medicina di base. Non una parola sui vaccini che mancano ma che “sono in arrivo”. Non una parola sulla maxi-stangata delle bollette di acqua-luce-gas dopo che il Congresso di Stato aveva detto ai cittadini di “stare sereni”. Non una parola sul diritto al referendum, tante volte invocato nelle prediche di Rete ed ora compromesso dal Collegio Garante, espressione solo e soltanto di questa maggioranza sgangherata. Non una parola sull’ulteriore indebitamento estero che trascina in profondo rosso i conti pubblici, dopo che Rete aveva addirittura raccolto più di mille firme per impedire questa possibilità a tutela delle future generazioni. Non una parola sulla completa mancanza di qualsiasi progetto di sviluppo e di qualsiasi progetto di riforma, dopo avere declamato per anni tante lezioncine dagli scranni del Consiglio Grande e Generale. Non una parola sulla perdurante segretezza su tutto quello che fa il governo, a cominciare dai motivi delle dimissioni di Ciavatta, dopo avere proclamato per anni il dogma della trasparenza. Non una parola su un governo che sarebbe nato nell’ufficio del magistrato Valeria Pierfelici e sui tanti personaggi del peggiore passato che ora riemergono in cene e conciliaboli per decidere della cosa pubblica.
Insomma, Rete – ormai saldamente avvinghiata alle poltrone di governo – chiude gli occhi su tutto e rinnega completamente le tante posizioni predicate per anni. Salvo dimostrare, una volta raggiunto il potere, la propria completa incapacità ed incoerenza. Ci rendiamo conto che ben difficilmente Rete, né tanto meno i suoi alleati, potranno avere un sussulto di dignità e pensare finalmente al bene di tutti. Si continuerà a stare attaccati alle poltrone con un Paese che va a fondo.