Inevitabilmente quando si attraversano periodi di emergenza e di conseguenza di crisi economica, come quello che stiamo vivendo, si ha la tentazione di chiudersi, in una contrazione protezionistica tesa a difendere l’identità, l’economia, la società nel suo insieme.
Anche San Marino è caduta in questa tentazione autarchica, lo abbiamo visto nelle decisioni prese dal governo che vanno verso una chiusura, con il ripristino della zona bianca, con la modifica della legge 115 e l’abolizione della chiamata nominativa, ora addirittura con la volontà di creare una nostra moneta interna, con l’istituzione dei Certificati di Compensazione Fiscale.
Io sono molto critica nei confronti di questa tendenza protezionistica, perché sigillare, per così dire, la nostra economia e più in generale le economie dei paesi occidentali, non farà altro che indebolire il commercio e la cooperazione internazionale, aumentando il distanziamento economico e impoverendo la nostra Repubblica.
Al di là delle valutazioni politiche legate alle scelte economiche, resto fermamente convinta che la Repubblica di San Marino debba guardare oltre i propri confini e fondare il proprio sviluppo su una rete di relazioni internazionali solide e diversificate, attraverso, soprattutto, la propria presenza negli organismi multilaterali, in un impegno costante di promozione del nostro sistema paese in tutte le sedi internazionali, sfruttando il nostro corpo diplomatico.
Ma resto altrettanto convinta che San Marino non possa esimersi dal fare la propria parte, pur nel limite della sua dimensione geopolitica di microstato, nella cooperazione internazionale, con uno sguardo rivolto oltre i nostri fortunati confini, uno sguardo che arrivi a vedere e a prendere atto delle situazioni al limite di quella che si può definire umanità.
La politica ha certamente il dovere di occuparsi in primis di tutte le problematiche nostrane, ma non può voltarsi dall’altra parte rispetto a ciò che accade in luoghi nemmeno così lontani.
Mi riferisco alla Grecia, terra di confine del continente europeo, protagonista di un continuo flusso migratorio e approdo di bambini, donne e uomini che fuggono dagli orrori della guerra in Siria e dall’Afghanistan prevalentemente, per trovare, in un’Europa che ha nei valori di protezione dei diritti umani, democrazia e tutela dei diritti fondamentali i suoi valori fondanti, una seconda possibilità.
Il loro sogno per un futuro migliore si ferma però per mesi, a volte anni, in un limbo chiamato hotspots, i campi profughi di Lesbo, Samos e Chio dove restano in attesa finché le loro richieste di asilo non verranno esaminate.
Ad oggi sono 42000 tra uomini, donne e bambini, i profughi bloccati in campi che hanno una capienza massima di 5400 posti.
Migliaia di essi non trovando posto all’interno dei campi, vivono in piccole tende all’esterno, esposti a freddo, pioggia, spesso con una limitata possibilità di accesso all’acqua potabile.
Questa tragedia si consuma sul suolo europeo e all’interno di essa un’altra tragedia, ancora più grave, coinvolge le persone più vulnerabili, i minori non accompagnati.
Considerazioni che mi spingono oggi a presentare un OdG, che spero possa essere votato da tutta l’aula consiliare, che impegna il Governo ad attivarsi affinché anche San Marino possa contribuire alla salvaguardia dei diritti fondamentali dei minori non accompagnati ospitati negli hotspots delle isole Greche.
Di seguito il testo dell’OdG:
Il Consiglio Grande e Generale
Preso atto del documento pubblicato il 15 aprile 2020 da UNICEF, Organizzazione Internazionale per la Migrazione (IOM) e Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), nel quale si legge che a febbraio di quest’anno erano presenti in Grecia 5463 minori non accompagnati con l’urgente necessità di trovare una soluzione duratura e stabile di riunificazione familiare o di trasferimento; che di questi minori più di 1600 erano esposti a gravi situazioni di pericolo;
preso atto altresì che secondo Human Rights Watch i minori non accompagnati sono tra gli ospiti più vulnerabili dei campi profughi, dove quotidianamente vivono gravi limitazioni dei loro diritti fondamentali, e che il supporto degli Stati europei è cruciale anche in una prospettiva di tutela a lungo termine attraverso il loro trasferimento in altri paesi;
sensibili all’appello del marzo 2020 di più di cento ONG operanti nell’ambito della cooperazione internazionale, a contatto con i rifugiati e richiedenti asilo, che hanno richiesto a tutti i Governi degli Stati Membri dell’Unione Europea l’immediato impegno al trasferimento dei minori migranti non accompagnati dalla Grecia agli altri paesi europei, in considerazione delle condizioni sempre più gravi e pericolose in cui bambini e ragazzi sono costretti a vivere negli hotspots situati sulle isole greche di Lesbo e Samos, dove oltre 1800 minori non accompagnati si trovano in uno stato di privazione di diritti umani fondamentali, come l’accesso all’acqua, al cibo, alle cure mediche di base e all’educazione;
tenuto conto della tempestiva azione del Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen, che alla luce dell’ Action Plan for Immediate measures to support Greece, presentato dalla Commissione e teso a mettere in campo tutte le iniziative necessarie per sostenere il governo greco nonché ad assicurare che le persone più vulnerabili che si trovano sul suolo europeo, ovvero i minori migranti non accompagnati, possano trovare protezione e tutela dei loro diritti;
alla luce della risposta solidale di molti Stati europei che ha dato il via ad una iniziativa europea per il trasferimento di 1600 minori non accompagnati che vivono negli hotspots sovraffollati nelle isole Greche di Samos, Lesbo e Chio e che ha già consentito il trasferimento di decine di minori in Lussemburgo, in Germania e in Svizzera;
in considerazione del ruolo attivo di San Marino nel reagire in maniera aperta e solidale, pur nel limite delle proprie risorse geopolitiche, alle situazioni di emergenza internazionale, come quando la Repubblica di San Marino aprì ‘le proprie porte’ alle persone che fuggivano dai bombardamenti e dalle violenze della seconda guerra mondiale, dimostrando la generosità delle autorità sammarinesi e della comunità civile del Titano; o quando San Marino nel 2016 rispose all’ appello delle Nazioni Unite di offrire un sostegno concreto ai profughi in fuga dalla guerra, aderendo al progetto dei corridoi umanitari attivati dalla Comunità di Sant’Egidio e accogliendo una famiglia siriana;
condividendo con la comunità degli Stati europei i valori fondamentali del rispetto dei diritti umani e dell’uguaglianza;
ricordando la risposta positiva che i Sammarinesi hanno sempre dato rispetto alle emergenze riguardanti i minori e la capacità dimostrata nel tempo di offrire soluzioni adeguate a sostenere i ragazzi nel loro percorso verso la vita adulta;
impegna il Governo
- ad attivarsi affinché anche San Marino possa contribuire alla salvaguardia dei diritti fondamentali dei minori non accompagnati ospitati negli hotspots delle isole greche mediante l’accoglienza di alcuni di essi a San Marino, vagliando questa possibilità innanzitutto in base alla collocazione internazionale della Repubblica e alla fattibilità concreta di interventi in tal senso, con la collaborazione delle famiglie sammarinesi nonché delle associazioni e degli enti che si occupano e che sono maggiormente sensibili rispetto alle tematiche della tutela dei diritti dei minori in situazioni di difficoltà, anche attraverso l’avvio di iter normativi che si rendano utili a tal fine.