Molte cose restano da fare per la sanità sammarinese.
Nonostante le rassicurazioni e le promesse dell’ormai ex Segretario
Ciavatta; nonostante l’approvazione dell’ordine professionale degli infermieri; nonostante l’approvazione (pressochè all’unanimità del Consiglio Grande e Generale) dell’istanza
che chiedeva l’inserimento di tutto il personale sanitario laureato nel corpo sanitario sammarinese, ancora non è stato fatto nulla in questo senso. Speriamo che il Segretario Mularoni voglia considerare anche questa una priorità! In particolare, l’Istanza d’Arengo vorrebbe la modifica dell’articolo 1 del Decreto 16 Dicembre 1991 N°153, chiedendo che anche i professionisti sanitari non medici vengano inseriti nel Corpo Sanitario sammarinese.
Nell’epoca in cui è stato emanato il Decreto 153 le professioni sanitarie non mediche erano considerate “ausiliarie” alla professione
medica; “assistenti del medico” se vogliamo riassumere. Con l’istituzione dei corsi di laurea (2001) queste hanno visto cambiare
il loro status di ausiliarietà, e quindi di natura tecnica, all’essere normate come professioni di natura intellettuale e dotate quindi di autonomia e responsabilità professionale.
Proprio per effetto di questa responsabilità è richiesta la copertura assicurativa per colpa grave che anche l’ISS richiede (solo in questo
siamo aggiornati!).
L’evoluzione delle caratteristiche delle professioni sanitarie non mediche è veloce, basti pensare che sia all’estero, ma anche in Italia, si sta normando la figura dell’infermiere di famiglia: non si tratta di sostituire il medico nè di eseguire atti medici che restano comunque di competenza di quest’ultimo.
Un’altra modifica normativa da attuare, oltre alla legge di cui sopra, è la Legge 1 Dicembre 1982 n°107 che disciplina il Corpo Sanitario.
Evidentemente questa legge ha passato i 40 anni di età e per forza di cose è già ampiamente superata da usi consuetudini e aggiornamenti legislativi in campo sanitario.
Ad esempio, all’interno della legge è regolamentata la reperibilità ed il servizio di guardia. Anche i professionisti non medici svolgono il suddetto servizio, ma nella legge non è specificato! Per contro, nell’allegato sono specificate le indennità per medici e farmacisti (ancora in lire) già aggiornate con le nuove leggi.
Sempre in questa legge è permessa l’attività di consulto presso strutture esterne, al di fuori dell’orario di lavoro, preventivamente
autorizzata dall’ISS. Ricordiamo che per questa attività, l’ISS trattiene il 15% (non il 20% come specificato nell’articolo 3), il
restante 85% va al professionista e fa cumulo col reddito prodotto (ci paga le tasse e spesso si supera lo scaglione contributivo successivo).
Questa attività è quindi preclusa a tutti gli altri professionisti a meno che non siano richiesti in equipe da un medico che già effettua
attività di consulto.
Non è questa una discriminazione?
Aggiornando la legge, l’ISS sarebbe molto più attrattivo per i professionisti sanitari!
Gli ultimi tempi sono permeati di roboanti annunci di acquisti estremamente impattanti sulle finanze pubbliche, tra robot chirurgico e
nuova struttura ospedaliera si parla di milioni di euro come fossero noccioline (e come se li avessimo); i professionisti invece sono ancora
“in panchina” che attendono non particolari attenzioni, si badi bene, ma solo il riconoscimento che giustamente spetta loro.
Questa modifica conferisce quella indipendenza professionale che è
sancita dal loro titolo di studio, e dal fatto che devono pagarsi una polizza professionale; ma questa indipendenza resta non ancora concessa dal nostro ordinamento, con tutte le limitazioni che ne conseguono e che
sono state in parte elencate sopra.
L’istanza venne approvata dopo un’ampia discussione consiliare in cui si sono sprecate lodi sul personale sanitario, rimarcandone professionalità ed abnegazione (soprattutto dopo l’epidemia di Covid19).
E’ possibile qualcosa in merito o demandiamo tutto al nuovo Governo che verrà?
Repubblica Futura
membro dell’Associazione dei Liberali e Democratici Europei (ALDE)