Tanto si è parlato delle nuove tariffe del gas, che con gli aumenti fissati da gennaio 2023 saranno aumentate complessivamente del 120% rispetto alla fine del 2021: scelta che, come abbiamo detto più volte, non ha alcuna giustificazione economica dati i costi reali che l’Aass sostiene per l’acquisto del gas (e che sono molto più bassi della tariffa fissata, per effetto del contratto di assicurazione che Aass ha firmato mesi fa). Di fatto, per il gas, i cittadini e le imprese diventeranno il bancomat dell’Aass, garantendole abbondante liquidità e un cospicui attivi potenziali.
È passato più in sordina invece l’aumento dell’energia elettrica, complice la sostituzione di un valore predeterminato con un valore indicizzato e che sarà determinato mensilmente (In gergo si chiama PUN, il prezzo di mercato dell’energia elettrica)
Ad oggi tale valore riferito al mese di novembre si attesta attorno ai 0,213 €/kWh, ma per l’anno 2023 l’Autorità per l’Energia lo ha stimato in 0,266 €/kWh.
Pertanto i nuovi aumenti impatteranno su una famiglia media dal 61% nel mese di dicembre al 99% nell’anno 2023.
Ma quello che colpisce di più è la totale assenza di strumenti a tutela delle fasce più deboli della popolazione, come genitori single, giovani o anziani soli, i cui consumi mensili sono spesso contenuti (100 kWh). Per queste persone si prevedono infatti aumenti ben superiori che vanno dal 99% di Dicembre fino ad arrivare addirittura nel prossimo anno al 146%!
Se l’AASS nelle sue tariffe ha sempre previsto una soglia di tutela di consumi minimi, oltre che di incentivazione al risparmio energetico, prevedendo un consumo minimo a tariffazione agevolata, con la nuova tariffazione questo meccanismo salterà, creando addirittura un ulteriore effetto distorsivo e regressivo, in quanto famiglie con elevati consumi (500 kWh) subiranno aumenti che variano dall’appena 18% per il prossimo mese al 45% per l’anno 2023.
E chiaramente, all’aumentare delle tariffe di mercato e quindi del costo dell’energia elettrica, questo effetto si amplifica e le fasce più deboli della popolazione (quelle a minori consumi) verranno colpite ancora di più.
E’ la stessa Autorità dell’Energia a farlo notare, specificando che “il nuovo sistema tariffario deliberato potrebbe impattare in maniera significativa sulle famiglie meno abbienti, già provate da un lungo periodo di difficoltà dovuto alla pandemia, all’emergenza energetica ed all’inflazione particolarmente significativa in questo periodo. L’Autorità demanda e chiede agli organi politici e istituzionali di trovare forme di individuazione di queste situazioni, e di valutare misure di intervento a salvaguardia delle stesse.”
Il Segretario di Stato Lonfernini al momento però non sembra aver dato importanza a tale grido d’allarme, e, a parte i soliti proclami, nulla di concreto pare seguire. Quel che è certo è che da dicembre per le famiglie sammarinesi il Natale sarà meno “luminoso” di quelli passati.