“Il problema è l’incapacità imprenditoriale dei sammarinesi nel settore turistico, capaci solo di chiedere sussidi e quindi per risolvere il problema della carenza di posti letto il governo ha dovuto rivolgersi all’esterno, gli dispiace che il comitato civico sia nato solo ora quando i progetti occorreva farli almeno vent’anni fa”.
Sono le parole che il consigliere Berti capogruppo del comatoso NPR, del quale non c’è più traccia ne’ sugli organi di informazione ne’ su quelli istituzionali, avrebbe pronunciato nel recente incontro con il Comitato a difesa dell’area dell’ex Tiro a volo di Murata. E le altre parti della sigla NPR (Psd, Ps, Md) – membri della coalizione a norma della legge elettorale – stanno zitte o condividono? A nome di chi parla il consigliere Berti? Se parla a nome di una sigla che raccoglie un consigliere che non dichiara quanto il codice etico richiede, un consigliere sotto sindacato della reggenza non ancora concluso, un consigliere che compare nella relazione della commissione di inchiesta su Banca Cis in un confuso affare immobiliare, un consigliere eletto in una lista di opposizione e poi con salto triplo trionfante e miracoloso sostegno del governo, ci sembra che la credibilità del soggetto sia molto molto scarsa.
Un approccio che denota il modus operandi del capogruppo di NPR o della neonata sigla di comodo denominata AR (acronimo come Arezzo provincia) in cui si sovrappongono e si confondono, a seconda delle convenienze, molti ruoli, fregandosene dei palesi conflitti di interesse che si traducono poi in querele nel Sinedrio, complice la ossequiente maggioranza. Certamente in linea con la partecipazione ai festini con porchetta e a denunce facili contro cittadini solo colpevoli di aver firmato un’Istanza d’Arengo.
Si è chiesto, il capogruppo e leader della maggioranza, perché gli operatori fanno fatica ad investire? Quali sono le problematiche esistenti nel settore turistico che portano gli imprenditori esterni a scappare a gambe levate al momento di concludere qualcosa? Ricordiamo a tal proposito il caso Cipriani, annunciato in pompa magna dal Segretario al Turismo come nuovo “detentore” del Nido del Falco e poi sparito dai radar; e facciamo anche presente che lo stesso progetto Alpitour viene continuamente posticipato nella sua fase esecutiva (l’ultimo evento in tal senso è la delibera n.79 del 22 maggio scorso, che proroga i termini per presentare la proposta delle condizioni per la concessione in uso dell’area “ex Tiro a volo di Murata al 24 luglio 2023, dopo che già erano stati prorogati al 24 maggio con precedente delibera), e questo qualche riflessione dovrebbe aprirla.
Si è chiesto, il capogruppo (di NPR o di AR?) perché anche strutture di alto livello nel settore ricettivo e ristorativo chiudono (ad esempio il caso del ristorante La Taverna) o si riconvertono (caso Palace Hotel) anziché proseguire la propria attività? Sono tutti imprenditori che vogliono vivere di sussidi?
È imbarazzante questa semplificazione, questo modo di approcciarsi ai problemi. Bene ha fatto l’USOT a rispondere mettendo i puntini sulle “i”, ricordando le proposte fatte e non attuate da un Governo che, in 4 anni, ha pensato a spendere l’inverosimile in eventi, manifestazioni e iniziative buone per farsi i selfie o per viaggiare in giro per il mondo, ma non ha investito nulla sulle politiche per la riqualificazione del settore. Ed è qui che va ricercato il problema: come dice bene USOT, le strutture di alto livello scarseggiano perché la destinazione non le richiede, perché il tipo di turismo che viene a San Marino non le ricerca, e quindi, semplicemente, manca la domanda per questo tipo di offerta.
Cosa pensa di fare Berti, e tutta la maggioranza che sosterrà il nascituro governo balneare che a breve si insedierà, per cambiare questo stato di cose, dopo 4 anni di immobilismo?
È evidente a tutti che va cambiata la domanda, cioè bisogna riqualificare la destinazione per far sì che un’altra tipologia di turismo sia attratta dal nostro Paese; a quel punto l’offerta si adeguerà di conseguenza, come accade in ogni mercato di ogni settore. Si tratta di sviluppare precisi piani di intervento, di destinare correttamente le risorse sia a livello di marketing che di interventi sul territorio a livello di infrastrutture, formazione, tecnologie, fruibilità dei luoghi, valorizzazione e racconto della nostra storia e della nostra unicità, ed anche certamente di incentivi per gli investimenti privati; il tutto in collaborazione con le associazioni di categoria, e non in contrapposizione.
Ma come possiamo pensare che questo tipo di approccio maturi quando davanti ti trovi persone che ti querelano appena dici qualcosa che non li aggrada?