A volte le ossessioni provocano vere e proprie allucinazioni, cioè ci si convince che certe cose siano vere quando in verità non lo sono.
L’ossessione ormai ricorrente di RETE verso Alleanza Popolare, che ha finito il suo percorso politico due anni e mezzo fa, a quanto sembra sta diventando un chiaro esempio.
Leggo ieri che nelle ultime 3 legislature AP avrebbe provocato la fine anticipata della legislatura, utilizzando la legge elettorale varata nel 2007, quella attualmente in vigore seppure con qualche modifica successiva introdotta con referendum, ad esempio con la riduzione delle preferenze sulla scheda elettorale a solo una. Riduzione che, fra altro, determina l’ingresso in Consiglio Grande e Generale di consiglieri con relativamente pochi voti personali, non certo la legge elettorale del 2007.
Ebbene nel 2008, dinanzi alla assoluta incapacità della maggioranza di portare avanti il proprio programma – infatti si perdevano almeno 5 o 6 voti ad ogni votazione significativa – AP si ritirò dal governo senza però causarne la caduta perché la nuova legge elettorale non era in vigore.
Infatti si tentò di dare vita ad un governo scombussolato, cercando sponde nell’opposizione con molte difficoltà. Alla fine si mise insieme un governo che si reggeva con 31, che però collassò miseramente perché alcuni consiglieri, non di AP, decisero che non era il caso.
Non fu, quindi, AP a determinare le elezioni perché non aveva i numeri decisivi per farlo.
Nel 2008, dopo le elezioni con la nuova legge elettorale, si creò un nuovo governo a cui partecipava anche AP. Quel Governo ebbe il grande merito di affrontare la terribile situazione in cui il nostro Paese si venne a trovare, sommerso in liste nere ed isolato da tutti in seguito alle follie dei famigerati anni novanta ed oltre.
Dopo avere scoperchiato le vicende che avrebbero portato poi al conto Mazzini e mentre stava per siglare l’Accordo di Cooperazione con lo Stato Italiano e sancire la definitiva uscita dall’isolamento internazionale, due partitini del governo, guidati da Romeo Morri e Augusto Casali, ritirarono le proprie delegazioni di governo, provocando il ricorso alle elezioni nell’anno 2012 dopo quattro anni di legislatura.
Non quindi Alleanza Popolare.
Nell’anno 2012 fu eletto un nuovo governo, che vedeva la partecipazione di AP con un numero ridotto di consiglieri, solo quattro su trentacinque, e quindi non decisiva in base alla legge elettorale.
Nel luglio del 2016 AP decise di ritirare il proprio membro dal Governo in conseguenza della incapacità del governo di affrontare alcuni gravi problemi del Paese, ad iniziare da quelli del sistema bancario/finanziario. Il Governo, invece, continuò ad andare avanti fino ad inizio autunno.
Nel novembre di quell’anno si andò ad elezioni, con sia DC che RETE ben convinti di poterle vincere. Non andò così.
Probabilmente proprio quella sconfitta inaspettata è alla base dell’imminente referendum, promosso in particolare dalla DC e RETE, che non vogliono dichiarare prima del voto con chi governare, ma solo dopo, tramite accordi fra partiti siglati alle spalle degli elettori.
Le allucinazioni possano essere anche confortanti per qualcuno, magari anche utili alla propaganda politica, ma la verità è un’altra cosa.
Un veCChio miLitante di ap
ormai in penSione