INTERPELLANZA
In relazione al Decreto Delegato 4 aprile 2022 n. 56 “Disposizioni relative alla semplificazione della struttura del Dipartimento Funzione Pubblica, all’UO Ufficio Centrale di Collegamento ed a procedimenti e attività amministrativi” e alla Delibera n. 13 del 07/03/2022 “Disposizioni relative alla proroga dell’incarico di Dirigente dell’UO ”Ufficio Centrale di Collegamento” si è notata una particolare attenzione del Congresso di Stato verso l’Ufficio Centrale di Collegamento.
Attenzione molto particolare in quanto, da una parte si inseriscono in un decreto sulla semplificazione normativa delle prescrizioni sullo stipendio del dirigente dell’Ufficio Centrale di Collegamento e dall’altro si prorogano fino al 30 giugno le funzioni del dirigente facente funzione per la seconda volta.
Non si comprende in estrema sintesi cosa voglia fare il Governo, che con la Delibera n. 29 del 3 gennaio 2022, ha costituito un Gruppo di Progetto per lo studio di interventi di riorganizzazione del Dipartimento Finanze e Bilancio e dell’UO Ufficio Centrale di Collegamento (UCC).
I lavori, come menzionato nella delibera del 7 marzo 2022, sono ancora in corso alla data della delibera (e si presume alla data odierna) e non si comprende quale approdo debbano avere.
Il tutto avviene mentre il Governo, sempre nel mese di marzo, ha deciso di aderire al sistema sanzionatorio stabilito dall’Unione Europea per contrastare l’invasione russa dell’Ucraina, sistema nuovo per la Repubblica che avrebbe necessità di avere pienamente operative tutte le nostre Istituzioni.
Ma dal 28 giugno 2021 il ruolo di Direttore dell’Ufficio Centrale di Collegamento è vacante a seguito di dimissioni e il Congresso di Stato non ha provveduto a presentare una proposta di nomina al Consiglio Grande e Generale.
Un disastro che segue il disastro dell’Ufficio Tributario, per il quale il Governo ha prima stabilito che il precedente dirigente non avesse superato il periodo di prova, poi, dopo quasi due anni di facente funzione del Direttore del Dipartimento Finanze (fra l’altro funzionaria dello stesso Ufficio Tributario), il Congresso di Stato ha trovato nel dirigente dell’Ufficio Centrale di Collegamento, nominato dal Consiglio Grande e Generale, la figura per chiudere il pasticcio del Tributario.
L’atto in sé è grave, poiché, come accaduto anche in un altro caso, si priva il Consiglio Grande e Generale di una sua prerogativa, eludendo norme, non sottoponendo alla potestà dell’Organo Legislativo nomi per gli incarichi ricoperti da facenti funzioni.
Tutto ciò premesso, si interpella il Governo per:
1 avere copia del documento elaborato dal Gruppo di Progetto per lo studio di interventi di riorganizzazione del Dipartimento Finanze e Bilancio e dell’UO Ufficio Centrale di Collegamento (UCC) aggiornato alla data odierna (anche se incompleto);
2 sapere se ci sono degli orientamenti del capo della Funzione Pubblica (si chiede eventuale nota scritta);
3 se il Congresso di Stato è consapevole di non rispettare le normative vigenti non promuovendo la nomina di un nuovo direttore dell’Ufficio Centrale di Collegamento;
4 se il personale in servizio e/o chi ricopre attualmente l’incarico ha manifestato l’intenzione di non volere ricoprire l’incarico attraverso la nomina del Consiglio Grande e Generale (si chiede evidenza scritta);
5 se corrisponde al vero che il Governo stia valutando profili esterni alla Repubblica;
6 se l’OCSE è a conoscenza che per scelta del Governo il Parlamento della Repubblica di San Marino non può nominare il dirigente dell’Ufficio Centrale di Collegamento.
Inoltre, si chiede se in termini di intenzioni politiche, il Governo intenda nella prossima seduta utile proporre, nel rispetto della norma, la nomina del Direttore dell’Ufficio Centrale di Collegamento e se intenda modificare la legge 106/2011 secondo criteri di diminuzione di scambio di informazioni riducendo l’autonomia dal Congresso Stato e modificando le linee politiche tenute in tre legislature con maggioranze differenti circa i rapporti con l’OCSE e con la vicina Italia.
Auspicando che sul tema si possa fare celermente chiarezza e si possa permettere al Consiglio Grande e Generale di assumere le proprie decisioni, resta l’amarezza di vedere come istituzioni e uffici pubblici siano gestiti dal Governo senza alcuna trasparenza, lungimiranza e, come in questo caso, trovando escamotage per non applicare alla lettera il dettato normativo.