Non avevamo dubbi che il Segretario Pedini, nella sua inevitabile replica di getto (ma ogni tanto pensarci non sarebbe meglio?) al nostro comunicato sui suoi fallimenti, avrebbe “sbordato” e dato la colpa al governo di adesso.sm: del resto, è l’unica cosa che sa fare! La sua invettiva contro Repubblica Futura è la summa del pensiero di questo leader ruspante: chi si azzarda a criticare è un buffone.
Ne prendiamo atto ma, a proposito di buffoni, gli ricordiamo alcuni passaggi fondamentali della sua carriera politica. Le foto con il fucile imbracciato, le foto vestito da coniglio, gli urli, gli schiamazzi e le sceneggiate in Consiglio Grande e Generale degne di un film di Lino Banfi!
Nell’invettiva non abbiamo capito se, quando arriveranno agli operatori turistici le bollette dell’energia elettrica con l’aumento PUN, gli imprenditori troveranno gli aiuti di cui Pedini ha parlato nei giorni scorsi.
Non è dato sapere se gli ascensori saranno funzionanti fra poche settimane o le tante serrande chiuse con i cartelli vendesi e affittasi riapriranno. Nella grandeur del ministro in smoking – tra maxi progetti, treni, festival canori – non sappiamo se trova il tempo per le piccole cose del paese. Per esempio, con tutti i
sindaci che incontra giorno e notte, parla forse del sostegno al negoziato di associazione alla UE oppure del tema energia?
In più siamo dispiaciuti se a Fano il ministro in smoking non ha trovato il tempo per mangiare il brodetto o a Sanremo ha fatto solo una toccata e fuga, tanto l’auto blu, il gasolio, l’autista, l’autostrada, la trasferta – come si sa – sono gratis.
Purtroppo per il Segretario Pedini, i risultati parlano da soli: nel settore turistico viviamo una fase di recessione e di disinvestimenti. Stanno venendo meno attività di qualità, con la perdita di uno dei migliori hotel della nostra Repubblica (il Palace), del miglior ristorante di cui potevamo godere (La Taverna dello chef Sartini) e di diverse altre attività che prima popolavano la nostra Capitale. E sentirci dire che “gli investimenti per la costruzione di nuovi hotel li fanno i privati e non il pubblico” è l’involontaria ammissione che Pedini non ha ancora capito che il pubblico (cioè il Governo) ha il dovere di creare le condizioni perché quegli investimenti arrivino; e se non ce la fa, ha fallito e deve andare a casa.
Purtroppo per la Repubblica, questa situazione dimostra quanto, se guardiamo i risultati, il Segretario Pedini abbia fallito nel suo lavoro.
Da quando è arrivato, ha parlato di almeno 10 tipi di turismo da attrarre in territorio: quello religioso, quello sportivo, quello culturale, quello enogastronomico, quello del benessere e chi più ne ha più ne metta. Per fare questo va ovunque, viaggia in ogni angolo d’Italia, d’Europa e nel mondo, si fa selfie con chiunque sviluppando amicizie che torneranno utili soltanto a lui, spende soldi (tantissimi soldi) in eventi (persino eventi fuori San Marino, celebre uno che si è tenuto in Spagna e per il quale abbiamo speso più di 20.000 euro) e campagne di comunicazione ma non porta a casa alcun risultato tangibile. Ed è naturale che sia così perché in tre anni non ci siamo caratterizzati in nulla, non ci siamo costruiti una immagine definita, disperdiamo risorse in mille rivoli, in mille eventi diversi senza riuscire a focalizzarci (e focalizzare la comunicazione) su qualcosa su cui possiamo davvero farci un nome, diventare un target per il turista e spingerlo a stare a San Marino più di 4 ore.
Questo è il grande fallimento di Pedini: un sacco di soldi spesi in mille cose ma San Marino è ancora quello delle escursioni in estate.
Il Segretario al Turismo non è una pro loco che deve organizzare eventi: certo, se vuole solo cercare voti, questo probabilmente funziona ma se l’obiettivo è fare crescere il turismo, attrarre investimenti, aumentare la qualità, non sono certo gli eventi spot a fare la differenza. Serve invece un buon utilizzo delle risorse, degli incentivi fiscali, della politica territoriale e della comunicazione per dare un’immagine a San Marino e far sì che il turista, alla domanda “perché dovrei andare a San Marino e starci almeno due o tre giorni”, sappia darsi una risposta chiara: come avviene per tutte le destinazioni turistiche con una immagine definita.
Salutiamo quindi il Segretario di Stato, dicendogli che ci dispiace averlo disturbato nei suoi tour in giro per l’Italia a divertirsi e mangiare, ma avevamo necessità di ricordargli che, ogni tanto, deve occuparsi anche del nostro turismo.