Evidentemente alla maggioranza ed al Governo la parola confronto fa davvero paura. Infatti nel prossimo Consiglio Grande e Generale (per inciso: le due sedute del parlamento di dicembre, necessarie perchè in novembre il Governo non è riuscito a depositare in tempo il bilancio, impegneranno i Consiglieri dal 30 novembre al 23 dicembre ininterrottamente!) sarà discussa e votata definitivamente la riforma dell’Ordinamento Giudiziario. Abbiamo già ricordato in precedenza quanto la nostra forza politica avesse dato ampia disponibilità a trovare insieme le migliori soluzioni per una legge che è estremamente delicata, rappresentando la base delle regole del gioco del governo della magistratura e dei rapporti tra essa e gli altri poteri dello Stato.
Nulla! Per qualcuno si deve andare avanti a testa bassa, come se questa fosse la prima ed assoluta priorità della Cittadinanza. La conferma che questa maggioranza sia nata sulla base dell’accordo di pochi per fare “terra da ceci in Tribunale” continua ad arrivare. Non vengono neppure presi in considerazione gli appelli che alcuni Consiglieri e parti della maggioranza hanno formulato per giungere ad un risultato condiviso da tutti. Evidentemente il fine che si vuole raggiungere non è quello di una riforma organica e duratura. RF ha evidenziato con forza gli aspetti sui quali sarebbe necessario trovare un punto di incontro: l’eliminazione della distinzione dei magistrati, di tutti i magistrati, nell’esercizio del voto attivo e passivo; il ruolo della procura fiscale, anche nella politica giudiziaria; la composizione del nuovo Consiglio Giudiziario Plenario; i requisiti per prendervi parte, sia per la parte laica che per quella togata; i quorum deliberativi per l’elezione dei membri nel Consiglio Giudiziario Plenario; il ruolo del Magistrato Dirigente; quello della Commissione per gli Affari di Giustizia e del Segretario alla Giustizia, che non possono essere completamente privati di ogni prerogativa in seno alla politica giudiziaria…
Di questi temi e di tanti altri avremmo voluto discutere con calma e non con la clessidra alla mano, dato che i tempi per fare bene le cose ci sono. Purtroppo però qualcuno vuole forzare la mano. Nel bel mezzo della quarta ondata della pandemia (che continua a costringerci all’adozione costante di misure assai delicate, per le quali pure il confronto sarebbe fondamentale); nel bel mezzo di una profonda crisi economico-finanziaria (che presupporrebbe un bilancio previsionale con cifre ben diverse dagli 80 milioni di perdite messe nero su bianco); davanti al disfacimento di tanti settori del Paese, conclamato dalle costanti dimissioni o cacciate di membri di varie realtà: l’ISS, l’AASLP, l’AASS, autorità garante per l’informazione, quella per il trattamento dei dati personali; davanti ai disastri nella PA… davanti a tutto ciò ci saremmo aspettati davvero che le questioni della giustizia si potessero affrontare con serenità e calma, con metodo, trattando magari nel contempo anche tutte le problematiche sopra elencate, che non sono proprio secondarie per la vita del Paese.
Invece no! Evidentemente, per alcuni membri di questa maggioranza, alcune “cambiali” vanno saldate e la loro scadenza pare portare la data inderogabile del 2021. Se così non fosse, RF offre nuovamente la sua disponibilità a “chiudersi in conclave” con chi vorrà accettare un confronto costruttivo dal 2 al 10 gennaio, ininterrottamente. Diversamente, tornando alle “cambiali”, quando tutti i Cittadini capiranno con chiarezza quale fosse il loro contenuto, allora capiranno anche da che cosa è stata animata fin qui questa maggioranza, ma purtroppo -temiamo- al di là dei giochini politici e delle squallide lotte per accaparrarsi il controllo del Paese, forse proprio per il Paese, per tutti noi, sarà troppo tardi.