Repubblica Futura si compiace dell’attenzione riservata da tutte le forze politiche e dal Governo all’Ordine del Giorno depositato il 30 agosto scorso, avente a tema l’inverno demografico a San Marino, problema che necessita un’attenzione forte da parte delle istituzioni visti i numeri decisamente preoccupanti che registrano un vero e proprio crollo delle nascite a San Marino; che nel medio termine rischiano di mettere a rischio il sistema previdenziale e sanitario e nel lungo termine la stessa sovranità della Repubblica.
In tale Ordine del Giorno abbiamo ricordato all’aula consiliare l’avvenuta approvazione, nel dicembre scorso, dell’art. 24 della legge 22 dicembre 2023 n. 194, che ha già previsto la nomina di una Commissione Speciale sull’andamento demografico, invitando a procedere rapidamente alla nomina ed all’insediamento di tale Commissione. Abbiamo altresì chiesto al Segretario di Stato per gli Affari Interni di fare un riferimento completo sul punto, prendendo in considerazione la fascia di popolazione dai 18 ai 45 anni, così da consentire al Consiglio Grande e Generale di approfondire, con criteri scientifici, le ragioni alla base dell’attuale trend della natalità e di adottare, dopo un approfondito dibatto consiliare, tutte le utili soluzioni, anche di carattere strutturale, allocando altresì le necessarie risorse economiche; e chiesto al Consiglio Grande e Generale di impegnare da subito il Congresso di Stato a valutare misure che consentano di addivenire in tempi brevi ad una fiscalità maggiormente favorevole alle famiglie con figli, ad una riconsiderazione della struttura e dell’importo degli assegni familiari e delle aspettative e dei congedi per maternità – che non devono essere in alcun modo penalizzanti per le donne onde evitare che esse siano chiamate a scegliere fra il ruolo di madre e quello di lavoratrice – alla modifica della legge sul diritto allo studio, nonché all’esame del tema salariale e del mercato immobiliare.
Tale Ordine del Giorno sarà discusso e messo ai voti nella prossima sessione consiliare.
Con grande sorpresa abbiamo ascoltato in questi giorni il neo Segretario di Stato alla Famiglia, Stefano Canti, annunciare la sua intenzione di riformare il diritto di famiglia, secondo lui superato in quanto fermo agli anni ’80 del secolo scorso, inserendovi una serie di misure di tipo economico, con creazione di un gruppo di lavoro per giungere a tale riforma.
Ricordiamo al Segretario Canti la genesi della legge 26 aprile 1986 n. 49 (“Riforma del diritto di famiglia”), che vide un lavoro corale di tutte le forze politiche presenti nell’aula consiliare ed il coinvolgimento di personaggi di punta di ogni forza politica. Questa è la ragione per la quale la legge n. 49/1986 ha avuto necessità in tutti questi anni di aggiornamenti molto limitati, essendo stata scritta molto bene all’esito di un approfondito confronto e grazie alla perizia di chi lavorò affinché tale legge vedesse la luce.
Tremiamo all’idea che il Segretario Canti applichi alle sue nuove deleghe lo stesso approccio, caratterizzato da superficialità e arroganza, utilizzato nella gestione della Segreteria di Stato al Territorio nella scorsa legislatura.
Gli interventi di natura economica che si faranno non andranno inseriti nella legge sul diritto di famiglia, bensì in normative specifiche e diverse.
E considerato che il Consiglio Grande e Generale ha già previsto, nel dicembre dello scorso anno, la Commissione Speciale sull’andamento demografico, a cui sono stati attribuiti i compiti di “proporre interventi per sostenere la natalità, per rafforzare i servizi per la terza età, per rafforzare il sistema di welfare, nonché produrre scenari e stime numeriche sugli impatti degli interventi proposti”, lasciamo stare per il momento la creazione ulteriori commissioni. Quante ne vogliamo istituire?
Ma soprattutto, Segretario Canti, lasci stare per cortesia la riforma del diritto di famiglia. Si concentri piuttosto sull’insediamento della Commissione Speciale sull’andamento demografico e su misure di natura economica e normativa, da adottare in tempi brevi, che possano rappresentare un vero strumento di sostegno alle famiglie, diversamente dalle misure adottate nella scorsa legislatura che, visti i risultati, evidentemente non hanno raggiunto l’obiettivo che si prefiggevano.