Ancora una volta la maggioranza ha agito con i numeri e senza batter ciglio ha tirato dritto, evitando di approfondire e valutare i suggerimenti provenienti dalle forze politiche di opposizione.
Di fronte ad un ordine del giorno presentato da Repubblica Futura, che chiedeva semplicemente al Congresso di Stato di sospendere ogni decisione in merito alla chiusura della classe prima nella scuola di Città “La Sorgente”, un odg chiaro ed esplicito, senza nessuna pretesa di dettare o dare ordini a chi governa, la posizione dell’intera maggioranza espressa con una bocciatura all’unanimità ha impedito ogni tipo di approfondimento.
Approfondimento che si sarebbe potuto fare con il tempo necessario e sulla base di un’apposita relazione dettagliata del Congresso di Stato sull’andamento demografico in Repubblica con eventuali impatti sull’intero sistema educativo a lungo termine.
Quindi nulla di strano o di assurdo veniva chiesto alla Segreteria di Stato competente e al Congresso, se non un confronto più che corretto e doveroso con tutte le parti interessate, famiglie, corpo insegnanti, Giunte di Castello e forze politiche, confronto purtroppo mancato in questi mesi, anche se più volte annunciato, prima che il Governo assumesse la sua decisione in maniera del tutto arbitraria.
Come al solito, tutto si è svolto nelle segrete stanze; nonostante il movimento Rete continui ad affermare che ci sia stato ampio coinvolgimento e confronto con gli interessati, a noi risulta esattamente il contrario da ciò che dichiarano e affermano coloro che sono coinvolti in prima persona da questa decisione.
Ma la cosa ancora più assurda è ascoltare ai microfoni della maggioranza che Repubblica Futura continui ad agire in maniera difforme rispetto a ciò che predica, affermazione che fa sorridere perché pronunciata proprio da chi nel giro di un anno di legislatura ha cambiato completamente rotta e sta veramente facendo l’opposto di ciò per cui nella passata legislatura si sarebbe stracciato addirittura le vesti.
Ma oramai non ci stupisce più nulla, siamo abituati anche a questo, chissà quante cose assurde ancora dovremo ascoltare.