Finite le luci e i clamori del Natale delle meraviglie, sul centro storico e sul turismo sammarinese sono calati la neve e un silenzio spettrale.
Si potrebbe dire che questa è la normalità, considerato che da gennaio (dopo il 6) fino alla fine di febbraio le attività nel centro storico sono state quasi sempre in riposo.
Ma quest’anno ci sono delle novità. Chiudono le aziende, anche storiche, nel settore dell’ospitalità e della ristorazione; non si concretizzano le promesse di arrivi eccellenti, come al Nido del Falco; sono inutilizzabili anche gli ascensori che collegano il parcheggione al centro storico, la cui data di ripristino slitta di trimestre in trimestre.
La mondezza e lo stato di degrado di alcune zone del centro storico sono davanti agli occhi di tutti. Ovunque campeggiano ormai solo cartelli con affittasi o vendesi.
Questo è lo scenario del turista che visita San Marino ma siamo rinfrancati davanti agli sforzi del super Segretario di Stato per il Turismo.
Il ministro (a lui piace farsi chiamare nell’accezione italiana) è molto impegnato per rilanciare il turismo. Visita il carnevale di Fano e chissà se, fra un brodetto e una sfilata di carri, arriveranno gli shuttle carichi di gente diretti a San Marino.
E poi la foto dalla piccionaia dell’Ariston per la storica visita al festival della canzone. Da San Marino a Sanremo con la benedizione di Cellino San Marco: tre santi in una volta sola sono di buon auspicio per un altro accordino accompagnato dal solito cliché degli abbracci e pacche sulle spalle.
Se ci pensiamo un momento, il Segretario fa uno sporco lavoro: smoking, cene, pranzi, trasferte, piatti di tagliatelle. Qualcuno lo deve pur fare e lui lo fa, è bravo, ci mette l’anima, ride sempre e non è triste – come la collega con delega alla nebbia Tonnini – e nemmeno arrabbiato come Canti, l’uomo che sussurra alle turbine e alle piante, l’archetipo del politico 2.0 one man show.
Siamo nella fase finale della legislatura, la penultima stagione turistica “made in Pedini” e caratelle. Al Bano a parte, stentiamo a scorgere le traiettorie di sviluppo del turismo sammarinese.
Le bollette monstre hanno spinto numerosi negozi alla chiusura, Lonfernini si è dimenticato che i negozi del centro storico per restare aperti hanno bisogno dell’energia elettrica governata dal PUN.
Mancano le infrastrutture, mancano o arrancano rispetto alle novità che ovunque le destinazioni turistiche mettono in campo. Non c’è un sistema integrato di trasporti pubblici. Il settore dell’ospitalità non ha una piattaforma sviluppata rispetto alle produzioni del territorio. Non ci sono opzioni attrattive per i visitatori che pernottano in Repubblica. Non si destagionalizza l’offerta turistica, a dispetto delle mille diverse tipologie di turismo promesse dal Segretario Pedini.
In sostanza mentre i nostri competitor investono tanti soldi e costruiscono infrastrutture (Rimini insegna), noi andiamo a Sanremo e diffondiamo foto dalla piccionaia dell’Ariston, o a Fano per mangiare il brodetto.
Il governo, come sempre, non è mai sul pezzo, riesce a trovare i quattrini solo per alcune imprese industriali dimenticando che esiste anche il settore turistico. Triste spettacolo per un settore rispetto al quale il Governo evidentemente non ha la capacità di ragionare su progetti e investimenti di lungo termine.
Alla penultima stagione turistica della legislatura questo è quanto passa il convento. Ci permettiamo sommessamente di ricordare all’onnipresente Segretario al Turismo che dei coriandoli di carnevale o dei selfie all’Ariston gli operatori del centro storico non se ne fanno nulla.