Intervengo a favore di questa istanza che affronta un problema quanto mai importante quale quello contenuto nell’art. 153 della legge 14 dicembre 2017 n.140 e precisamente i Piani pluriennali di abbattimento delle barriere architettoniche
Come si fa ad essere contrari? La libertà e l’autonomia delle persone devono rientrare a pieno titolo tra i diritti fondamentali dell’uomo e diventa dunque fondamentale affrontare i principi dell’accessibilità e della fruibilità degli ambienti di vita.
L’istanza è chiara e ci chiede il sollecito e il coinvolgimento di tutti quegli attori che possano contribuire all’attuazione di un reale piano di abbattimento delle barriere architettoniche, quindi Associazioni tra l’altro promotrici dell’istanza, Giunte di Castello e tutti uffici competenti ed anche realtà private.
Credo di poter affermare che la Segreteria di Stato Territorio così come il Dipartimento Territorio stanno predisponendo tutti quegli atti finalizzati alla messa in opera del Piano Triennale cominciando dal gruppo di lavoro per il censimento delle barriere architettoniche esistenti e la loro eliminazione
Ma a questo punto vorrei fare un breve flashback, giusto per fare il punto della situazione.
Prima della legge quadro per l’assistenza, l’inclusione sociale e i diritti delle persone con disabilità” del 10 marzo 2015,
nel 2013 veniva prodotto dal Comitato Sammarinese di Bioetica un primo documento importante definito da subito di cambiamento copernicano per la definizione di disabilità
L’approccio Bioetico alle persone con disabilità’ era il titolo. Era iniziato un periodo nuovo e giusto dei diritti, una strada che ancora stiamo percorrendo. Molto è stato fatto, molto ancora dobbiamo fare per realizzare quello che abbiamo scritto in quella legge che ha gettato le basi fondamentali dei diritti e della dignità del nostro paese nei riguardi delle persone disabili.
Poiché la disabilità – sottolineava – il documento di bioetica. appartiene al genere umano la società deve progettare e programmare tutte le sue attività e politiche includendo tutti i cittadini.
L’approccio basato sull’Universal design permette di tener conto delle caratteristiche di tutte le persone di una comunità e di una nazione. Per Universal design “si intende la progettazione di prodotti, strutture, programmi e servizi utilizzabili da tutte le persone, nella misura più estesa possibile, senza il bisogno di adattamenti o di progettazioni specializzate.
La “progettazione universale” non esclude dispositivi di sostegno per particolari gruppi di persone con disabilità ove siano necessari” La disabilità è un rapporto sociale, tra le caratteristiche delle persone e la maggiore o minore capacità della società di tenerne conto. La disabilità non è una condizione soggettiva delle persone, ma dipende da fattori ambientali e sociali e da fattori individuali, come sottolinea l’ICF dell’OMS.
La disabilità è una condizione che ogni persona vive nell’arco della propria vita (da bambino, da anziano e per diverse condizioni) ed appartiene a tutto il genere umano. La condizione di disabilità è un’esperienza che hanno vissuto, vivono e vivranno tutti gli esseri umani. E’ quindi importante considerare la disabilità una delle caratteristiche della diversità umana.
Ora, essendo escluse e svantaggiate le persone con disabilità proprio a causa delle barriere architettoniche e non avendo spesso nemmeno le stesse opportunità di scelta delle altre persone ricordo che eguaglianza di opportunità, secondo le Regole Standard, significa che «i bisogni di ognuno e di tutti gli individui sono di eguale importanza», e «che questi bisogni devono diventare il fondamento per la pianificazione delle società», perciò «tutte le risorse vanno impegnate in modo tale da assicurare che ogni individuo abbia le stesse opportunità per partecipare» alla società.
Per tutti questi motivi che ho elencato e rassicurando gli istanti che i lavori richiesti sono già in opera, Repubblica Futura accoglie appieno l’istanza.