Repubblica Futura segue con apprensione la vicenda della giornalista italiana Cecilia Sala, arrestata e in stato di detenzione in Iran.
RF esprime vicinanza alla Repubblica italiana per questa inqualificabile vicenda e auspica che anche il Congresso di Stato attivi ogni canale per sostenere il rapido rilascio della giornalista.
La professione di giornalista merita tutele e rispetto, soprattutto quando viene esercitata in paesi in cui i diritti civili sono limitati. In ogni caso, la diffusione di notizie ha sempre un fortissimo impatto sulla formazione delle opinioni e dei “giudizi critici” da parte dei cittadini. Dunque, essa deve presupporre correttezza e obiettività da un lato, autonomia e indipendenza dall’altro.
Tali considerazioni richiamano a quanto accade in questi giorni nel nostro Paese.
Il monito pubblico del comitato di redazione di San Marino RTV – con la denuncia “non siamo portavoce dei partiti, serviamo i cittadini con autonomia e rispetto delle regole” – è un segnale certamente non incoraggiante: già dalla scorsa legislatura è iniziata la prassi da parte di governo e maggioranza, di attaccare pesantemente, anche nelle sedi istituzionali, la stampa non allineata. C’è stato anche di più: un direttore e un capo redattore di una testata nazionale sono stati rinviati a giudizio e poi assolti per una iniziativa giudiziaria di Banca Centrale e del governo, rispetto alla quale nessuno ha ancora chiesto scusa.
Ci sono poi tante voci che si rincorrono nei corridoi su telefonate di pressione per fornire solo determinate notizie o farne sparire altre o dare più o meno peso a singoli esponenti di governo.
Repubblica Futura esprime, per l’ennesima volta, condanna e distanza verso diktat o ingerenze di qualunque tipo nei confronti degli operatori dell’informazione, comportamenti che noi non abbiamo mai messo in atto. Lo abbiamo denunciato, da soli, nella scorsa legislatura, e di nuovo siamo costretti a prendere posizione oggi affinché tale prassi – ormai consolidata – abbia termine. Siamo i soli che hanno chiesto chiarezza rispetto a siti stranieri che beneficiano di risorse pubbliche erogate dal governo o da società pubbliche, che non rispettano le norme nazionali in materia di editoria e promuovono campagne di disinformazione nascondendosi dietro leggi estere o l’omertà complice del Congresso di Stato.
Repubblica Futura auspica che già dalla prossima settimana si intraprendano tutte le iniziative – se fosse il caso convocando anche la Commissione di Vigilanza o investendo della questione l’Autorità Garante per l’Informazione – al fine di chiarire quanto sta avvenendo in via Kennedy.
Visto che si parla genericamente di partiti, RF ritiene necessario sapere chi esercita pressioni, se è vero e perché siano state rivolte minacce ai giornalisti.
Vorremmo anche sapere se il governo abbia una posizione su quanto accaduto e se il responsabile della delega all’Informazione sia intervenuto per chiarire i contorni di una vicenda grave e ancora più inquietante perché attiene alla Tv di Stato, pagata con le risorse di tutti i cittadini.
L’auspicio è che si faccia la necessaria chiarezza e si riporti un corretto rapporto fra politica e informazione, condannando quei comportamenti che sono caratteristici dei paesi dove le libertà democratiche sono ancora un miraggio.
Pressioni ai giornalisti: si faccia chiarezza.
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