Mancano le riforme ma aumentano le tasse

Mancano le riforme ma aumentano le tasse

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I numeri al 31 Luglio 2020 (pubblicati sul sito www.statistica.sm) continuano a certificare un declino economico importante del nostro Paese.

Nei dettagli:

  1. 327 occupati in meno nel settore privato rispetto a Luglio 2019. Di questi, solo 115 sono frontalieri (il resto, ovviamente, sono sammarinesi o residenti);
  2. 66 imprese in meno rispetto a Luglio 2019;
  3. prosegue il crollo verticale del turismo (-41.1% di visitatori, -49.7% di turisti di sosta rispetto a Luglio 2019);
  4. cresce il tasso di disoccupazione (da 5,7% di Luglio 2019 a 5,84% oggi) mentre continua drammaticamente a calare il tasso di partecipazione interna (di 1,26 punti, da 73,37% di Luglio 2019 a 72,11% di oggi): significa che meno persone cercano lavoro, che rinunciano a rioccuparsi, e non è un bel segnale, è un calo che non si vedeva così da anni;
  5. crolla il tasso di occupazione interna (dal 69,11% di Luglio 2019 al 67,83% di oggi), segno che sempre meno sammarinesi o residenti riescono a occuparsi.

 

L’assenza di interventi a sostegno dell’economia – spiega Andrea Zafferani – si sta facendo sentire pesantemente anche su questo mese, che invece poteva mostrare performance migliori dopo la normale ripresa della vita.

Non solo quindi non si vede una ripresa, ma le cose peggiorano. Se negli ultimi 3 anni crescevamo di 500-600 unità lavorative ogni anno, diminuivamo la disoccupazione in maniera significativa, raddoppiavamo gli investimenti e facevamo crescere il Pil, oggi i dati mostrano una situazione diversa. Il Governo continua a dire di avere messo in campo buone e sufficienti misure, dai dati non sembra proprio. Affrontiamo questa recessione senza misure di sostegno reali.

Mentre l’economia mostra questa sofferenza, il Governo sta rispondendo con 2 ricette: nuove tasse e debito pubblico.

La scorsa settimana, infatti, è stato sancito l’aumento del bollo auto (la tassa di circolazione) del 5%, lineare per tutte le automobili e tutte le cilindrate, con in più una grave penalizzazione per gli autocarri anche già immatricolati dalle persone fisiche. Non c’è nessuna valutazione sul tipo di auto da premiare e quelle da penalizzare, nessuna salvaguardia per le auto più utilizzate dalle fasce deboli della popolazione, nulla: solo una volontà di fare cassa e farla presto.

Ci avevano detto – afferma il consigliere di Rf Sara Conti – che non avrebbero messo nuove tasse sui cittadini, che avrebbero agito rilanciando l’economia e allargando la base imponibile.

Nulla di tutto questo, alla prima occasione si procede con un aumento lineare delle imposte, di importo certamente rilevante e senza alcuna analisi e distinzione. Una tassa aggiuntiva che praticamente tutti i cittadini pagheranno”.

Il tutto mentre il Paese continua a non avere informazioni sul debito che il Governo sta per contrarre: sa solo la cifra massima (500 milioni) ed il fatto che si andrà a prenderli in buona parte sui mercati, un grosso rischio date le condizioni della Repubblica.

Non c’è trasparenza né dialogo – dice il capogruppo di Rf Nicola Renzi – su aspetti essenziali del processo di indebitamento del Paese.

Temiamo che delibere importanti come quelle che assegnano l’incarico a Jp Morgan per collocare il debito e a Rotschild per il rapporto con il FMI siano state segretate. Nel frattempo abbiamo scoperto su Milano Finanza dal Segretario Gatti che siamo già nella fase di marketing dell’emissione, quindi siamo molto avanti; il tutto mentre manca qualsiasi idea di riforma e qualunque linea di indirizzo che possa presentare agli investitori un Paese capace di ripagare il debito che sta per fare, né c’è alcuna certezza che sarà destinato ad utilizzi produttivi e remunerativi e non per la spesa corrente”

Repubblica Futura intende porre in essere tutte le azioni possibili per pretendere dal Governo chiarezza sui percorsi ed una chiara definizione delle riforme che dovranno essere compiute.

Del resto, una maggioranza così ampia non può servire solo per mettere le mani indisturbati sul Tribunale e fermare i processi, ma soprattutto per compiere le scelte necessarie per il Paese.

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