Sulla questione interramento cavi dell’alta tensione anche il Movimento Rete ha rotto il silenzio, tentando maldestramente di riacquistare credibilità su un tema che è riemerso alle cronache nell’ultimo periodo. Rete, nel suo comunicato, sostiene candidamente che il progetto di interramento della linea dell’alta tensione “è uno dei tanti dossier aperti, eredità dei passati Governi, su cui il Movimento intende fare chiarezza”. Peccato che ci sia ben poco di aperto e da chiarire, quello che c’è è una delibera dell’ AASS del 27 aprile 2018, la n.62, che autorizza la spesa di 6.100.000 euro e la stipula della convenzione con Terna S.r.l. avente per oggetto proprio l’interramento dei cavi di alta tensione dalla sottostazione di Cailungo alla località Laghi. Convenzione che prevedeva già tutti i dettagli tecnici con fine lavori a giugno 2021. Soldi stanziati, progetto pronto.
Il progetto era stato definito, finanziato, autorizzato con gli accordi con la controparte italiana, elaborato dai tecnici AASS.
Dice Rete nel comunicato, che il progetto e la convenzione sarebbero stati avviati “senza le necessarie autorizzazioni tecniche per procedere”. Ma queste sono solo parole ad effetto che Rete sta utilizzando in maniera del tutto strumentale per tentare di salvare la faccia, dopo che questo Governo, di cui Rete è componente rilevante, ha bloccato il progetto.
L’argomento è emerso solo qualche settimana fra grazie al coraggio dei cittadini ma era da tempo che Rete – che guida l’AASS con il presidente – aveva bloccato tutto per motivi politici, come ammesso recentemente da un Segretario di Stato.
Sì, perché dopo il cambio di legislatura e il Governo a guida DC-Rete, i lavori non sono mai partiti. Questi sono i fatti, nessuna dietrologia, nessuna strumentalizzazione. Fatti incontrovertibili.
Ma Rete, si sa, da quando siede negli scranni del potere, va a braccetto con gli altri partiti di maggioranza che in mancanza di una progettualità politica hanno una sola missione comune: distruggere tutto quanto fatto dallo scorso Governo. Buono o cattivo non importa, tutto va distrutto e ricostruito a propria immagine anche se si arriva alla paralisi.
Ma la dichiarazione più sfrontata del comunicato del Movimento Rete è sicuramente questa: “Fin da subito Rete ha sostenuto ai tavoli di confronto che, se si fosse rilevato un problema di salute pubblica nella zona, ovvero di inquinamento elettromagnetico, lo si sarebbe dovuto velocemente risolvere”; sì, tanto velocemente da fermare un progetto che era già pronto per partire, redatto da tecnici competenti nel rispetto delle norme. E non solo, grazie all’intervento dei cittadini, si è scoperto l’atteggiamento che Rete ha avuto nelle serate pubbliche nelle quali si parlava di inquinamento elettromagnetico, un atteggiamento non solo contrario all’interramento delle linee di alta tensione, con idee fantasiose come “l’innalzamento dei tralicci di 20 metri invece dell’interramento”, ma anche un atteggiamento inqualificabile verso i cittadini preoccupati, ai quali è stato risposto “con quella cifra vi compriamo a tutti una casa da un’altra parte”. Frase di una gravità inaudita detta a persone che vivono in quella zona da tutta una vita.
Ma si sa Rete è composta da esperti. Prima avvocati e giuristi, adesso ingegneri che pur di mettere una bandierina posticcia mettono in pericolo la salute dei cittadini dimenticando battaglie come la Cartiera Ciacci messa nel soffitto.
Ora ci si nasconde dietro alla volontà di far pagare i lavori a Terna e nel frattempo non si sa che fine hanno fatto i soldi stanziati per il progetto bloccato e chi pagherà per quanto già speso.
Repubblica Futura ha presentato già da settimane un’interpellanza che ancora non ha avuto risposta.
Quanto tempo passerà prima di poter mettere realmente e seriamente mano ad un progetto così importante?