Primo banco di prova per il nuovo governo: una autentica débacle

Primo banco di prova per il nuovo governo: una autentica débacle

La discussione dell’assestamento di bilancio, il primo banco di prova della legislatura, è stata una
vera e propria caporetto per governo e maggioranza, tanto divisi da non essere riusciti neppure a
nominare i cda di AASLP, AASS, RTV, in preda ad una feroce caccia alla poltrona.
Ma torniamo all’assestamento. Il Governo aveva inizialmente garantito la natura strettamente
tecnica di questo provvedimento, volto a garantire la stabilità finanziaria del Paese.
È stato per questo motivo che l’opposizione, in uno spirito di collaborazione istituzionale, aveva
permesso al Governo di presentare il testo in prima lettura nonostante la mancanza dei tempi previsti
dalla legge, confidando in una gestione trasparente e rispettosa della cosa pubblica.
Purtroppo, l’articolato presentato (quasi venti emendamenti del Governo) evidenzia scelte
fortemente politiche che non riflettono un approccio prudente e responsabile, ma una gestione che
risponde per buona parte ad esigenze ben diverse e meno nobili.
Repubblica Futura ha presentato numerosi emendamenti di ampio respiro che hanno tentato di
fornire un supporto globale alle famiglie in difficoltà: le proposte di rivalutazione degli assegni
familiari, di azzeramento della retta degli asili nido e della continuità dei centri estivi,
l’incentivazione del welfare aziendale ed un innovativo approccio verso la terza età. Sono stati
presentati emendamenti sul piano della riduzione del debito pubblico, sui tassi di interesse e su
piccole e medie imprese, non tralasciando nemmeno il settore pubblico, rispetto al quale è stata
chiesta maggior trasparenza, e sul tema della transizione ecologica, chiedendo nuovamente un piano
per tendere all’autonomia energetica del nostro paese.
Questo provvedimento avrebbe dovuto essere il primo atto politico del nuovo governo, in grado di
delineare priorità e prospettive. Nulla di tutto ciò.
Quanto alle proposte di Repubblica Futura, sono cadute nel vuoto, sotto i colpi di un Governo troppo
impegnato in altro e ad istituire tre nuovi Dipartimenti.
La priorità assoluta è stata portare i Dipartimenti della Pubblica amministrazione da 8 a 11. Mentre
sarebbe necessario contenere la spesa, avere un progetto di gestione del debito e di sviluppo, i
Segretari di Stato – decaduti e no – si sono affaccendati ad avere ciascuno il proprio Dipartimento,
secondo il classico principio “perché lui sì e io no”, alla faccia di ogni riflessione sui migliori
modelli organizzativi. Naturalmente nessun ragguaglio è stato dato quanto al costo dell’aumento
dei Dipartimenti.
Insomma: RF ha cercato di fornire sostegno alle famiglie ed alle piccole e medie imprese, puntando
l’attenzione su giovani ed anziani. La maggioranza ha preferito invece investire le risorse pubbliche
per moltiplicare le strutture della PA.
I costi li vedremo nel tempo, intanto paga Pantalone …
San Marino, 22 settembre 2024

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