Quando, all’inizio dell’autunno, il Governo ha deciso per la scelta di mantenere aperte le attività economiche nonostante una già visibile seconda ondata in arrivo, noi abbiamo detto che era la scelta giusta, vista la difficile situazione dell’economia sammarinese dovuta alla totale mancanza di aiuti alle imprese da parte del Governo stesso.
Abbiamo però detto che sarebbe servita molta prudenza, ponderazione e attenzione, soprattutto a livello comunicativo, perché si trattava di una scelta molto delicata nei rapporti con l’Italia, che stava già prendendo linee differenti e basate su chiusure e limitazioni progressive. Una considerazione, pensavamo, ovvia, considerando l’apertura completa dei confini, i fortissimi rapporti economici e l’elevata mobilità delle persone fra i due Paesi.
In questi mesi, è stata una escalation di atti mediatici e politici folli, capaci di far ottenere dei click ai Segretari di Stato e degli applausi sui social, ma devastanti nei rapporti con il nostro vicino.
Prima i contrasti, quasi gli sfottò, con gli amministratori del circondario, preoccupati per le implicazioni sanitarie che le nostre aperture potevano provocare.
Poi le interviste e le comparsate in Tv al grido “qua è tutto sotto controllo, noi facciamo come vogliamo”.
Ancora, gli inviti a esponenti politici italiani marcatamente negazionisti, con tanto di video senza mascherina girati sui social network.
Aggiungiamo le dichiarazioni/lettere/prese di posizione di vari esponenti politici di Governo e maggioranza ogni volta che qualcuno, dall’Italia, provava a mostrare qualche preoccupazione per l’andamento dei contagi a San Marino.
Infine l’organizzazione del Natale delle Meraviglie, con una spesa di 430.000€ e l’invito aperto ai turisti italiani a venire in Repubblica perché “qua è tutto aperto”. E, dulcis in fundo, l’ultimo Decreto emanato 4 giorni fa, che permetteva di festeggiare l’ultimo dell’anno fino all’1:30 come se nulla fosse, anche questo venduto sulle pagine social dello Stato come una attrazione per far scappare le persone dai divieti italiani.
Il tutto condito dalle dichiarazioni del Segretario alla Sanità, che pochi giorni fa attaccava il governo italiano affermando “non ci sono delle misure che scientificamente garantiscono una diminuzione dei contagi…molto del dibattito attorno alle misure è usato appositamente per fare polemica di matrice politica. Ritengo che tentare le riaperture per Natale non sia stata per l’Italia una mossa azzeccata, noi siamo invece rimasti in linea con le nostre indicazioni”.
Questo è avvenuto nel silenzio totale del responsabile della politica estera sammarinese, che si è limitato a qualche dichiarazione di circostanza.
Inevitabile che tutto, prima o poi, naufragasse. Ed il naufragio è stato improvviso e doloroso.
Se 4 giorni fa si apriva ad un ultimo dell’anno “free”, e le attività economiche sostenevano spese preparandosi ad accogliere turisti e avventori, nel giro di 1 giorno tutto è cambiato: annunciato un lockdown natalizio, con obbligo di chiusura per le attività economiche stesse e chiusura dei confini. Naturalmente, senza alcun ristoro per le imprese che avevano già posto in essere le spese necessarie per prepararsi al periodo natalizio. Un cambio di linea improvviso e inspiegato, rispetto al quale il Governo si è limitato a dire “dobbiamo tenere conto dell’andamento dei contagi”, come se 4 giorni fa non ci fossero…
Ma c’è di più: con una ordinanza del 19 Dicembre (valida dal 21/12), l’Italia ci ha spedito in fascia C, cioè nell’elenco di quei Paesi provenendo dai quali gli italiani sono obbligati alla quarantena al rientro in Italia. Stessa cosa, ovviamente, che varrebbe per i sammarinesi “pizzicati” in Italia. In pratica, un cordone sanitario ai nostri confini.
Crediamo che il fallimento del Governo e della sua politica sia evidente: è stato rovinato (speriamo in maniera non indelebile) il rapporto con il nostro vicino proprio nel momento in cui abbiamo bisogno di massima collaborazione per la fornitura dei vaccini e magari anche di un sostegno economico, come vari Segretari di Stato hanno detto.
La frittata è fatta. L’incapacità totale di questo Governo è ormai conclamata. Noi abbiamo cercato fino in fondo di offrire le nostre idee, il Governo ha tirato dritto e non ci ha mai neppure avvertiti dell’uscita di un nuovo decreto di urgenza che comunque non viene neppure portato in Consiglio per la ratifica in tempi utili, impedendo a chiunque di apportarvi miglioramenti.
La fase che viviamo è estremamente complessa. La Maggioranza dovrebbe trarre le dovute conclusioni di incapacità di vari membri di Governo di gestire le deleghe loro assegnate. Questo sarebbe l’atto necessario per porre fine alle continue figuracce rimediate ed all’isolamento totale nel quale stiamo sprofondando. Solo allora si potrà aprire una fase nuova, nel rispetto dei ruoli, di civile confronto e costruttiva collaborazione.