Questa lettera è un importante spunto di riflessione. Grazie a Paola Masi
Non si chiuda la Scuola Elementare della Città di San Marino!
In relazione alla proposta presentata dal Governo di chiudere la Scuola Elementare “La Sorgente” di San Marino, desidero esprimere alcune considerazioni.
In ogni paese, comune, oppure castello, come avviene nella nostra realtà, chiudere un plesso scolastico è un evento di gravità immensa che assume il significato di interrompere la continuazione della storia. La scuola, in particolare la scuola primaria, è l’istituzione educativa fondamentale per la formazione dei ragazzi, è comunità che assicura l’integrazione fra bambini e adulti, è centro di ricerca poiché pone le basi per un cammino di studio e di scoperta in tutte le discipline della conoscenza e del sapere culturale.
Inserita nel castello di appartenenza, la scuola è punto di riferimento per la propria comunità, ne caratterizza la cultura, la storia, la memoria, le tradizioni, l’identità. La storia della Scuola elementare di San Marino ha origini nobili e molto lontane nel tempo: tanti sono stati i ragazzi che si sono formati entro le mura della “Sorgente”; numerosi gli insegnanti di alta professionalità che si sono avvicendati, e lo sono tuttora, che hanno realizzato, e continuano a realizzare, progetti educativi di notevole e autentico valore. Si pensi ai progetti finalizzati alla ricerca storica riguardante la nostra Repubblica, ma anche ai percorsi di argomento scientifico, ambientale, ecologico, artistico e persino musicale, progetti che sono stati pubblicati e costituiscono oggi una risorsa documentale di grande importanza. Il nostro Paese è consapevole che la Scuola elementare del nostro Castello racchiude un patrimonio culturale veramente prezioso.
Nel plesso di Città hanno sede gli Uffici della Direzione Didattica, della Segreteria e gli Uffici amministrativi; nell’edificio si trovano i locali del Centro di documentazione al quale afferiscono i docenti di tutti i plessi della Repubblica; all’interno della struttura sono compresi una ricca biblioteca, i laboratori, gli ambienti per le riunioni di programmazione, degli incontri con gli Organismi collegiali, l’ampia palestra, la sala refezione, le aule progettate in modo innovativo, dotate di spazi per le sperimentazioni di classe. Si tratta di un edificio ritenuto, sin dal progetto realizzato dall’ingegnere Gilberto Rossini, un’opera di notevole valenza architettonica, pubblicata nelle pagine di prestigiose riviste di architettura internazionale.
Occorre chiedersi come sia possibile giungere così drasticamente alla decisione di porre fine all’esistenza di una componente tanto essenziale e soprattutto tanto importante sia per la società sammarinese, sia per il Centro storico della Città di San Marino, capitale della nostra amata Repubblica.
Quest’anno, in base ai dati, la classe prima dovrebbe essere composta da un numero ridotto di alunni (e in epoca di diffusione pandemica questo permetterebbe un miglior distanziamento fra i bambini), ma è ragionevole ritenere che non sempre potrebbe essere così. Questa riduzione deve essere attentamente considerata: emerge la necessità di analizzare e riflettere sulle cause che stanno determinando una progressiva diminuzione della popolazione del castello e creare quindi adeguate condizioni per favorire la residenza di giovani famiglie nel castello di Città. Un problema molto serio che non può essere certamente risolto chiudendo importanti strutture, che determinerebbero un ulteriore significativo impoverimento del tessuto urbano, come peraltro già avvenuto con il Cinema Turismo e il Centro Anziani, ma ricercando invece con intelligenza, impegno politico e dialogo costruttivo soluzioni positive che rispondano compiutamente alle esigenze dei cittadini viste in una sana prospettiva di sviluppo.
Per quanto riguarda la sede dell’Istituto Musicale Sammarinese, storicamente situata insieme alla “ Corale San Marino”, presso l’ex-Istituto Salesiano Don Bosco, fiore all’occhiello della cultura musicale nel castello di Borgo Maggiore, vista la sospensione e lo stato di abbandono in cui versano, ormai da troppi anni, gli interventi relativi alla ristrutturazione dello storico edificio, è senza dubbio doveroso individuare una pianificazione definitiva che consenta di attribuire al prestigioso Istituto una collocazione dignitosa e funzionale ad un regolare svolgimento delle attività didattiche, superando le difficoltà che hanno ostacolato nel tempo la realizzazione dei lavori.
E’ stato scritto che “i bambini non sono numeri “, tutto questo è profondamente vero ed è altrettanto vero che i cittadini del castello di Città non possono accettare una decisione che cancelli con un tratto indelebile una stella preziosa della costellazione culturale sammarinese. Si amplino invece gli orizzonti educativi, si guardi al futuro delle giovani generazioni nel rispetto della storia, della memoria delle esperienze passate, nell’ottica che una comunità piccola o grande che sia si costruisce necessariamente attorno a luoghi, momenti e situazioni che definiscono lo scorrere della vita quotidiana e valorizzano il senso di appartenenza e la crescita della comunità sammarinese.
Paola Masi